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giovedì 24 luglio 2014

OMICIDIO PIAZZA - LA DDA DI NAPOLI ESEGUE TRAMITE LA SQUADRA MOBILE DI CASERTA DUE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE

Alle prime ore di questa mattina la Squadra Mobile di Caserta,  all’esito di una attività investigativa coordinata dalla Direzione  Distrettuale Antimafia di Napoli, ha eseguito 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Napoli in relazione all’omicidio di PIAZZA Armando, perpetrato in Casal di Principe nel marzo 1994.
L’episodio delittuoso matura nell’ambito della faida tra il gruppo QUADRANO Giuseppe, DE FALCO Nunzio, CATERINO Sebastiano, SANTORO Mario, ed altri ed il gruppo SCHIAVONE – BIDOGNETTI.
La vittima, infatti, era legata da rapporti di parentela al QUADRANO.
La rappresaglia dei dissociati ha inizio con l’omicidio di DE FALCO Vincenzo, alias “fuggiasco” ucciso in Casal di Principe il 2 febbraio 1991, su mandato di Francesco SCHIAVONE “Sandokan” e BIDOGNETTI Francesco, che ritenevano DE FALCO autore della confidenza che condusse il 13.12.1990 i carabinieri presso l’abitazione di CORVINO Gaetano, assessore al Comune di Casal di Principe, interrompendo un vero e proprio summit, passato alla storia giudiziaria come “blitz di S. Lucia”.
D’altra parte i motivi di contrapposizione tra i capi dell’organizzazione e Vincenzo DE FALCO erano numerosi essendosi creata una pericolosa frattura a seguito del rifiuto del DE FALCO alla richiesta avanzata dai vertici di uccidere LA TORRE Augusto, capo dei “chiuovi “ di Mondragone.
La contrapposizione fu particolarmente cruenta  e costellata di numerosi omicidi, alcuni dei quali anche particolarmente efferati; tra tutti va ricordato quello di CECORA Nicola, fratello di CECORA Gilberto, ucciso in data 12 luglio 1992 dopo un lungo inseguimento in auto, finché fu raggiunto e finito a colpi di arma da fuoco nella piazza principale di Villa di Briano. L’auto, ormai senza più alcun controllo, travolse e uccise due anziani passanti, appena usciti dalla chiesa dopo aver assistito alla funzione religiosa.
L’omicidio di PIAZZA Armando assume, poi, particolare rilievo per gli eventi che ne conseguiranno: pochi giorni dopo e precisamente il 19 marzo 1994 veniva assassinato il parroco don Giuseppe DIANA, trucidato nella parrocchia San Nicola di Casal di Principe. Il movente del delitto veniva individuato nel rifiuto opposto dal prelato di officiare il funerale di CECORA Gilberto , ucciso pochi giorni prima, sulla base della decisione di non celebrare il rito funebre in chiesa alle vittime di camorra.
Purtroppo PIAZZA Armando, CECORA Gilberto, il fratello Nicola ed il povero Don Diana non furono le sole vittime, per così dire trasversali, di una sanguinosa guerra intestina; di seguito viene riportato un elenco di omicidi, verificatisi nel corso della lotta fra i due gruppi, da cui si può chiaramente rilevare che alcuni non avevano un vero e proprio movente ma altro non erano che una reazione violenta ad uno precedente, ovviamente dell’opposta fazione. in data 02.02.1991, in Casal di Principe venne ucciso DE FALCO Vincenzo, per tale omicidio la Corte di Assise di S.M.C.V., con Sentenza emessa in data 15.9.2005 nr. 9/98 R.G. ha condannato SCHIAVONE Francesco di Nicola, BIDOGNETTI Francesco, SCHIAVONE Walter, ZAGARIA Michele, CATERINO Giuseppe, PANARO Sebastiano, DI BONA Franco, DIANA Luigi, CATERINO Mario, VENOSA Luigi, DE LUCA Corrado e APICELLA Pasquale;
-          in data 05.03.1992, in Villa Literno, vennero uccisi DE FALCO Giuseppe (fratello di Vincenzo) e MANCINI Caterina;
-          in data 12.07.1992, venne ucciso CECORO Nicola, dopo due giorni per rappresaglia venne trucidato il dentista SCHIAVONE Alfonso, estraneo alle logiche criminali, ma imparentato alla famiglia SCHIAVONE;
-          in data 25.07.1992, fu ucciso in San Marcellino il commerciante VILLAN Giorgio; gli esecutori materiali QUADRANO Giuseppe e DI TELLA Alberto, divenuti nel frattempo collaboratori di giustizia, rendono ampie e convergenti dichiarazioni autoaccusatorie e ponendo a movente dell’omicidio la circostanza che la vittima aveva in precedenza tentato di attirare CECORA in una trappola per ucciderlo che avvenne, poi, il 12 luglio del 1992;
-          in data 05.08.1992, in San Cipriano d’Aversa, è il turno di GAGLIARDI Giuseppe, marito di MAISTO Cristina ed il giorno dopo PICCA Francesco, fratello di  del più famoso Aldo, cognato di QUADRANO Giuseppe;
-          in data 08.09.1992, in San Cipriano d’Aversa, venne ucciso, per errore, RUSSO Flavio che si trovava nei pressi dell’abitazione di MAURIELLO Francesco, vero obiettivo dei killer;
-          in data 15.12.1992, in San Cipriano vennero  uccisi MAISTO Vincenzo (nipote di CATERINO Sebastiano) e VENOSA Italo;
-          in data 16.02.1994, è la volta di GUARINO Valentino, ucciso da componenti del clan QUADRANO, poiché colpevole di intrattenere una relazione extraconiugale con la sorella di QUADRANO Giuseppe;
-          in data 16.03.1994, si registra l’omicidio di CECORA Gilberto, oggetto della presente richiesta e, dopo due giorni quello di PIAZZA Armando, cognato di QUADRANO Giuseppe;
-          in data 19.03.1994, viene ucciso, nella sua chiesa, don Peppe DIANA, di cui pure si è detto, decisivo e fatale per  QUADRANO Giuseppe ritenuto il mandante a carico del quale verrà emesso provvedimento restrittivo, riparerà in Spagna dove verrà poi catturato:

Dopo un breve periodo di detenzione, per timori di ulteriori e più cruente ritorsioni che avrebbero potuto coinvolgere anche i suoi più stretti familiari, QUADRANO decise di intraprendere un percorso collaborativo, seguito quasi subito dai cognati DI TELLA Alberto e DI TELLA Raffaele.
Come logica conseguenza si assiste all’acuirsi del conflitto che evolverà tutto in favore del gruppo storico che nel corso del tempo eliminava quasi tutti gli esuli anche a distanza di anni come accaduto per CATERINO Sebastiano ucciso in Santa Maria Capua Vetere il 31 ottobre del 2003 vale a dire a quasi di 10 anni di distanza dall’inizio del conflitto.
Di estremo rilievo per la ricostruzione della  complessa vicenda, infatti, si sono rivelate le dichiarazioni dei numerosi collaboratori di giustizia casalesi direttamente coinvolti nell’omicidio. 

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nei confronti di CANTIELLO Salvatore  inteso “Carusiello” e BIDOGNETTI Aniello