Nelle prime ore della mattinata odierna, nell’ambito di una
articolata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, i
Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Caserta, hanno
dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati
di concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso
in turbata liberta degli incanti ed illecita concorrenza con violenza e
minaccia aggravati dall’aver agevolato il clan “dei casalesi" 4 fazione
Bidognetti (ari. 110, 81, 513 bis e 353 aggravate dallo art. 7 D. L. 152/91).
L’indagine, avviata nel novembre 2008, ha acclarato l’esistenza
di una collaudata e duratura connivenza di alcuni dei massimi esponenti della criminalità
organizzata locale (quali BIDOGNETTI Raffaele, figlio del noto BIDOGNETTI
Francesco detto Cicciotto ‘e Mezzanotte, capo indiscusso di una delle più
importanti fazioni del clan "dei casalesi") con esponenti e funzionari
di una locale amministrazione comunale (Comune di Lusciano), e con soggetti di elevata
statura imprenditoriale, complicità finalizzata a garantire agli imprenditori
compiacenti, previo illecito guadagno da pane di tutti i soggetti interessati,
l’aggiudicazione di gare d’appalto (o di assegnazione di lavori pubblici
attraverso altre procedure) violando il rispetto delle più elementari nonché di
lecita concorrenza e di procedura di assegnazione degli appalti e delle commesse
pubbliche.
L’indagine rappresenta uno dei filoni che sono scaturiti dalle
dichiarazioni di GUIDA Luigi, collaboratore di giustizia, che è stato il
reggente del clan Bidognetti fra il 2000 ed il 2005 ed in questa veste ha
tessuto i rapporti con esponenti della politica e dell’imprenditoria nella
provincia di Caserta, ed in particolare nei territori controllati dal suo
gruppo criminale, come Castelvolturno, Villa Literno, Lusciano, Parete e Casal
di Principe. Le sue dichiarazioni hanno gia trovato riscontro nel processo cd.
Normandia che ha condotto alla condanna, anche in appello, per concorso esterno
in associazione camorristica, di Nicola Ferraro, già consigliere regionale, e
collettore dei rapporti fra il clan e la politica, Le informazioni del
collaboratore sono state poi utilizzate nei processi nei confronti dei Sindaci
di Castelvolturno e di Villa Literno, ancora in fase di giudizio di primo
grado.
Di estrema rilevanza sono le risultanze scaturite dall’attività
investigativa, supportata da acquisizione di documentazione amministrativa
nonché di attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientale,
effettuata anche in uffici pubblici del Comune di Lusciano (CE), corroborata da
dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che hanno consentito di:
- dimostrare la connivenza della criminalità organizzata locale
con l’apparato politico amministrativo luscianese che estrometteva
volontariamente imprenditori edili dalle principali gare d’appalto — tra cui i
lavori del P.I.P. — relative alla realizzazione di opere pubbliche da compiersi
nel Comune di Lusciano poiché gia destinate illecitamente proprio a ditte
indicate dal clan camorristico locale.
- accertare l’illecita agevolazione per l’aggiudica2ione
della gara relativa alla concessione per la progettazione, la costruzione e la
gestione delle opere nella zona del P.l.P. — del Comune di Lusciano,
dell’impresa "CESARO COSTRUZIONI GENERALI" di Sant’Antim0 (CE), di proprietà
dell’omonima famiglia di noti imprenditori casertani a cui appartiene anche
l’On. Luigi Cesaro, attualmente deputato della Repubblica, tra i destinatari
del provvedimento insieme ad altri due suoi fratelli. Le indagini hanno
evidenziato la volontà del clan "dei casalesi” di attribuire il gia citato
remunerativo appalto all’impresa “CESARO", che ha effettivamente poi ottenuto
l’aggiudicazi0ne della gara violando in maniera evidente e consapevole le norme
di legge che regolano le procedure di controllo ed aggiudicazione degli
appalti, L’intervento della criminalità organizzata, in tal senso, si é
concretizzato attraverso una serie di azioni volte a turbare il regolare
andamento della gara, arrivando finanche a disporre, per volere del clan, la sostituzione
del capo Ufficio Tecnico del comune di Lusciano con un soggetto ritenuto più capace
di garantire il perseguimento degli illeciti interessi perseguiti. L’impresa
dei fratelli Cesaro poi, dopo essere stata dichiarata vincitrice della gara nel
giugno del 2004, ha più volte sollecitato il Comune di Lusciano, minacciando
anche di procedere a rivalsa di natura economica, per farsi affidare l’area
delle operazioni per iniziare i lavori. I Cesaro, venuti a conoscenza della
acquisizione documentale operata dalla polizia giudiziaria presso il Comune di Lusciano
e dopo la pubblicazione di stralci delle dichiarazioni rese dai collaboratori
di giustizia, hanno rinunciato all’afiidament0 dei lavori. Rilevanti, ai fini
di prova dell’ip0tesi accusatoria, appaiono le dichiarazioni di Vassallo
Gaetano e di Guida Luigi che hanno ricostruito un incontro dell’on0revole Luigi
Cesaro con capi ed affiliati del clan Bidognetti per discutere della vicenda;
anche il collaboratore di giustizia Diana Tammaro ha riferito
in ordine al patto fra il clan ed i fratelli Cesaro.
— evidenziare le agevolazioni realizzate dagli amministratori
comunali a favore dell’impresa "CESARO" anche per un bando relativo
alla progettazione esecutiva, la costruzione e la realizzazione di un centro
sportivo nel Comune di Lusciano, ai danni delle altre imprese interessate tra
cui quella di un imprenditore che successivamente ha anche inteso collaborare con la giustizia.
Il Gip ha rigettato le richieste del pubblico ministero di arresto
di altri sette indagati per carenza di attuali esigenze cautelari