Nel primo
pomeriggio, la Squadra Mobile di Caserta, diretta dal Vice Questore dr.
Alessandro TOCCO, ha eseguito un’O.C.C.C. emessa dalla II^ Sezione della Corte
di Assise presso il Tribunale di S. Maria C. V. (CE), su richiesta della
Procura Antimafia di Napoli, (CE), nei confronti di:
1. AMATO Michelangelo, nato a Caserta il 31.12.1976, res.
a Capodrise (CE);
2. BELLOPEDE Camillo Antonio, nato a Caserta il 9.11.1979,
detenuto;
3. ZARRILLO Antonio, nato a Capodrise (CE) il 9.12.1967,
ivi res.,
in quanto
gravemente indiziati di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione,
dalla crudeltà e dall’avere agito per agevolare l’organizzazione camorrista dei
BELFORTE detti I Mazzacane di Marcianise (CE), al quale sono ritenuti tuttora
affiliati.
In particolare, la
citata assise, pronunciando sentenza di condanna alla pena dell’ergastolo nei
confronti di BELLOPEDE Camillo Antonio ed alla pena di anni 30 di reclusione
nei confronti di AMATO Michelangelo e ZARRILLO Antonio per concorso nell’omicidio
di SAGLIANO Francesco, nato a Caserta il 17.04.1980, avvenuto il 3.10.2003 a
Marcianise (CE), emetteva contestualmente, su richiesta della Procura
Antimafia, un provvedimento cautelare in carcere.
La misura
rappresenta l’epilogo di scrupolose indagini condotte dalla Squadra Mobile di
Caserta, e coordinate dalla Procura Antimafia di Napoli, relative ad uno dei
più brutali omicidi consumati dal clan dei
Mazzacane nel contesto della endemica faida che li contrapponeva, tra gli
anni ’90 ed i primi del 2000, al clan dei PICCOLO detti I Quaqquaroni, con i quali si contendeva il controllo delle
attività illecite nel comprensorio di Marcianise (CE), Caserta e comuni
limitrofi.
Le indagini accertavano
che SAGLIANO Francesco, venne assassinato a colpi d’arma da fuoco, il 3 ottobre
2003 a Marcianise (CE), perché, per conto dei PICCOLO, aveva partecipato ad un’attività estorsiva in danno di un
imprenditore già taglieggiato dagli emissari dell’opposto clan dei BELFORTE.
Particolarmente
efferate furono le modalità dell’omicidio.
Infatti, il gruppo
di fuoco attese la vittima sotto l’abitazione della fidanzata a Recale (CE).
Non appena la ragazza discese dalla vettura del SAGLIANO e varcò il portone
dello stabile, la vettura con i killers tentò di bloccarlo, ma il giovane,
accortosi della manovra, tentò la fuga. Ne nacque un lungo inseguimento
attraverso le vie di Recale, Capodrise e Marcianise, dove SAGLIANO imboccò una
strada ostruita da un cantiere per la realizzazione della rete fognaria, dove finì
in una buca insieme all’auto degli inseguitori, che lo tamponò violentemente.
I killers, che
durante l’inseguimento, sprezzanti del rischio di colpire inermi passanti, avevano
sparato decine di colpi all’indirizzo del fuggitivo, raggiunsero e bloccarono
il giovane che, probabilmente già ferito ad un fianco, aveva tentato la fuga a
piedi, ma crollato in terra, venne finito a colpi di pistola nonostante
implorasse pietà.
Peraltro, uno
degli assassini infierì ripetutamente sul volto del giovane con il calcio di un
fucile.
Subito dopo,
poiché la vettura del gruppo non era più marciante, la stessa venne incendiata
sul posto e, per la fuga, fu rapinata un Renault CLIO ad un automobilista
terrorizzato che aveva assistito all’agguato.
I citati AMATO Michelangelo,
BELLOPEDE Camillo Antonio e ZARRILLO Antonio, per i fatti per i quali sono
stati condannati in data odierna, erano stati già arrestati l’1 luglio 2011 in
esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Uff.
del G.I.P. presso il Tribunale di Napoli su richiesta della D..D.A. partenopea,
unitamente ad altri esponenti del clan BELFORTE:
1. AVETA Pasquale, nato a Napoli l’8.7.1977, poi divenuto
c.d.g.;
2. DELLA VENTURA Antonio, nato a Maddaloni (CE) il
27.10.1964;
3. DE SIMONE Vincenzo di Angelo, nato a Marcianise (CE) il
3.9.1976;
4. MUSONE Vittorio, nato a Capodrise (CE) il 15.11.1951
ivi res.;
5. PICCOLO Gaetano, nato a Marcianise (CE) il 26.01.1959,
res. a Capodrise (CE), soprannominato “’o
ceneraiuolo”;
6. TROMBETTA Luigi, nato a Marcianise (CE) il 19.10.1956;
7. ZARRILLO Francesco, nato a Capodrise (CE) il
24.1.1969, cugino di Antonio, detenuto.
ma il provvedimento
restrittivo nei loro confronti venne annullato per un vizio di forma.
Oggi, invece, la
II^ Sezione della Corte di Assise di S. Maria C.V. (CE) ha ritenuto
ricorressero esigenze cautelari tali da fondare l’adozione di un provvedimento
cautelare.
AMATO Michelangelo
è stato arrestato in aula, immediatamente dopo la lettura della sentenza,
mentre ZARRILLO Antonio è stato arrestato a Castel Volturno, presso un noto
ristorante, durante il pranzo nunziale della figlia, invece a BELLOPEDE Camillo
Antonio, la misura è stata notificata in carcere, in quanto detenuto per altra
causa.
La condanna
pronunciata oggi, conferma appieno la ricostruzione del delitto operata dalla
Squadra Mobile di Caserta, peraltro confermata dai collaboratori di giustizia
CUCCARO Domenico, GERARDI Antonio, FRONCILLO Michele ed AVETA Pasquale, che
parteciparono al raid omicidiario.
Secondo le indagini, la decisione di eliminare SAGLIANO fu assunta dai citati MUSONE
Vittorio, PICCOLO Gaetano e TROMBETTA Luigi che, all’epoca dei fatti, reggevano
il clan BELFORTE, stante la
contemporanea detenzione dei suoi capi storici, i fratelli Domenico e Salvatore
BELFORTE.
Inoltre, venivano
accertati anche i ruoli degli esecutori materiali del delitto, infatti risultava
che il commando era composto da AVETA Pasquale, CUCCARO Domenico, GERARDI
Antonio e ZARRILLO Francesco, mentre AMATO Michelangelo, BELLOPEDE Camillo
Antonio e DE SIMONE Vincenzo svolsero il ruolo di avvistatori della vittima.
Invece, DELLA
Ventura Antonio, FRONCILLO Michele e ZARRILLO Antonio procurarono e
trasportarono le armi utilizzate nell’agguato: un fucile mitragliatore
Kalashnikov, un revolver cal. 44 Magnum mod. Sturm Ruger, una pistola
semiautomatica Beretta cal. 9x21 e un fucile da caccia cal. 22 a canne sovrapposte,
abbandonate dai killers sul luogo del delitto.
Caserta, 21.05.2014