Italiani brava gente e sfruttatori sia nel bene che nel male
. Sono pronti gli industriali della nazione, dopo aver saputo dal ministro
vietnamita Bui Quang Vinh che in indocina vi è una estensione di circa 300 ettari di terreno
per costruirci industrie . Lo chiamano il parco industriale dove le piccole e
medie imprese potranno trasferirsi e con un costo di manodopera inferiore a
quella italiana , alla faccia di Cgil , cisl e uil, ma anche di altri paesi
come Cina ed altri nell’endurance asiatico .
Si preparano quindi alla fuga dall’Italia più di 10.000 imprenditori sotto gli occhi di
una malata pubblica amministrazione ( vedi la trasmissione Report del 28 aprile 2014 via
internet) sono pronti a partire, perché oggi
con il vietnam non esiste un protocollo che ti permette di acceder ai conti nelle banche
vietnamite. Ciò permetterebbe alle imprese italiane di lavare il denaro non
dichiarato, ed evaso e quindi accedere ad
una nuova vita imprenditoriale senza essere scocciati dal fisco italiano . Ma
ancora di lavare quel denaro proveniente da attività illecite , così come avvenne
negli anni prima del 2007 con la Cina e
più precisamente Hong Kong e Singapore.
E’ proprio lì l’illecito
italiano, che non si è voluto vedere o addirittura i massimi esponenti del controllo
italiano si sono messi i prosciutti davanti agli occhi. Il mancato controllo ha
generato la cosiddetta “bustarella” dovuta per lo più a viaggi, brillanti, auto e
soprattutto soldi che hanno portato , guarda caso, nei paesi sottosviluppati
per poi costruire piccole industrie o addirittura ville per fare business . Il tesoro italiano, infatti, dell’evasione è custodito proprio li in quei paesi dove gli
italiani quando arrivano con i soldi vengono trattati da nababbi e da re, anche se devono vendere armi, con l’aiuto
di funzionari della pubblica amministrazione negligenti e commercialisti
italiani.
E’ necessario stilare un vero e proprio protocollo d’intesa con la nazione che
desidera far entrare capitali italiani , ma siccome in quel paese vige una
costituzione diversa da quella italiana , costituire una società in quella
nazione significa assoggettarsi a quelle normative e soprattutto acquisire un socio del posto , significa che
non si potrà mai accedere ai costi esteri in asia, perché non lo permette .
Perché non si fa la stessa cosa pure in Italia ??
Speriamo che qualcuno l’ha capito e ha inteso il messaggio .
Buona giornata