A conclusione delle indagini coordinate dalla Procura della
Repubblica di Napoli–Direzione Distrettuale Antimafia, nelle prime ore di oggi i Carabinieri del Reparto
Operativo del Comando Provincialedi Caserta e quelli del NOE di Napoli hanno
dato esecuzione a 17 ordinanze di custodia cautelare - 8 in carcere e 9 arresti
domiciliari -nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, diassociazione
a delinquere di stampo camorristico, attività di gestione di rifiuti non
autorizzata, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, truffa,frode nelle pubbliche forniture,
falsità ideologica commessa da pubblico
ufficiale, con
l’aggravante della finalità agevolatrice del sodalizio “dei Casalesi”,fazione Zagaria.
L’attività di indagine - incentrata sugli interessi
economici e imprenditoriali della criminalità organizzata nel settore dei
rifiuti e, in particolare, nell'ambito
dei lavori di realizzazione e gestione
della discarica di Chiaiano (NA) -ha avuto inizio nel 2008e si è conclusa nel
dicembre del 2013.
Si è sviluppata, in particolare, su tre filoni
investigativi: l'infiltrazione camorristica negli appalti della suindicata
discarica cittadina, le modalità di gestione della stessa ele false
attestazioni redatte dai funzionari pubblici, che hanno consentito agli
amministratori delle Società IBI IDROBIOIMPIANTI spa e EDILCAR, riconducibili
ad alcuni degli indagati,di proseguire senza interferenze i lavori all’interno
della discarica, conseguendo nel tempo illeciti profitti.
Le
investigazioni,condotte dai Carabinierianche attraverso attività
d’intercettazioneeriscontrate da dichiarazioni di alcuni collaboratori di
giustizia, hanno consentito di ricostruireil legame dell’indagato CARANDENTE
TARTAGLIA GIUSEPPE con esponenti apicali delle organizzazioni camorristiche dei
NUVOLETTA di Marano e deiMALLARDO di Giugliano prima e,
successivamente, dei POLVERINO di
Marano.
Il
legame criminale più forte è stato senz’altro quello che l’indagato ha
instaurato con la famiglia ZAGARIA, per cui gli è stata contestata la partecipazione
al sodalizio dei Casalesi, fazione
Zagaria, capeggiata da Michele e Pasquale ZAGARIA. Sulla base della
ricostruzione accusatoria, avvalorata dal GIP, il suddetto Carandente, in
qualità di imprenditore operante nello strategico settore della gestione del
ciclo legale e illegale dei rifiuti,ha fornito ad esso un rilevante contributo,
consentendo, tra l’altro, agli esponenti del sodalizio camorristico di
partecipare alle attività imprenditoriali del settore attraverso la copertura delle
sue aziende.
In tale contesto, le attività investigative hanno evidenziato che, nel
periodolunghissimo dell’emergenza rifiuti,la FIBEha sottoscritto, con società riconducibili alla famiglia CARANDENTE
TARTAGLIA ben 63 contratti per il trasporto ed il movimento terra, nonché per
la realizzazione di lavori vari, molti dei quali puntualmente subappaltati
dalla Ibi Idroimpianti.
Le dichiarazioni rese in merito dai collaboratori di giustizia hanno
confermato quello che il quadro probatorio aveva già reso evidente:un consistente rapporto imprenditoriale esistente
tra le imprese dei fratelli CARANDENTE TARTAGLIA e la FIBE.
Tale rapporto ha rappresentato il presupposto
necessario a che la FIBE-FISIA operasse con relativa tranquillità nel
territorio, in assenza di eclatanti conflitti tra i gruppi criminali locali e
le imprese impegnate nel settore.
La possibilità di assicurare alla criminalità organizzata, attraverso le imprese del CARANDENTE TARTAGLIA, una parte delle
risorse ottenute da FIBE-FISIA, ha evidentemente enfatizzato il ruolo del CARANDENTE
(longa manus di ZAGARIA Michele)qualeinterfacciacon la pubblica
amministrazione.
Sono state altresì ben delineate le connessioni esistenti tra le società IBI IDROBIOIMPIANTI spa(della famiglia
D’Amico e colpita in data 15.12.2010 da interdittiva antimafia emessa dalla
Prefettura di Napoli, impresa leader nel settore che ha lavorato anche per la
realizzazione e gestione della discarica Bellolampo di Palermo) e la Edilcar Srl della famiglia Carandente Tartaglia.
Le attività di indagine hanno riscontrato le
dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che avevano individuato nel duo
IBI IDROBIOIMPIANTI-EDILCAR un binomio già da anni legato alla famiglia
Zagaria. Le attività di intercettazione hanno,fra l'altro, evidenziato che i
Carandente Tartaglia erano sicuri di essere destinatari di lavori per la
realizzazione della discarica di Chaiano molto prima della conclusione della
procedura di gara.
Sotto il profilo della normativa ambientale, si è poi accertato che, con
riferimento alla discarica cittadina,che i lavori di realizzazione dell’invaso
sono stati effettuati in violazione degli
obblighi contrattuali e in difformità dal progetto approvato,
utilizzando materiale non idoneo allo scopo, quale argilla proveniente da cava non autorizzata o argilla mista a
terreno.
Si è rilevata, inoltre, la costante attivazione di traffici illeciti di
rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da terra e rocce provenienti da
cantieri stradali e edilizi, utilizzati per i lavori di modellamento della
discarica.
Tali condotte hanno consentito guadagni e
profitti illeciti doppi: oltre ad evitare gli oneri dovuti per legge per
il corretto avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti, si è infatti
aggiunto il cospicuo guadagno dovuto alla successiva commercializzazione del
rifiuto, surrettiziamente qualificato quale terreno vegetale per la
realizzazione della stessa discarica di Chiaiano.
Il tutto evadendo sistematicamente la normativa
fiscale e quella sulla correttezza della documentazione attestante il trasporto
dei rifiuti.
Nell’ambito del procedimentosi è proceduto, come noto, a una complessa perizia nelle forme
dell’incidente probatorio, che ha consentito di far emergere,nella
realizzazione della discarica, notevoli difformità dal progetto esecutivo.
Gli accertamenti tecnici hanno
evidenziato che i 6 argini di discarica sottoposti ad esame erano in
realtà non conformi alle prescrizioni: conseguentemente sono stati sottoposti
agli arresti domiciliari tutti i membri
dell’apposita commissione, che attraverso le loro false attestazioni hanno
consentito alla IBI IDROBIOIMPIANTI e alla EDILCAR di continuare a gestire la
discarica e a ottenere i pagamenti relativi agli stati di avanzamento dei
lavori, nonostante gli illeciti commessi.
Le difformità riscontrate, l’utilizzo
di materiali non a norma e di tecniche di impermeabilizzazione non conformi
alle normative standard, impongono la
massima attenzione da parte delle autorità competenti nella gestione e nel
monitoraggio della discarica per la sua duratura messa in sicurezza.
Il Gip ha disposto il sequestro preventivo
delle imprese riconducibili agli indagati ed ha attivato, su richiesta della
Procura della Repubblica, la procedura per l’applicazione dell’ interdizione
dall’esercizio dell’attività prevista
dalla D.L.vo 231 del 2001, in materia di responsabilità delle persone
giuridiche.
ELENCO DEI DESTINATARI DELL'ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE
1 CARANDENTE TARTAGLIA GIUSEPPE cl. 1961;
ELENCO DEI DESTINATARI DELL'ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE
1 CARANDENTE TARTAGLIA GIUSEPPE cl. 1961;
2. CARANDENTE TARTAGLIA GIOVANNI cl. 1968;
3. CARANDENTE TARTAGLIA FRANCO cl. 1965;
4. CARANDENTE TARTAGLIA MAURO cl. 1980;
5. DIENER VITALE cl. 1965;
6. CHIMENZ GREGORIO cl. 1976;
7. VIPARELLI PAOLO cl. 1968;
8. CARANDENTE TARTAGLIAMARIO cl.1933;
9. GRANOZIO ANTONIO cl. 1956;
10.APICELLA PASQUALE cl. 1976;
11.PAGOTTO ADELIO cl. 1958;
12.MIRELLI MICHELE cl. 1951;
13.CATAPANO COSIMO FRANCESCO NICOLA cl. 1946;
14.CARLEO CARLO cl. 1967;
15.CAPASSO GIOVANNI cl. 1968;
16.PERILLO GIOVANNI cl. 1965.