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domenica 5 gennaio 2014

SANTA MARIA CAPUA VETERE - IL DOTTOR GALLICCHIO RIMANE UNO DEI CAPISALDI DELL’OSPEDALE MELORIO

Che il riconoscimento dei meriti sia una chimera, in questa nostra società, ormai è risaputo e sembra non disturbare ed indignare neanche più di tanto. Un ulteriore conferma di quest’ incresciosa situazione la fornisce l’episodio avvenuto nel Presidio Ospedaliero Melorio, episodio che ha visto il brillante dottor Gallicchio, veterano della struttura ed insignito di numerose benemerenze, vedersi superato, da un giovane medico di origini partenopee, nella nomina a primario dell’ Unità Operativa di Geratria.Non che si aspetti prestigiosi riconoscimenti alla professionalità, perché chi opera con simili infaticabilità e meticolosità lo fa per coscienza morale,per  profonda e convinta adesione al codice etico e deontologico, ma forse almeno un po’ di rispetto e gratitudine per gli oltre quaranta anni di onorata professionalità e competenza erogata alla sanità locale ce lo si aspetterebbe.
Invece no, anzi, emerge in maniera sorprendente che, anche e soprattutto, nella sanità locale l’idea che opere superbe e orgogliose servano da piedistallo al simulacro della mangiatoia imperversa.  Un sistema arcaico e organizzato sul culto del favoritismo esclusivo di pochi eletti, estraneo al criterio del merito e dedito alla demagogia che in realtà copre l’interesse personale. La sanità locale si riconferma territorio di caccia per dirigenti spesso professionalmente incapaci, mai sazi di emolumenti vertiginosi, troppo spesso collusi e alla costante ricerca di una familiarità compiacente con chi è un gradino più su,pronti a facilitare e ad elargire  prebende agli amici degli amici.
 L'immobilismo di cui sta morendo l'Italia è il frutto avvelenato della scarsa funzionalità e libertà incondizionata del potere decisionale. Il sospetto è facile ma inevitabile: al potere legittimo si è sovrapposto di fatto un potere di veto, oligarchico e autoreferenziale, di natura castale,in grado di far avere la meglio agli interessi particolari. L'impressione è quella di un'oligarchia plebea assurta agli agi e alle opportunità del potere senza avere minimamente come riferimenti il merito e l’ efficienza del funzionamento della macchina della sanità pubblica nel nome dell’interesse collettivo, né la definizione di politiche della salute adeguate alle esigenze dei cittadini e nell’attuazione di interventi tesi a garantire idonei livelli di assistenza sanitaria. La preoccupazione principale pare invece quella di premiare gli amici e punire i nemici, tramutando le decisioni in clientele e voti. S'indovina, in complesso, una società legata a filo doppio, potentati che si occupano, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl.
Ci auguriamo, pertanto,  che in un momento in cui l’ospedale Melorio è sempre più depauperato delle unità operative, di quelle risorse umane che sono indispensabili per garantire i livelli assistenziali essenziali, in termini di efficacia ed efficienza delle prestazioni erogate ad un ampio bacino di utenza afferente al territorio, ai vertici si colga la discutibilità di questa decisione così approssimativa e dalle conseguenze certamente nefaste per un Presidio che sta già perdendo tanto in termini qualità professionale.