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giovedì 9 gennaio 2014

MADDALONI - OMICIDIO DELò CARABINIERE IN GIOIELLERIA - ARRESTATO CON MANDATO INTERNAZIONALE IL NOMADE CHE MANCAVA ALL'APPELLO

Nel pomeriggio del 27 aprile tre malviventi, di cui due armati di pistola,fecero irruzione nella gioielleria sita in via Ponte Carolino di Maddaloni (CE), ove, a seguito del tentativo di rapina, ingaggiarono un conflitto a fuoco con due carabinieri della Compagnia Carabinieri di Maddaloni, presenti sul posto. Durante l’azione delittuosa l’App. Della Ratta Tiziano venne attinto da un colpo al torace decedendo all’istante mentre il Mar. Ca. Trombetta Domenico venne solo ferito anche se attinto da 3 colpi alle gambe e 2 all'addome. Nel corso della rapina rimasero feriti anche due rapinatori, Gaglione Vincenza e Covato AngeIo,tratti in arresto e successivamente deceduti presso l'OspedaIe Civile di Caserta. Le attività investigative, iniziate con l’immediato intervento del Sostituto di questo ufficio sul luogo della rapina, proseguirono incessantemente da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta portando, attraverso controlli di videoregistrazioni effettuate da telecamere installate nel Iuogo dei fatti come in quello ove il gruppo dei rapinatori si riunì prima deIl‘esecuzione della rapina nonché intercettazioni telefoniche- individuazioni fotografiche—veritiere di controlli dio persone precedenti effettuati da diversi uffici di polizia sul territorio campano-perquisizioni, in meno di 48 ore all’individuazione di un gruppo criminale -i cui componenti erano quasi tutti incensurati- ben piu numeroso rispetto ai tre rapinatori entrati nella gioielleria. lnfatti,nel corso della notte immediatamente successiva alla rapina, fu emesso dalla Procura della Repubblica di S. Maria C,V. un decreto di fermo di indiziato di delitto per i reati di concorso in omicidio, tentato omicidio, tentata rapina, pono e detenzione di arma da fuoco clandestina e ricettazione nei confronti di Esposito Nuzzo Rosario, De Rosa Giuseppe, lazzetta Antonio, Capone Antonio, Brucci Paolo, Ronga Domenico, quasi tutti rintracciati alle prime luci dellalba del giorno successivo dai suddetti Carabinieri unitamente a quelli del Comando Provinciale di Napoli, costantemente coordinati dalla Procura della Repubblica di S. Maria C,V..
Gli inquirenti ricostruirono il ruolo dei singoli soggetti ed in particolare accertarono che il Covato ed il Iazzetta furono coloro che materialmente ingaggiarono il conflitto a fuoco con i militari della Compagnia di Maddaloni, Ia Gaglione agevolò L’ingresso dei complici all’interno della gioielleria, gli altri quelli facevano parte di due aliquote di riserva del gruppo, disposte nelle vicinanze del luogo del delitto, al fine di assicurare il supporto e Ia copertura durante Ia fuga. Nel corso delle perquisizioni effettuate nella notte successiva aII'omicidio in diverse zone del Comune di Maddaloni, fu rinvenuta e sottoposta a sequestro,aII’interno dei giardini pubblici di via Feudo una pistola Beretta mod. 98 S completa di caricature con 9 colpi e matricola punzonata, utilizzata dal IAZZETTA per la commissione dei reati in parola.
Le indagini,svolte in piena sinergia dagli inquirenti, consentirono di identificare compitamente la restante parte del gruppo dei rapinatori compreso il basista,con Ia successiva emissione,nei due giorni successivi all'omicidio,di altri decreti dl fermo nel confronti di Della Valle Vincenzo e Bruslin Djordjevic. Tutti i decreti di fermo eseguiti nelle ore successive (con esclusione,per quanto di seguito si preciserà,di quello relativo al Djordjevic) furono sottoposti alla convalida ,c0n esito positiv0,di vari giudici che adottarono anche le ordinanze di custodia cautelare in carcere ove attualmente si trovano gli indagati,anche a seguito delle decisioni del Tribunale per il riesame di Napoli in ordine alle relative istanze degli indagati . Invero il Djordjevic era sfuggito alla cattura determinando cosi l'inizi0 di una vera caccia aIl’uomo condotta sul territorio campano,in particolare nei campi nomadi ove poteva aver trovato rifugio,e proseguita sul territorio nazionale. La caccia serrata indusse il Djordjevic a cercare rifugio all'ester0 e poiché questa ipotesi fu presa in considerazione dagli investigatori le ricerche si estesero, sulla base di elementi conoscitivi acquisiti dai C.C. del Comando Provinciale di Caserta, prima alla Francia e poi al Belgio -tramite il Servizio per Ia Cooperazione lnternazionale di Polizia ed in particolare "Sirene Francia" e "Sirene Belgio"- ricorrendo anche ad intercettazioni telefoniche e all'osservazi0ne costante di obiettivi sensibili. Nell’ambito di tali ricerche si e attivata anche Ia Squadra Mobile della Questura di Napoli gia impegnata in altre attivita di indagini -anche tecniche- relative ad altri soggetti di etnia Rom, attività che ha fornito ulteriori informazioni.
Contemporaneamente alle ricerche allestero fu emesso,daIl"uffici0 G.i.p. del Tribunale di S. Maria C.V.,nei confronti del ricercato un mandato di arresto europeo -per i reati di rapina detenzione e porto illegali di armi e ricettazione delle stesse connessi alI’omicidio deII’App. Tiziano Della Ratta-,mandato che faceva seguito aIl‘adozione –da parte dello stesso ufficio G.i.p.- delI'ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dalla Procura della Repubblica. Le ricerche,condotte senza sosta,hann0 consentito alla Polizia beIga,in data 8/1/2014,di rintracciare il Djordjevic hella cittadina di Charleroi e di dare esecuzione al predetto mandato con Ia conduzione dell’arresto innanzi al Magistrato belga,al quale Ia Conte di Appello di Napoli -tramite il Ministero della Giustizia italiano - trasmetterà il mandato di arresto europeo originale e tradotto in lingua francese,per le valutazioni di sua competenza in ordine all’estradizione in Italia del Djordjevic.
Stretto riserbo su ulteriori risvolti investigativi.