Al termine di serrate
indagini i carabinieri
del Reparto Operativo di Caserta e quelli della Compagnia di Capua hanno dato
esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal P.M. della
DDA di Napoli dott.ssa Gloria SANSEVERINO, nei confronti di PELLEGRINO Arturo cl. 57, di San
Marcellino, affiliato clan dei “casalesi”- fazione riconducibile al boss
Papa Giuseppe, in atto sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza
speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenzae del figlio Pellegrino Vittorio cl. 80. A carico
dei due gli inquirenti hanno raccolto gravi ed inconfutabili indizi di colpevolezza
in merito all’efferato delitto.
Secondo
la ricostruzione dei militari dell’Arma, corroborata da riscontri di Polizia
Giudiziaria e da elementi talmente incontrovertibili da convincere i due a
rendere piena confessione davanti al magistrato,a freddare il CANTILE, con due
colpi di Pistola cal. 7,65 al volto, quando questi era appena salito a bordo della propria
autovettura e si accingeva a recarsi al lavoro è stato PELLEGRINO Arturo, che
immediatamente dopo l’azione di fuoco si è dileguato a bordo dell’auto Lancia Y,
guidata dal figlio Vittorio. L’azione delittuosa, scaturita all’interno dello
stesso gruppo criminale (vittima e carnefice facevano parte dello stesso
sodalizio criminale facente capo a PAPA Giuseppe – in carcere al regime duro -
41 ord.pen. –, egemone nell’alto
Casertano), va ricondotta alla volontàdella vittima di escludere il PELLEGRINO
Arturo dalla divisione dei proventi delle illecite attività e dall’allontanarlo
dal territorio d’influenza.I due, rientrati nei pressi delle loro abitazioni,
avevano ripreso le loro normali attività e, per evitare riconoscimenti, avevano
anche fatto lavare e ripulire l’autovettura, che è stata rinvenuta e sottoposta
a sequestro. L’arma utilizzata per l’efferato omicidio, al momento non è stata
rinvenuta. I due sono stati associati al carcere di Santa Maria Capua Vetere a
disposizione della magistratura.