“Siamo qui per ribadire il nostro impegno,
oggi come ieri, a tutela della salute dei cittadini, del territorio casertano,
dei nostri prodotti e dell'economia di Terra di Lavoro. Come Provincia di
Caserta gli sforzi sono tutti concentrati sulla caratterizzazione dei suoli e
sulle bonifiche, è tempo di fare chiarezza su ciò che accade in questi
territori per evitare speculazioni ed allarmismi che provocano gravi danni alla
nostra economia”. A dichiararlo è stato il presidente della Provincia di
Caserta, Domenico Zinzi, nel corso della conferenza stampa svoltasi
questa mattina nella Sala Giunta dell’Ente di Corso Trieste. Accanto a lui, il
presidente della Camera di Commercio di Caserta, Tommaso De Simone e il presidente di Confindustria
Caserta, Luciano Morelli.
“Non bisogna minimizzare la portata di un
problema che di fatto esiste sul nostro territorio – ha continuato Zinzi
– ma non si può consentire alcuna speculazione sullo stesso. Ho chiesto al
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che la situazione di
Terra di Lavoro diventi un caso nazionale sul quale lo Stato dovrà fare
chiarezza. C'è una necessità immediata ed impellente: quella di portare alla
luce ciò che è accaduto su queste terre. L'attività della Provincia di Caserta
su tale argomento è sotto gli occhi di tutti: l'ambiente e la tutela del
territorio sono sempre stati il nostro interesse prioritario. Con la Sogesid (società
in house del Ministero dell’Ambiente) abbiamo istituito un tavolo permanente
provinciale e con la stessa sono state avviate le caratterizzazioni dei suoli per
procedere poi alle bonifiche. Non tutto il territorio della provincia di
Caserta è inquinato, questo va ribadito con forza”.
Un'operazione di trasparenza sui dati è
quello che auspica il presidente della Camera di Commercio di Caserta, Tommaso De Simone, che, nel corso della
conferenza stampa, ha ricordato il rigido sistema di controlli cui sono
sottoposti gli alimenti prodotti in Terra di Lavoro sottolineando ancora come,
delle 15mila imprese agricole esistenti in provincia di Caserta, il 90% delle
stesse non sia localizzato nella cosiddetta 'Terra dei Fuochi'.
“Ci sono due aspetti che non
possono essere trascurati – ha dichiarato De Simone - da un lato l’allarmismo che si sta
diffondendo, non si può dire che non sia giustificato, dall’altro un forte
disagio che si sta creando tra le nostre imprese, soprattutto quelle che
operano nel settore agro-alimentare. Siamo consapevoli, e preoccupati, del
fatto che esiste un fenomeno denominato “Terra dei fuochi”, ma abbiamo
altrettanta cognizione che si tratta di un fenomeno circoscritto ad un’area ben
definita. L’unica risposta che si può dare ai cittadini che sono impauriti e
disorientati è di affrontare il problema, che può essere sintetizzato nella
tutela della salute dei cittadini casertani, attraverso un’operazione di
trasparenza totale e precisamente sapere in maniera esatta e documentata quali
sono i terreni inquinati per procedere alle bonifiche e circoscrivere le
emergenze in modo tale da poter attuare anche i controlli, che vi assicuro sono
severissimi sui prodotti che finiscono sulle nostre tavole”.
Le ripercussioni sull'economia del
territorio prodotte dal diffuso allarmismo creato dalle notizie in materia
ambientale circolate in queste ultime settimane sono state al centro dell'intervento
del presidente di Confindustria Caserta, Luciano
Morelli.
“La sicurezza alimentare per l'export – ha
rassicurato Morelli – è totalmente garantita. Siamo lontani dalla
risoluzione della problematica ambientale, tuttavia è necessario procedere ad
un'analisi accurata del rischio. Questa è Terra di Lavoro, la 'Terra dei
Fuochi' è solo una piccola parte. Occorre rifuggire dalla demagogia che porta
solo disinformazione e crea danni all'economia di un territorio che vive le sue
problematiche, ma che è in buona parte sano. Senza dati scientifici non
possiamo conoscere l'effettiva portata del fenomeno, questo ci consentirebbe di
circoscrivere i luoghi interessati dall'inquinamento”.