Quale cittadina
politicamente attiva nonché partecipante nelle fila delle liste civiche che
hanno supportato e portato alla vittoria la coalizione di Di Muro, ma
soprattutto come donna, sento il dovere di intervenire nel dibattito seguito all’avviso
pubblico per la nomina della quota rosa sammaritana,il cui scopo è solo quello
di acquisire la disponibilità da parte di appartenenti al gentil sesso a
ricoprire un ruolo in seno all’esecutivo della città del foro.
Una polemica sterile e
strumentale quella posta in essere da donne con cui condivido il genere ma non
il pensiero.
Ritengo, e credo di rappresentare
il diverso punto di vista di moltissime altre donne, che quella sulle quote
rosa sia una legge ipocrita, che sotto l’egida delle pari opportunità e del
rispetto dell’uguaglianza sancita dalla nostra Carta Costituzionale, finisce
per trattare le donne come portatrici di un handicap (forse da ricercare nel
diverso organo riproduttivo) bisognose di avere a disposizione posti riservati
per trovare affermazione.
Inoltre tra le firmatarie del
comunicato vi sono donne ai vertici di partiti politici che hanno avuto la
possibilità all’interno della coalizione di maggioranza di fare una scelta
politica sulla persona che rappresentasse il loro partito. Tale scelta, per non
sconvolgere equilibri interni è ricaduta su uomini (Carlo Russo in quota
socialista e Antonio Scirocco in quota PD) ed è evidente che ancora oggi ricade
su uomini se non è stato consegnato al sindaco il nome di una donna da parte di
tali gruppi della maggioranza, che hanno preferito adottare criteri diversi basati
sul consenso popolare e sulla capacità di convinzione in cui le “femmine” non
sono riuscite ad avere la meglio.
Sarebbe stato più coerente
mettere in discussione, all’interno della propria formazione politica, i
criteri utilizzati piuttosto che attaccare la scelta operata dall’amministrazione,
dettata da una norma penalizzante oltre che discriminatoria.
Non condivido dunque la battaglia
femminista che si vuole mettere in piedi e non mi sento per niente discriminata
o offesa dall’avviso pubblico, che potrebbe essere un segno di un nuovo modo di
rendere la politica e il governo della città più trasparente e vicino ai
cittadini.
Avv. p. Angela Cipullo