Non volevo ucciderlo, ero ubriaco . Questa la frase che Carmelo
Arciero aveva dichiarato al pm Gerardina Cozzolino subito dopo l’arresto
eseguito dai carabinieri di Cellole per l’omicidio di Antonio Passero ucciso lo scorso 20 marzo davanti al ristorante 'Il
Gabbiano' a Cellole. Ieri la sentenza della prima corte di assise che lo ha
condannato a 25 anni reclusione per omicidio volontario , perché i magistrati
sammaritani non lo hanno creduto , ma anche perché, poi si è capito, era sotto
l’effetto di droga e quindi le toghe di Santa Maria CV hanno aumentato la condanna
ad un anno e sei mesi . In tutto 26 anni di reclusione Il corpo della vittima fu trovato riverso sul
marciapiede con gravi ferite alla testa e alle gambe. Subito scattarono le
indagini dei carabinieri di Sessa Aurunca coordinate dai pm della Procura di
Santa Maria Capua Vetere. Dall'autopsia emerse due giorni piu' tardi che
Passero era morto a seguito di un investimento automobilistico. Allo sviluppo
delle indagini sono state decisive le dichiarazioni rese dai famigliari di
Passero che riferirono di un precedente tentativo di investimento volontario
subito dalla vittima a febbraio di quest'anno. I famigliari di Passero riferirono
che il conducente di un'alfa 156 grigia aveva tentato di uccidere l'uomo. In
sostanza, la vettura era salita sul marciapiede nei pressi di un bar e aveva
cercato di travolgerlo ma soltanto grazie alla sua prontezza di riflessi
Passero era riuscito a mettersi in salvo. Il tentativo invece e' riuscito il 20
marzo scorso -a detta dei carabinieri- quando Passero e' stato ucciso. Sono stati
liquidati anche gli avvocati di parte civile, Luigi Iannettone e Francesca
Mastracchio, e soprattutto i familiari ma due testimoni che furono interrogati
davanti alla corte di assise sono stati ritenuti inattendibili e il pm ha
trasmesso gli atti alla procura competente per falsa testimonianza.