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domenica 9 giugno 2013

Quo usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra? PER ESSERE IN TEMA A CIO' CHE ACCADE IN CITTA'



La locuzione latina Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?, tradotta letteralmente, significa Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza? (Cicerone, 1 Catilinaria). Prosegue con le parole "Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?" che, tradotte, significano Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà [la tua] sfrenata audacia?".
Queste violente parole costituiscono il celeberrimo incipit ex abrupto della prima delle orazioni Catilinarie, pronunciata da Marco Tullio Cicerone, di fronte al Senato romano riunito nel tempio di Giove Statore opportunamente protetto dai legionari romani, l'8 novembre del 63 a.C. per denunciare Catilina, il quale si presentò in Senato nonostante, proprio quella mattina, alcuni suoi complici avessero tentato di uccidere Cicerone.
Cicerone, avvertito in tempo del complotto, non permise agli emissari di Catilina di entrare nella sua casa quando giunsero per salutarlo; questi ultimi, vedendosi scoperti, abbandonarono l'impresa. Cicerone quindi, come detto, quella mattina stessa denunciò l'accaduto in Senato.
L'espressione appartiene anche al linguaggio comune: viene usata con l'intenzione di accusare il suo destinatario di abusare della pazienza, dell'indulgenza o della buona educazione di chi la proferisce o del gruppo di cui si fa portavoce.
 


La nostra città sta vivendo un periodo buio da altre 20 anni. Le amministrazioni che si sono succedute dalla fine del secolo agli albori del nuovo millennio non hanno fatto altro che sfruttare e depauperare le ricchezze culturali, strutturali ed economiche della cittadina del Foro.
La svendita continua della città a partire dalla chiusura di uno dei primi asili nido comunali della regione, della perdita della facoltà di Psicologia in favore di Caserta, del contratto di affitto del condominio di Cosentino per insediarvi un vergognoso tribunale civile, la perdita dei fondi del  dea di secondo livello, già approvati e stanziati dal ministero e dalla regione, la regalia di Palazzo Melzi all'università di Giurisprudenza che a seguito della costruzione dell'Aulario lo ha praticamente abbandonato, la stessa autorizzazione a costruire l'aulario in barba alle norme urbanistiche , la costituzione di una società di trasformazione urbana a capitale pubblico (51%) privato (49) per costruire un inutile centro commerciale per arricchire il privato palazzinaro e non certo la collettività ,e ancora lungo sarebbe l'elenco ,  ha spinto un gruppo di persone a voler reagire e cercare di modificare la situazione di degrado , di disinteresse e disamore della classe politica sammaritana per la propria città.
Il progetto politico all'insegna del cambiamento e dell'occupazione e di lotta agli speculatori portò grande speranza nei sammaritani che diedero  la vittoria a Giancarlo Giudicianni, che avrebbe dovuto, insieme alla coalizione, attuare il progettato e sognato cambiamento .
Ben presto però , si comprese che l'allora margherita, oggi pd, manovrata da Campochiaro e dai vecchi compagni di coloro che avevano svenduto la città, non poteva e non voleva dar seguito agli impegni presi con la coalizione e con i sammaritani , e , tradendo in modo spregevole la città continuarono nel sacco sistematico delle risorse e nello svilimento del bene comune in favore di palazzinari dell'agro aversano e degli amici e parenti .
Quello stesso gruppo di persone che aveva sognato  il cambiamento , (che grazie alla fiducia in loro dei sammaritani, aveva favorito la vittoria di Giudicianni), non ha potuto di certo tacere e sopportare silente il sistematico tradimento degli impegni che avevano  preso con i sammaritani e così  ha dato  vita a  "Il Popolo Sammaritano" attuale "Freccia nel Fianco". Il dovere morale oltre che civico ha spinto quei sognatori a trovare un modo per tentare di spingere l'allora sindaco, da loro appoggiato, a rispettare quanto promesso , il "giornalaccio" come lo chiamava la cricca di Giudicianni , è nato per spronare l'Amministrazione di allora e solo in seguito , appurato che alcun risultato positivo si sarebbe potuto ottenere    da quell'amministrazione , troppo legata ad imprenditori e speculatori, si  decise di utilizzare il giornale per osteggiare ogni speculazione ed ogni illegittimità, che tendesse a mortificare  la città e i suoi cittadini : ed è così che la nostra pubblicazione è diventata il Tormento Comunale . Dopo che finalmente la città si è liberata del traditore del popolo sammaritano e dei suoi compagni di tradimento, quello stesso gruppo di persone ha tentato nuovamente di attuare quello che restava e resta  un ottimo progetto per la città e che non era stato attuato solo per le forti spinte dell'agro aversano e dei professionisti del mattone. Non a caso il procuratore della Repubblica Dott. Lmebo ha definito S. Maria C.V. la cucina dei Casalesi .
Ancora una volta, nel 2011, i  sammaritani hanno creduto di poter finalmente vedere quel cambiamento già chiesto nel 2007, ed hanno dato fiducia al gruppo delle associazioni che non avevano mai abbandonato quel progetto di rinascita di S. Maria C.V. tradito e vilipeso da chi una volta assicuratisi i voti aveva voltato le spalle ai suoi stessi elettori .  Ancora una volta la fiducia è stata riposta in chi caldeggiava la discontinuità con gli affarismi e con le speculazioni e svendita del nostro territorio, ma, non essendosi trattato di vittoria al primo turno  è stato doveroso fare una scelta, e, per evitare il ritorno dei vecchi amministratori che in gruppo erano passati dal pd al pdl , Giudicianni e Campochiaro in primis, si è scelto di apparentarsi con quella che si era considerata la parte sana del PD ed il novello Rinnovatore di centro destra.
Un patto per la città, ha fatto sì che l'attuale sindaco e l'attuale Amministrazione sedessero a Palazzo Lucarelli . Sono passati due anni in cui i fautori di quel successo elettorale hanno pazientemente atteso che si cominciasse a dare vita al cambiamento con atti coraggiosi di discontinuità col passato.  Ad oggi ancora nessun segnale neanche flebile è stato lanciato da quest'Amministrazione e la "Freccia nel Fianco" quindi è stata rispolverata per pungolare , per risvegliare e ricordare ai propri rappresentanti e all'intera coalizione che la pazienza ha un limite e che nessun benevolo trattamento sarà  riservato a chi tradisce le aspettative del  popolo sammaritano . Speriamo di non aver sbagliato ancora come sbagliammo con Giudicianni , ma anche questa volta, se saranno disattese le aspettative, chiederemo scusa ai nostri concittadini per la nostra ingenuità nell'aver voluto credere che vi fossero uomini  dignitosi e di parola e  assicureremo loro che non daremo tregua a chi continua a calpestare la città  .
   p.s. Quando nominiamo Giudicianni ci riferiamo ovviamente non solo a lui ma anche a tutti coloro che lo hanno affiancato nell'operare il tradimento della città 
LE ASSOCIAZIONI