La locuzione
latina
Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?, tradotta
letteralmente, significa Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della
nostra pazienza? (Cicerone, 1 Catilinaria). Prosegue con le
parole "Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese
effrenata iactabit audacia?" che, tradotte, significano Quanto a
lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si
spingerà [la tua] sfrenata audacia?".
Queste violente parole costituiscono il
celeberrimo incipit
ex
abrupto della prima delle orazioni Catilinarie,
pronunciata da Marco Tullio Cicerone, di fronte al Senato
romano riunito nel tempio di Giove Statore
opportunamente protetto dai legionari romani, l'8 novembre
del 63 a.C.
per denunciare
Catilina, il
quale si presentò in Senato nonostante, proprio quella mattina, alcuni suoi
complici avessero tentato di uccidere Cicerone.
Cicerone, avvertito in tempo del complotto,
non permise agli emissari
di Catilina di entrare nella sua casa quando giunsero per salutarlo; questi
ultimi, vedendosi scoperti, abbandonarono l'impresa. Cicerone quindi, come
detto, quella mattina stessa denunciò l'accaduto in Senato.
L'espressione appartiene anche al linguaggio
comune: viene usata con l'intenzione di accusare il suo destinatario di
abusare della pazienza,
dell'indulgenza
o della buona educazione di chi la proferisce o del gruppo
di cui si fa portavoce.
La nostra città sta vivendo un periodo buio da altre 20
anni. Le amministrazioni che si sono succedute dalla fine del secolo agli
albori del nuovo millennio non hanno fatto altro che sfruttare e depauperare le
ricchezze culturali, strutturali ed economiche della cittadina del Foro.
La svendita continua della città a partire dalla chiusura di
uno dei primi asili nido comunali della regione, della perdita della facoltà di
Psicologia in favore di Caserta, del contratto di affitto del condominio di
Cosentino per insediarvi un vergognoso tribunale civile, la perdita dei fondi
del dea di secondo livello, già
approvati e stanziati dal ministero e dalla regione, la regalia di Palazzo
Melzi all'università di Giurisprudenza che a seguito della costruzione
dell'Aulario lo ha praticamente abbandonato, la stessa autorizzazione a
costruire l'aulario in barba alle norme urbanistiche , la costituzione di una
società di trasformazione urbana a capitale pubblico (51%) privato (49) per
costruire un inutile centro commerciale per arricchire il privato palazzinaro e
non certo la collettività ,e ancora lungo sarebbe l'elenco , ha spinto un gruppo di persone a voler reagire
e cercare di modificare la situazione di degrado , di disinteresse e disamore
della classe politica sammaritana per la propria città.
Il progetto politico all'insegna del cambiamento e
dell'occupazione e di lotta agli speculatori portò grande speranza nei
sammaritani che diedero la vittoria a
Giancarlo Giudicianni, che avrebbe dovuto, insieme alla coalizione, attuare il
progettato e sognato cambiamento .
Ben presto però , si comprese che l'allora margherita, oggi
pd, manovrata da Campochiaro e dai vecchi compagni di coloro che avevano
svenduto la città, non poteva e non voleva dar seguito agli impegni presi con
la coalizione e con i sammaritani , e , tradendo in modo spregevole la città
continuarono nel sacco sistematico delle risorse e nello svilimento del bene
comune in favore di palazzinari dell'agro aversano e degli amici e parenti .
Quello stesso gruppo di persone che aveva sognato il cambiamento , (che grazie alla fiducia in
loro dei sammaritani, aveva favorito la vittoria di Giudicianni), non ha potuto
di certo tacere e sopportare silente il sistematico tradimento degli impegni
che avevano preso con i sammaritani e
così ha dato vita a "Il
Popolo Sammaritano" attuale "Freccia nel Fianco". Il dovere
morale oltre che civico ha spinto quei sognatori a trovare un modo per tentare
di spingere l'allora sindaco, da loro appoggiato, a rispettare quanto promesso
, il "giornalaccio" come lo chiamava la cricca di Giudicianni , è
nato per spronare l'Amministrazione di allora e solo in seguito , appurato che
alcun risultato positivo si sarebbe potuto ottenere da quell'amministrazione , troppo legata ad imprenditori
e speculatori, si decise di utilizzare
il giornale per osteggiare ogni speculazione ed ogni illegittimità, che
tendesse a mortificare la città e i suoi
cittadini : ed è così che la nostra pubblicazione è diventata il Tormento
Comunale . Dopo che finalmente la città si è liberata del traditore del popolo
sammaritano e dei suoi compagni di tradimento, quello stesso gruppo di persone
ha tentato nuovamente di attuare quello che restava e resta un ottimo progetto per la città e che non era
stato attuato solo per le forti spinte dell'agro aversano e dei professionisti
del mattone. Non a caso il procuratore della Repubblica Dott. Lmebo ha definito
S. Maria C.V. la cucina dei Casalesi .
Ancora una volta, nel 2011, i sammaritani hanno creduto di poter finalmente
vedere quel cambiamento già chiesto nel 2007, ed hanno dato fiducia al gruppo
delle associazioni che non avevano mai abbandonato quel progetto di rinascita
di S. Maria C.V. tradito e vilipeso da chi una volta assicuratisi i voti aveva
voltato le spalle ai suoi stessi elettori .
Ancora una volta la fiducia è stata riposta in chi caldeggiava la
discontinuità con gli affarismi e con le speculazioni e svendita del nostro
territorio, ma, non essendosi trattato di vittoria al primo turno è stato doveroso fare una scelta, e, per
evitare il ritorno dei vecchi amministratori che in gruppo erano passati dal pd
al pdl , Giudicianni e Campochiaro in primis, si è scelto di apparentarsi con quella
che si era considerata la parte sana del PD ed il novello Rinnovatore di centro
destra.
Un patto per la città, ha fatto sì che l'attuale sindaco e
l'attuale Amministrazione sedessero a Palazzo Lucarelli . Sono passati due anni
in cui i fautori di quel successo elettorale hanno pazientemente atteso che si
cominciasse a dare vita al cambiamento con atti coraggiosi di discontinuità col
passato. Ad oggi ancora nessun segnale
neanche flebile è stato lanciato da quest'Amministrazione e la "Freccia
nel Fianco" quindi è stata rispolverata per pungolare , per risvegliare e
ricordare ai propri rappresentanti e all'intera coalizione che la pazienza ha
un limite e che nessun benevolo trattamento sarà riservato a chi tradisce le aspettative
del popolo sammaritano . Speriamo di non
aver sbagliato ancora come sbagliammo con Giudicianni , ma anche questa volta,
se saranno disattese le aspettative, chiederemo scusa ai nostri concittadini
per la nostra ingenuità nell'aver voluto credere che vi fossero uomini dignitosi e di parola e assicureremo loro che non daremo tregua a chi
continua a calpestare la città .
p.s. Quando nominiamo Giudicianni ci
riferiamo ovviamente non solo a lui ma anche a tutti coloro che lo hanno
affiancato nell'operare il tradimento della città
LE ASSOCIAZIONI