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venerdì 29 marzo 2013

SANTA MARIA CAPUA VETERE - TOTAL IMPACT - IL CLAN SI SERVIVA ANCHE DI DUE NOTAI, PER CAMBIARE LE CARTE IN TAVOLA .

SANTA MARIA CAPUA VETERE – MALAFFARE , POLITICA , CAMORRA NELLA CITTA’ DI SPARTACUS DIVENTATA LA CITTA’ DELLA CAMORRA .

Il gruppo o clan, come voi meglio li definite non risparmiavano nessuno neanche i notai che prestavano la loro professionalità nella città del foro : anche loro erano succubi del gruppo . Non a caso due atti eseguiti da due notai diversi sono stati oggetto di attenzione da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e degli inquirenti che hanno fatto questa ricerca . Addirittura ci sarebbero stati cambi di destinazione d’uso . Un atto di vendita di un appartamento che doveva essere a tutti gli effetti un ufficio poiché una delle figlie di Don Salvatore Amato si presentò con la documentazione del cambio ( eppoi dicono che il comune di Santa Maria Capua Vetere non c’entra … c’entra eccome !!!). E’ quanto si evince non solo dalle intercettazioni telefoniche , ma anche dagli atti che sono stati depositati presso il gip di Napoli con la richiesta di arresto da parte del Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, ma suoi nomi dei professionisti e sui nomi che hanno eseguito gli atti c’è il massimo riserbo anche perché a tutt’oggi non sono neanche indagati . Ma tuttavia, il provvedimento del gip del tribunale di Napoli conferma che nella città di Santa Maria Capua Vetere per gli anni in cui vengono contestati i reati ai 57 indagati, il gruppo o clan teneva sotto scacco tutti , politici, imprenditori ma anche persone normali che lavoravano presso le pubbliche amministrazioni della città ed uffici privati. Il Connubio fra malaffare e politica viene fuori anche attraverso altre indagine che sono ancora all’inizio , ma potrebbero scattare da un momento all’altro perché interessano altri 3 filoni tanto cari ai politici non solo sammaritani , ma anche nell’intera regione. Intanto la Dda e la Dia indaga a largo raggio .