VEDERE PER CREDERE CLICCA QUI

Pagine

domenica 10 febbraio 2013

SANTA MARIA CV - RIAPRIAMO IL POLITEAMA E UBICHIAMOCI UN MUSEO ARCHEOLOGICO


Un museo dell’archeologia in pieno centro all’interno del teatro Politeama di Santa Maria Capua Vetere rimasto chiuso per diverso tempo .Una proposta cha potrebbe essere fattibile, ma in ogni caso fa pensare alla riuscita della stessa. E’ quello che venuto fuori da un incontro avuto con il sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Maria Di Muro  con  alcuni rappresentanti delle associazioni degli operatori del terziario insieme al altri rappresentanti delle associazioni per rilanciare  l’attività economica  in città . Oramai,  quando  si scava in città, vengono sempre  alla luce reperti archeologici  che fanno capire, come sotto la città si nasconde un tesoro inestimabile e puntualmente questi reperti vengono presi e depositati nel museo di Via Roberto D’Angiò dove lo stesso è oramai saturo . La proposta, infatti, ha due valenze importanti , la prima quella di allagare  la sfera conoscitiva della città con l’apertura di nuovi  siti in pieno centro sfruttando location in disuso  in modo da incrementare quel flusso di persone anche nel centro storico che negli  passati è stato il vero volano di economia cittadina , la seconda è quella di continuare nell’opera dell’ex assessore Mario Tudisco   di rivalutazione di una città sotto profilo culturale . La proposta è quella di far acquistare il vecchio cinema dall’amministrazione  comunale insieme con le associazioni di categoria degli operatori del terziario attraverso un mutuo con la cassa depositi e prestiti , ma anche sfruttando tutte le agevolazioni  necessarie  per cercare di acquisire  un bene che è rimasto un rifugio per barboni ed extracomunitari i quali non sanno dove andare . L’apertura del museo  potrebbe essere in ogni caso legata anche  alla rivalutazione di un parcheggio già esistente  situato nelle adiacenze della struttura. Insomma la nuova linfa  del centro storico passa attraverso una acquisizione di un fabbricato soltanto fini culturali per rilanciare che potrà avere quell’attività del terziario che tanto piange in città.