“Il parlare poco, tanto raccomandato dagli antichi saggi, non va inteso nel senso di dire poche parole, ma di non dirne di inutili”.
Con questa espressione di San Francesco di Sales (1567-1622), venerato nella Chiesa come patrono dei giornalisti, nell’annuale ricorrenza della sua festa liturgica, sento di poter dire un cordiale augurio ed un incoraggiamento a tutti coloro che operano nel delicato ed importantissimo settore dell’informazione.
Viviamo un tempo di fatica sociale, di ricerca e, a volte, di ansia per il futuro della nostra vita personale, ma, direi di più, anche per la vita quotidiana dell’umanità. Viviamo, perciò, un tempo che ha bisogno di parole, di parole che aiutino l’umanità a dialogare per capire, per interpretare i segni di una realtà complessa ed in movimento.
Sappiamo e crediamo che ogni complessità, ogni movimento di cambiamento porta sempre in sé un desiderio ed una forma di progresso, ma sperimentiamo anche quanto sia difficile per l’uomo solo riuscire a decifrare i segni, a non smarrirsi, a non perdere l’orientamento della speranza.
Ecco, allora, la funzione della comunicazione che permette all’umanità di superare la tentazione della solitudine, la forza della parola che coinvolge nella ricerca comune, che aiuta a guardare ai segni dei tempi per coglierne i dinamismi di speranza ed i fermenti che orientano a possibili nuove forme di vita.
Carissimi amici Giornalisti, permettetemi, a nome della comunità cristiana di Aversa, di esprimere la gratitudine per l’impegno che sviluppate nel vostro quotidiano raccogliere, pensare, comprendere e comunicare la vita della nostra società. Permettetemi anche di augurarvi di avere grande consapevolezza dell’importanza del vostro servizio, quasi una missione, la missione di accompagnare la nostra società, ogni cittadino nell’incontrare la verità, nel sentire di vivere insieme con altri la ricerca del giusto, il senso dell’essere uomo, il rispetto della vita dell’intera umanità, la fiducia nel bene comune, la speranza nel cammino quotidiano.
Per questo, diceva ancora San Francesco di Sales: “Bisogna evitare i due estremi: darsi troppo un contegno sostenuto e severo, … che mi sembra denoti mancanza di fiducia e anche un certo disprezzo degli altri; … e, d’altra parte, il ciarlare e il cicalare senza soste, senza mai lasciare spazio agli altri per dire una sola parola…”. (Filotea cap. XXX)
Auguri, carissimi amici. Dio che ci ha donato la possibilità di comunicare tra noi vi guidi perché le vostre parole siano sempre utili alla vita della società e dell’uomo.
Angelo Spinillo
Vescovo di Aversa