Se devo essere sincero, penso che se qualche giorno fa l’onorevole Dante Cappello avesse fatto una trasfusione di sangue il colore non era certamente rosso , ma blu come il colore dello scudo crociato della Democrazia Cristiana a cui ha sempre giurato fedeltà fin da quando era giovane. Dante Cappello sembra classe 1920 è stato insieme all’onorevole Ievoli e al casertano Vittorio Gasparin lo zoccolo duro di una Democrazia Cristiana al parlamentino Regionale Campano che aveva in Sua eccellenza Giacinto Bosco e il figlio Manfredi i punti di riferimento nella provincia di Caserta , a Roma . Con il passar del tempo, essendo tutti appartenenti alla corrente di Amintore Fanfani, i tre consiglieri regionali aderirono ad una nuova corrente Chiamata “ Nuove cronache “ dove anche l’ex sottosegretario Giuseppe Santonastaso insieme a Nicola di Muro ne facevano parte . Successivamente tutti insieme traghettarono nella corrente basista della Democrazia Cristiana eleggendo segretario del partito , alla fine degli anni settanta e inizio anni ottanta, Ciriaco de Mita, nel giorno più della dc quando anche Giulio Andreotti disse di si insieme ad Amintore Fanfani . All’Eur c’erano tutti i rappresentanti politici casertani e io insieme ad un gruppo di amici casertani e sammaritani con autobus e auto ci recammo a Roma, per assistere al battesimo di una nuova Democrazia Cristiana anche la famiglia Cappello e Don Dante insieme ai suoi figli per far nascere quella corrente quella basista, che è stata la più incisiva non solo in una provincia quella di Caserta, ma anche a livello nazionale suggellando la nomina a presidente del consiglio dei ministri del nuschese Ciriaco de Mita .
E’ un pezzo di storia della provincia di Caserta che vale la pena ricordare , perché la storia non si cancella.
Prospero Cecere