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venerdì 30 novembre 2012

CARO MARIO TI SCRIVO........IL RICORDO DI UN LETTORE

Caro Prospero, ho saputo che eri molto legato ad un ragazzotto sammaritano che, senza tanti rimpianti, ha deciso di passare a vita migliore.
Io pure, come te, ero un suo amico e te ne voglio raccontare il carattere e la personalità.

Da giovane faceva il cronista in giornali locali ed andava in giro tutto il giorno a piedi per trovare fatti da raccontare.

Conobbe varie ragazze ed iniziò a passare le giornate a pensare come si sarebbero comportate quelle ragazze se lui fosse stato il re d’Inghilterra, Pelè, o un ricchissimo uomo d’affari.

Alla sera riempiva la sua pagine inventando fatti di cronaca , e questi fatti piacevano parecchio alla gente perché erano molto più verosimili di quelli veri.

Aveva, nel suo vocabolario, si e no 200 parole ed erano le stesse che usava per raccontare l’incidente stradale, l’arresto del ‘bigattiere’ o lo sciopero dei ragazzi delle scuole elementari.

Quindi niente letteratura, filosofia o acculturazioni varie; era cronista di giornali da vendere a 1000 lire e si limitava a raccontare fatti di cronaca sammaritana per lo più inventati.

Perciò tanto verosimili da sembrare assolutamente veri.

Lui ragionava sulle cose in questo modo.

“In questo pezzo di terra che circonda l’anfiteatro succedono cose che da altre parti non possono succedere.

Qua tira un aria speciale che va bene per i vivi e per i morti.

Qua anche i cani hanno un’ anima ed i gatti ed i cavali pure”.

Sapeva, quando inventava le storie , che queste prima o poi si sarebbero verificate.

Conosceva troppo bene la sua città ed i suoi concittadini.

Ne anticipava .. ‘le mosse’, … niente di straordinario.

Considerava la moda del tempo, il luogo in cui viveva, il momento psicologico e concludeva che stando così le cose, le vicende che raccontava si sarebbero verificate con altissima probabilità.

Questo modo di pensare non l’ha mai abbandonato.. almeno da vivo.

Da morto non ne ho ancora notizie ( al più presto riferirò…tanto primo o poi un terno secco me lo verrà a consigliare .. altrimenti sai le bestemmie che gli mando ..).

Sarà stata la storia degli ozi di Annibale, di Garibaldi, della battaglia da cui nacque l’Italia unita, delle truppe di invasione alleate che scacciarono gli invasori tedeschi, ma era inevitabile che, per strada o al bar, al teatro o al cinema, a scuola o sul bus, andava a sedersi vicino a qualcuno ed iniziava a domandargli di politica, e l’altro a rispondergli.

Lui, poi, condiva i suoi discorsi con saccenza Togliattana … nemmeno se Berlinguer gli avesse fatto da papà e Iotti da mamma (non avendo mai conosciuto la sua, tanto valeva trovarsene una che gli piaceva...).

Nel marasma elettorale che ha caratterizzato il post tangentopoli finalmente trovò il suo spazio pubblico.

Diventò consigliere comunale.

Che passione quella politica.

Quanta gente gli ha fatto conoscere e quanti amici …

Anche qualche nemico , per la verità.

Bontà sua , però, non ha mai odiato nessuno.

Le storie che ogni giorno leggevamo sul suo ‘blog’ facevano ridere ( a denti stretti, ma ridevano) anche i suoi avversari politici.

Il compagno ‘ … u n’fame’ … ne è un esempio vivente.

Erano storie che ci facevano percepire un determinato clima in un determinato ambiente.

Erano storie soprattutto politiche che raccontavano di Gianpinocchio e del suo seguito, delle figuracce del PD locale, dell’improponibilità dei rappresentanti del PDL, di ‘mariuolizie’, tangenti e mercimoni vari.

Qualche volta inventate ( o meglio anticipate) tante volte no.

Piaceva alle donne (scusami Antonella, ma è la verità).

Gli correvano dietro.

Io non ho mai capito il perché, fino a quando non gli ho sentito recitare il suo inno all’amore … : “ Una lacrima sul viso” … le lasciava di stucco.

Quella più bella da raccontare, tra le tante storie da lui vissute, è quella di un anno ( e poco più) di politica, da noi vissuta straordinariamente.

Giornali, radio , televisione, conferenze, dibattiti, .. era il protagonista indiscusso di tutto quello che si raccontava in città a proposito di Campochiaro e dei suoi compagni di merenda ( … e come mangiavano …. rispetto a lui che per mangiare era costretto a fare delle interviste impossibili a personaggi ancora più impensabili … sembravano degli autentici silos imbottiti di carne e maccheroni ).

Autentici VIP della colta nomenclatura giudiziaria nazionale, però, non tenevano per lui il passo svelto e concreto del giudizio di Pietro Feola e di ‘Gigino giornaletto’.

Ti sembrerà strano ma erano proprio quelle le sue fonti di saggezza.

L’ambiente era S. Maria C.V. ed il fiume Volturno aveva inizio dal ‘Garibaldi’ e terminava al Mitreo.. l’Appia, invece, era un lungo stradone che congiungeva S. Pietro con l’Arco Adriano.

Tifava Inter solo perché era l’unica squadra di seria ‘A’ ad avere la maglietta del Gladiator ed il suo cantante preferito era la star di turno del 15 di agosto.

Una lacrima di Alfredo lo avrebbe, insomma, rassicurato e rasserenato molto di più delle vuote ed inutili parole degli esponenti della nomenclatura nazionale intervenuti al suo funerale ( mi veniva da scrivere matrimonio … vista l’età… ma che ci vuoi fare … questa è la vita anzi … la s.l.a. … …).

Io al suo matrimonio, per la verità, ci sono andato.

Bella serata.

Canti, balli e lazzi a volontà. Risate a crepapelle.

Diedi in tutta fretta gli auguri a lui ed alla sua ex consorte perché dovevo accompagnare la mia allora fiamma alla sua automobile …. Improbabilmente nascosta dietro a dei cespugli.

Dopo quasi 16 anni continuavamo ancora a ridere ricordandoci di quell’indecente l’episodio.