Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, unitamente a quelli di Caserta, hanno dato esecuzione all'ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari, emessa dal GIP collegiale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti di 7 persone fra cui 3 Ufficiali dell'Esercito - uno in congedo - 2 amministratori di un consorzio per la gestione dei rifiuti e 2 geologi, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso nei reati di disastro ambientale, truffa aggravata in danno dello Stato, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.
E' in esecuzione, inoltre, il sequestro preventivo - per equivalente - di oltre 3 milioni di euro nei confronti di due imprenditori della S.p.A. (attualmente in liquidazione), coinvolta nella vicenda.
La misura scaturisce da un'articolata indagine del Nucleo Investigativo dei Carabinieri condotta anche con l'ausilio specialistico del NOE di Caserta nel periodo 2008 - 2012.
In particolare l'attività investigativa ha:
- ricostruito l'articolato iter amministrativo che ha consentito al Commissariato di Governo per l'Emergenza Rifiuti di attivare il sito di Stoccaggio di Rifiuti in località "Ferrandelle" del comune di Santa Maria La Fossa (CE);
- consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine ai delitti contestati, anche attraverso l'esame della copiosa documentazione amministrativa, oggetto di consulenza tecnica;
- chiarire il ruolo della SIMONT S.p.A.;
- accertare che la citata S.p.a. ha realizzato maggiori introiti in conseguenza della non conformità delle opere realizzate alle specifiche tecniche del capitolato;
- ascrivere gli illeciti accertati ad una truffa ai danni dello stato resa possibile dal comportamento omissivo degli organi di controllo e dai rappresentanti istituzionali deputati alla verifica della corretta realizzazione delle opere commissionate.
Le indagini hanno evidenziato che gli indagati, nell'ambito delle rispettive responsabilità e competenze, hanno intenzionalmente ignorato la presenza di una falda acquifera superficiale nel sito, procedendo a false attestazioni.
La presenza della falda è stata ignorata sia nella fase di progettazione che in quella di costruzione, ed anche nella successiva utilizzazione del sito, consentendo l'utilizzo di tiri sito del tutto inadeguato, essendo lo stesso ubicato in area ove era vietata la realizzazione di impianti di gestione di RSU (zona R, già B, del piano stralcio di difesa dalle alluvioni) ed essendo il terreno estremamente cedevole, proprio in ragione della presenza di una falda superficiale.
Il progressivo, quanto inevitabile, precoce deterioramento delle barriere (costituite da piattaforma di calcestruzzo e geomembrana in HDPE, aventi caratteristiche diverse rispetto alle previsioni progettuali), che avrebbero dovuto impedire l'inquinamento del sottostante suolo, ha poi ulteriormente aggravato le conseguenze, comportando un incremento del danno ambientale.
Si giungeva, attraverso le condotte ascrivibili a vario titolo agli indagati, al cedimento strutturale delle piattaforme con conseguente lacerazione dei teli impermeabilizzanti e la conseguente immissione del percolato nelle falde acquifere sottostanti, in guisa da determinare una situazione diffusa tale da esporre a pericolo collettivamente un numero indeterminato di persone, in ragione della contaminazione delle acque di falda e quindi dei terreni finitimi, anche destinati a insediamenti agricoli.
Le analisi tecniche hanno infatti evidenziato l'inquinamento non solo della falda acquifera superficiale, ma anche di quella "profonda", tale da configurare i caratteri propri del disastro ambientale.
La situazione del sito di Ferrandelle, in seguito alle esigenze connesse all'interminabile emergenza per lo smaltimento dei rifiuti in Campania, si è ulteriormente aggravata con lo smaltimento nel sito di rifiuti di ogni genere (lavatrici, materassi, divani, fusti d'olio, rottami di vetture, pneumatici...), dunque non solo rifiuti appartenenti alla categoria dei solidi urbani per i quali la discarica doveva essere abilitata.
Nelle piazzole venivano così a crearsi abbancamenti di rifiuti alti anche 14/15 metri, il cui peso complessivo, superato il carico sostenibile, determinava infatti il cedimento della struttura di contenimento sottostante con la conseguente penetrazione del percolato nelle sottostanti falde acquifere.
Veniva, inoltre, accertato il delitto di truffa ai danni dello stato, consumato attraverso una pluralità di artifizi, che comportavano l'erogazione della somma totale di euro 3.122.802,09, con pari danno per l'amministrazione dello Stato, nella specie del commissario straordinario per l'Emergenza rifiuti in Campania.
In conseguenza del delitto, è stato disposto il sequestro preventivo per equivalente della somma di € 3.122.802,09 (ovvero dei beni del valore equivalente) comunque nella disponibilità di:
1. MONTAGNA Antonio, responsabile "di fatto" della SIMONT S.p.A.;
2. MONTAGNA ROBERTO, già amministratore delegato della SIMONT S.p.A.
Gli indagati, per i quali è stata adottata la misura cautelare degli arresti domiciliari, sono:
3. Col. g. RN BERNARDO Salvatore, attualmente in congedo, già responsabile del procedimento del sito di stoccaggio in località Ferrandelle nel comune di Santa Maria la Fossa (CE);
4. Ten. Col. (E.I.) CAPASSO Giovanni, già inserito nell'Area-Impiantistica quale progettista e sviluppo impiantistica del sito di stoccaggio in località Ferrandelle nel comune di Santa Maria la Fossa (CE);
5. Ten. Col. (E.I.) Ing. SALOMONE Franco, già direttore dei lavori del sito di stoccaggio in località Ferrandelle nel comune di Santa Maria la Fossa (CE);
6. Dott. DIPLOMATICO Giuseppe Antonio, geologo della SIMONT S.p.A.;
7. Arch. MADONNA Paolo, già rappresentante del Consorzio CE2, attualmente Dirigente del settore ambiente, ecologia e gestione rifiuti della Provincia di Caserta;
8. Dott. PICCIRILLO Andrea, geologo;
9. Arch. VAGLIVIELLO Biagio, già rappresentante del Consorzio CE2, attualmente custode giudiziale del sito di stoccaggio sito in località Ferrandelle di Santa Maria La Fossa.