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martedì 21 agosto 2012

Omicidio Passaro , per adesso passa la teoria della procura. Fissata udienza preliminare il 19 settembre 2012



E’ agli arresti domiciliari Carmelo Arcieri, di Cellole, fermato per la morte di Antonio Passaro . Il giudice delle indagini preliminare Dottoressa Cettina Scognamiglio del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha fissato per il prossimo 19 settembre 2012 udienza prelimanare per il rinvio a giudizio o proscioglimento di Carmelo Arcieri. Come sostenuto nella tesi degli avvocati Angelo Raucci, Rosario Avenia e Antonio Gallinaro, è stato derubricato il reato da omicidio volontario ad omicidio colposo perché non era capace di intendere e di volere. “Non volevo ucciderlo, ero ubriaco”, questa la confessione di Carmelo Arcieri, ma il pubblico ministero ha inviato gli ati al gip chiedendo il processo per omicidio volontario nonostante ascoltato dal sostituto procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Gerardina Cozzolino, ha sostenuto di aver investito Passaro involontariamente in quanto in quel momento era completamente ubriaco e in stato confusionale per un malore improvviso, avvalorando questa tesi col suo arrivo all’ospedale di Sessa Aurunca. Il fatto accadde il 20 marzo nella villa di Cellole, Grazie all'autopsia si è verificato che la vittima aveva subito un investimento frontale. Decisive le testimonianze dei parenti, che hanno riferito di un investimento volontario di cui era stato vittima l'uomo nel febbraio 2012 ad opera di un'Alfa grifia. L'attenzione degli inquirenti e le telecamere di alcuni esercizi commerciali presenti nella zona hanno confermato i sospetti: effettivamente un'Alfa 156 SW di colore grigio è passata per ben due volte in corso Freda la notte dei fatti. Dopo essere risaliti al proprietario della vettura sono partite le ricerche. Il colpevole, dopo essersi reso irreperebile per quasi una settimana si è fatto vivo direttamente in caserma, sostenendo di aver investito involontariamente (e in stato di ebrezza) l'uomo.la parte civile e rappresentata dall avvocato Luigi Iannettone