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lunedì 9 luglio 2012

SCANDALO A CASERTA - SEQUESTRATO APPARTAMENTO INTESTATO AD AFFILIATI AL CLAN DEI CASALESI .

E’ in corso un’operazione del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e della Squadra Mobile di Caserta finalizzata all’esecuzione di un decreto di sequestro di prevenzione, emesso dal Tribunale di Santa Maria C. V. - Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della D.D.A. di Napoli, nei confronti di beni, mobili ed immobili, riconducili a SCHIAVONE Paolo, nato ad Aversa (CE) il 17.12.1982, detenuto in regime di 41 bis, figlio di SCHIAVONE Francesco, alias Cicciariello, cugino di SCHIAVONE Francesco Sandokan.

SCHIAVONE Paolo era stato arrestato dalla Squadra Mobile di Caserta e dal Centro Operativo D.I.A. di Roma nel maggio 2010, nell’ambito dell’Operazione c.d. “Sud Pontino”, coordinata dalla D.D.A. di Napoli, che aveva svelato le infiltrazioni ed i condizionamenti del clan “dei Casalesi-ala SCHIAVONE” nelle attività dei principali mercati ortofrutticoli del centro e del sud Italia, imponendo il monopolio dei trasporti su gomma alla ditta “La Paganese” di San Marcellino (CE), formalmente intestata all’imprenditore PAGANO Costantino, anch’egli arrestato, ma riconducibile direttamente alla famiglia “SCHIAVONE”, ed in particolare ai gruppi capeggiati da SCHIAVONE Francesco, alias Sandokan, ed all’omonimo cugino SCHIAVONE Francesco, alias “Cicciariello”, attraverso i rispettivi figli, Nicola e Paolo, indagati per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni ed illecita concorrenza, reati aggravati dal metodo mafioso. Peraltro, l’indagine aveva evidenziato l’importanza assunta dal clan “dei Casalesi” nel gotha criminale nazionale tanto che, per imporre alla “Paganese Trasporti” il controllo esclusivo nello strategico settore dei trasporti dei prodotti ortofrutticoli sulle tratte da e per la Sicilia, aveva stretto una vera e propria alleanza commerciale, fondata su metodi tipicamente mafiosi, con esponenti di spicco della Mafia siciliana e con i loro emissari imprenditoriali, che controllavano il commercio all’ingrosso e la distribuzione di tali beni nei principali mercati dell’isola. In tale contesto erano state emesse oltre 60 ordinanze di custodia cautelare in carcere.

In seguito, la Procura Antimafia inoltrava al Tribunale di Santa Maria C.V.- Sezione Misure di Prevenzione una proposta di applicazione della sorveglianza speciale nei confronti del citato SCHIAVONE Paolo, richiedendo, contestualmente, ai sensi della normativa antimafia, anche il sequestro dei beni intestati al giovane che potevano ritenersi provento delle attività illecite per le quali era stato arrestato o che, comunque, fossero frutto del suo reimpiego, delegando alla Squadra Mobile di Caserta, poi coadiuvata dagli specialisti del Servizio Centrale Operativo, complesse indagini di natura patrimoniale.

All’esito di tali accertamenti, il Tribunale di Santa Maria C.V.- Sezione Misure di Prevenzione, il 04.07.2012, convivendo le conclusioni della Procura Antimafia di Napoli, ha emesso un decreto di sequestro, propedeutico alla confisca, dei beni di seguito elencati:



• Ditta individuale di allevamento di bovini e bufalini, produzione di latte, con sede in Cancello Arnone (CE), intestata a SCHIAVONE Paolo;

• Nr. 2 terreni siti in Cancello ed Arnone (CE) acquistati da SCHIAVONE Paolo nel 2007;

• Quota del 50% di terreno ubicato in Cancello ed Arnone (CE) acquistato da SCHIAVONE Paolo nel 2004;

• Nr. 2 terreni siti in Santa Maria la Fossa (CE), acquistati da SCHIAVONE Paolo nel 2007;

• Quota del 50% di fabbricato rurale in Cancello ed Arnone (CE) acquistato da SCHIAVONE Paolo nel 2004;

• Appartamento sito in zona centrale di Caserta, intestato alla moglie di SCHIAVONE Paolo, figlia di un noto commerciante di Caserta.



Infatti, la meticolosa indagine patrimoniale, effettuata da unità specializzate della Squadra Mobile e dal Servizio Centrale Operativo, incentrata sul tenore di vita, sulle disponibilità finanziarie e sul patrimonio di SCHIAVONE Paolo e del suo nucleo familiare, rilevava la notevole sproporzione tra il valore dei beni acquisiti nel corso del tempo dallo stesso e la sua redditività ufficiale, appurando altresì la riferibilità al giovane di tutti i cespiti oggetto del provvedimento di sequestro. Pertanto, il giudice di prevenzione emetteva il relativo decreto, sussistendo sufficienti indizi per ritenere che i beni in argomento costituiscano il provento di attività illecite o costituiscano il frutto del suo reimpiego.