1. Il 6 dicembre u.s., nella provincia di Caserta ed in varie località del territorio nazionale, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta e la DIA di Napoli, contestualmente all’esecuzione delle 56 Ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione denominata “Il Principe e la (scheda) ballerina”, hanno proceduto al sequestro preventivo in via di urgenza del Pubblico Ministero – ex art. 321 c.p.p., 12 sexies co. I e IV L. 356/1992, art. 104 D.L.vo 271/89, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti delle sottonotate persone, contigue al clan “dei casalesi”, fazioni Schiavone e Bidognetti: FERRARO ANGELO, 38enne di Casal di Principe, ex assessore comunale; FERRARO SEBASTIANO, 44enne di Casal di Principe, consigliere della Provincia di Caserta; CAPASSO SALVATORE, 52enne di Casal di Principe; DI RAUSO STEFANO, 71enne di Capua, imprenditore; IORIO GAETANO, 70enne di San Cipriano d’Aversa, imprenditore; IORIO SALVATORE, 43enne di San Cipriano d’Aversa, imprenditore; PALLADINO NICOLA, 55enne di Pastorano, imprenditore; CIRILLO ALESSANDRO, 35enne di Casal di Principe, elemento di vertice della fazione Bidognetti.
2. Le indagini patrimoniali, condotte dagli Organi Investigativi surrichiamati e coordinate dal Procuratore Aggiunto Federico Cafiero de Raho e dai Sostituti Procuratori Francesco Curcio, Giovanni Conzo, Antonio Ardituro, Henry John Woodcock, approfondendo, nello specifico settore, gli elementi informativi e probatori hanno permesso di individuare un consistente patrimonio nella disponibilità dei soggetti sopra elencati, responsabili, oltre che di reati associativi, anche di concorso in riciclaggio. In sostanza le indagini hanno acclarato che:
- risorse pubbliche venivano assegnate a imprese compiacenti mediante aggiudicazione di appalti;
- gli imprenditori hanno ricoperto stabilmente un ruolo di riferimento per l’organizzazione camorristica nello strategico settore della produzione e vendita di calcestruzzo, mettendo stabilmente a disposizione del clan i propri impianti produttivi e le proprie strutture societarie allo scopo di ottenere, come contropartita, l’imposizione delle forniture di calcestruzzo prodotto dalle proprie imprese su cantieri controllati.
3. Il sequestro operato dai Carabinieri ha interessato 180 beni immobili, tra cui una villa, appartamenti, terreni, autorimesse e locali commerciali, 10 società, 60 veicoli, tra auto di lusso e mezzi industriali, il tutto per un valore stimato in circa 50.000.000,00 (cinquanta milioni) di euro, a cui vanno ad aggiungersi polizze assicurative – ramo vita – e numerosi rapporti bancari/postali.