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domenica 11 dicembre 2011

ECCO COME SANTA MARIA CAPUA VETERE E' STATA LA ROCCAFORTE DEL CLAN DEI CASALESI

Se  Silvio Berlusconi , al di là della vita  politica – amministrativa, è riuscito a trovare un tornaconto personale dopo che si è dimesso , a Santa Maria Capua Vetere  invece  il tornaconto berlusconiano , è quantificato nei finanziamenti chiesti  per costruire appartamenti e centri commerciali da diverse legislature e più precisamente dal 1996 al 2006 e successivamente anche dal 2007 e 2009,  che hanno poi trovato uno sbocco nella dismissione di un’area industriale che ha portato lavoro ed occupazione in quello più comunemente personale sfruttando il denaro  per riempirsi le  proprie tasche .  Ma come è possibile che è successo tutto questo a Santa Maria Capua Vetere ?? Chi erano  i personaggi  che hanno chiesto ed ottenuto alla Regione  Campania agli enti preposti tali finanziamenti ? Molto semplice, la camorra rappresentata da colletti bianchi professionisti del settore edilizio  i quali hanno regalato fiori bianchi a chi era in grado  di portare avanti un progetto edilizio che potesse raddoppiare i suoi  guadagni illeciti . Come già nel 2005 la concessione della licenza per costruire il supermercato Eurospin,  perché attorno  a questa banda giravano tanti personaggi ma  due di loro, che adesso sono ancora dentro con l’accusa di essere i professionisti  dell’edilizia, i fratelli Mastrominico  coinvolti nell’operazione dell’ex  sindaco di Villa Literno Enrico Fabozzi . I Mastrominico, però   lavoravano distaccati nella vicenda Eurospin , ma  avevano il monopolio assoluto di Santa Maria Capua Vetere quando a capo della città vi era Enzo Iodice   e capo dell’ufficio tecnico Maurizio Mazzotti . I fratelli Mastrominico, infatti, con il benestare di Maurizio Mazzotti, hanno costruito in lungo  ed in largo  a Santa Maria Capua Vetere, finanche al’interno del cimitero della città ,  fino a quando qualcuno ha bussato alla porte di Enzo Iodice e quest’ultimo fregandosi di tutti iniziò a salire le scale di piazza della resistenza . A qualche consigliere comunale però diede fastidio tanto è che lo avvertì, che se i figli suoi dovevano piangere avrebbero pianto anche i suoi . A questo punto Enzo Iodice diede le dimissione da sindaco nel novembre 2006 quando il piatto oramai era stato preparato . Dovevano essere approvate le concessioni edilizie dell’ex tabacchificio , ma prima vi fu il cambio di destinazione d’uso dell’area da industriale a commerciale  eseguito per lo più dall’assessore all’urbanistica Gino Ponsillo , chiamato più comunemente SIAD . Con le dimissioni del sindaco Iodice   si cambia scena. Arriva Giancarlo Giudicianni con Biagio Di Muro e Marciano Schettino . Quest’ultimi però  una volta saliti a palazzo Lucarelli e visto il piano Siad , iniziano una battaglia affinchè si cambiasse il siad perché consentiva la costruzioni di attività commerciale ed appartamenti . Visto che la cosa si faceva per la verità un po’ ingarbugliata Maurizio Mazzotti andò via e si trasferì nell’ufficio tecnico del Comune di Caserta, lasciando all’ingegnere Di Tommaso e Ruberto l'ambito posto .   Si alzò un muro fra alcuni assessori, sindaco e  Biagio di Muro e Marciano Schettino che si concluse con le dimissioni dei due e il sindaco e assessori ebbero il via libera  sia per approvare tutto ciò che capitava sotto e che potesse mietere fiori bianchi per chi si metteva a disposizione . Dal 2008  al 2010 l’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere oramai libera di persone che potevano dar fastidio inizia una serie di adempimenti come quelli della dismissione del tabacchificio  e così via dulcis in fundo la presentazione di un progetto  di 420 appartamenti a cui è stata rilasciata una licenza guarda caso da chi era giunto  da Caserta l’ingegnere Biondi. Ma mentre tutto filava liscio ecco che si scopre attraverso tre ordinanze di custodia cautelare della Dda di Napoli  che Santa Maria Capua Vetere negli anni dal 1996 e fino al 2006 per un blocco e negli anni dal 2007 al 2009 , la lavanderia  del clan dei casalesi.