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mercoledì 9 novembre 2011

SANTA MARIA CAPUA VETERE - CAMORRA E POLITICA IL CLAN DEI CASALESI AVEVA LE MANI IN COMUNE SAPEVA CHI TAGLIAGGIARE !! MA I CONSIGLIERI COMUNALI E I SINDACI DELL'EPOCA ERANO CONSENZIENTI ??

Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Uff1cio G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di ventinove persone (26 misure cautelari in carcere e 3 agli arresti domiciliari) tra affiliati e fiancheggiatori del clan "dei casalesi" - fazione Schiavone. I provvedimenti traggono origine da un’ampia ed articolata attività d’indagine avviata dalla Direzione Distrettuale Antimalia di Napoli, nel periodo immediatamente successive all’arresto di SETOLA Giuseppe e di altri elementi di rilievo del clan "dei casalesi", per conoscere e contrastare i tentativi di riorganizzazione. Infatti, il gruppo criminale individuato, composto oltre che da elementi storici ed apicali anche da "nuove 1eve", nel quadro di una piu vasta suddivisione territoriale, aveva iniziato ad operare per acconto della famiglia Schiavone nei Comuni di Santa Maria Capua Vetere, Frignano, San Marcellino e Villa di Briano, evidenziando una particolare effervescenza soprattutto nell’attività estorsiva finalizzata non solo a fare "cassa", ma anche e soprattutto a riaffermare il controllo su quei territori rimasti scoperti a seguito delle numerose operazioni che avevano praticamente decimato il gruppo stragista facente capo al SETOLA. Le indagini hanno permesso di acquisire gravi elementi di colpevolezza a carico dei destinatari del provvedimento ai quali, a vario titolo, viene contestata:

— Appartenenza all’associazione camorristica in parola;

— l’esecuzione di numerosissime estorsioni in danno di imprenditori e operatori commerciali;

— l’agevolazione delle attività del clan mediante appoggio logistico sia per ospitare affiliati latitanti sia per facilitare riunioni "operative” o, ancora, fornendo telefoni e schede telefoniche intestate a terze ed ignare persone;

— l’illecita concorrenza sul libero mercato attraverso l’imposizione di videopoker riconducibili a società di soggetti affiliati.

— il rilascio di concessioni e di autorizzazioni amministrative;

- l' acquisizione di appalti e servizi pubblici;

- l’illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini (ostacolando il libero esercizio del volto, procurando voti a candidati indicati dall’organizzazione in occasione di consultazioni nell’elettorali) e, per tale tramite, il condizionamento della composizione e delle attività degli organismi politici rappresentativi locali;

— il condizionamento delle attività delle amministrazioni pubbliche.

L’attività investigativa, parallelamente condotta mediante il tradizionale controllo del territorio ed attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha permesse di registrare in tempo reale e successivamente di ricostruire le dinamiche criminali che si andavano sviluppando in un momento storico caratterizzato, da un lato, da una sempre pin incisiva azione di contrasto da parte delle Forze dell’Ordine, dall’altro, dal tentativo di egemonizzare l’intero territorio da parte della famiglia Schiavone (al cui vertice in quel periodo — anni 2009-2010 — si collocava SCHIAVONE Nicola, figlio di Francesco inteso Sandokan, coadiuvato dai suoi luogotenenti DI PUORTO Sigismondo, VARGAS Roberto, MORELLI Carmine, BARBATO Francesco, DE BIASE Gaetano), che all’epoca risultava essere la massima espressione del clan per potenzialità militari, strategiche ed economiche, adottando anche strategie particolarmente cruente al proprio interno con l’epurazione di affiliati ritenuti non più affidabili (come nel case del triplice omicidio PAPA-BUONANNO—MlNUTOLO nel maggio 2009). Le risultanze investigative sono state in seguito puntualmente confermate da recenti collaboratori di giustizia, tra i quali VARGAS Roberto, PICCOLO Raffaele, LAISO Salvatore, BARRACANO Antonio, AMATO Rosa, FASANO Salvatore, RUFFO Ciro, TARTARONE Luigi. Costoro, in particolare, hanno chiarito alcuni aspetti fondamentali delle vicende delittuose già emerse in fase investigativa, avvalorandone ulteriormente le logiche e specificando i ruoli dei singoli affiliati all’interno dell’organizzazione criminale. Si segnala il ruolo predominante assunte da MORELLI Carmine, detto Carminuccie 0 'zingare, nell’area sammaritana, stericamente assegnata ad affiliati apicali come CONTE Vincenzo detto nas ’c cane, e, fino al sue arresto, a VARGAS Roberto.Di particolare rilievo anche il ruolo assunte da CECERE Francesco (gia sottoposto agli arresti domiciliari per reati in materia di usura) che, in qualità di consigliere comunale al Comune di Santa Maria Capua Vetere, contribuiva alla realizzazione degli scopi dell’associazione, con riguardo all’esecuzione delle attività estorsive in danno di imprenditori e commercianti operanti sul territorio, indicando agli associati i titoli ad edificare, rilasciati ed in via di rilascio dal Comune di Santa Maria Capua Vetere, ed i cantieri che venivano aperti nella suddetta cittadina, in mode da assicurare al clan l’immediata conoscenza delle attività da sottoporre a richiesta estorsiva. Di tali informazioni il CECERE veniva anticipatamente a conoscenza anche grazie al ruolo politico dalle stesse svolte in sene all’ente amministrative. lnoltre, il CECERE si prestava ad una costante opera di intermediazione tra le vittime delle estorsioni e gli associati, contribuendo in tal modo ad agevolare o ad assicurare la riscossione degli illeciti profitti e delle tangenti estorsive da parte delle persone offese. Ancora di rilevo é la figura di AMODIO ALFONSO , imprenditore,che e indagato del delitto di concorso esterno nella associazione mafiosa perché, nella consapevolezza della rilevanza causale del proprio apporto ed in qualità di gestore della ditta di video giochi "Futur Games" , concorreva alla associazione denominata "clan dei casalesi" fornendo uno stabile e significativo apporto al conseguimento delle illecite finalità perseguite dall’organizzazione di stampo camorristico; in particolare approfittano della forza di intimidazione proveniente dal vincolo associativo e con reiterate minacce di arrecare danneggiamenti alle strutture dei medesimi esercizi commerciali ed avvalendosi dell’ausilio di altri associati imponeva la installazione nei locali commerciali di apparecchi video gioco di proprietà della ditta Futur Games e versava nelle casse del clan una parte dei proventi del gioco, contribuendo cosi al mantenimento ed al rafforzamento dell’associazione camorrista .



I destinatari della misura , tutti arrestati , si identificano in:

AMODIO Alfonso, 37enne di Santa Maria Capua Vetere;

ANTONUCCI Gerardo, 42enne di Santa Maria Capua Vetere;

BARBATO Antonio, 27enne di San Cipiiano d’Aversa;

BARBATO Francesco, 32enne di San Cipriano d’Aversa;

BATTISTA Antonio, 33enne di F iignanog

CASSANDRA Giovanni, 42 enne Santa Maria Capua Vetere;

CECERE Francesco, 55enne di Santa Maria Capua Vetere;

COSCIONE Mario, 3lenne di Aversa;

D’ANGELO Tommaso, 38enne di Santa Maria Capua Vetere;

DE CRISTOFARO Antonio, 30enne di Aversa;

DELLA CORTE Nicola, 4lerme di Villa di Briano;

DIANA Elio, 52enne di CasaL di Principe;

FIORETTI Vincenzo, 39enne di Aversa;

FUNICIELLO Mattia, 3l enne di Santa Maria Capua Vetere;

GAGLIARDI Roberto, 36enne di Santa Mana Capua Vetere;

GREGO Antonio, 5 l enne di Frignano;

GREGO Michele, 24enne di Frignano;

MARTUCCI Rosanna, 46enne di San Prisco;

MONACO Antonio, 45enne di Santa Maria Capua Vetere;

MORELLI Carmine, 33enne di Frignano;

RUGGIERO Domenico, 48enne di Capua;

SABATINO Maria, 38enne di Aversa;

TERRUOTTO Luigi, 27enne di Aversa;

TIGLIO Mario, 55enne di Santa Maria Capua Vetere;

VIGGIANO Giuseppe, 32enne di Capua;

ZAMMARIELLO Maurizio, 23enne di San Marcellino

FONTANA Vincenza, 28emie di Aversa;

COSCIONE Salvatore, 48enne di San Cipriano d’Aversa;

COSCIONE Vincenzo, 28enne di Casapesenna.