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martedì 15 novembre 2011

CAMORRA , POLITICA ED IMPRENDITORIA - ECCO CIO' CHE E' AVVENUTO


Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio GIP. presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Aritimafia, nei confronti di 9 persone (otto misure cautelari in carcere ed una agli arresti domiciliari), ritenute responsabili a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, turbativa delle operazioni di voto mediante violenza e minaccia, corruzione, reimpiego di denaro di provenienza illecita, reati tutti aggravati dalla finalità di aver agevolato il dan “dei casalesi”,I provvedimenti costituiscono l’epilogo di un’articolata indagine che ha permesso di riscontrare  l‘esistenza di un patto criminale fra il dan “dei casalesi” (in particolare la fazione Bidognetti) e FABOZZI Enrico cl50 (già sindaco del comune di Villa Literno dal 2003 all‘aprile 2009, data in cui L ‘Ente è stato sciolto per presunte ingerenze della criminalità organizzata nella gestione amministrativa e successivamente reintegrato; attualmente è consigliere regionale e consigliere comunale di minoranza di Villa Literno), in concorso e con la mediazione di FERRARO Nicola, imprenditore e politico (tratto in arresto in data 12 luglio 2000 nell‘ambito dell‘indagine del R. O.S. denominata NORMANDIA II ed attualmente in attesa dell ‘esito del giudizio di grado), fondato su un accordo generale mirato a garantire al clan il controllo e la gestione degli appalti e delle risorse pubbliche in cambio del sostegno elettorale e di tornaconti economici, personali ed elettorali. La genesi di tale accordo si inquadra nel 2003, anno in cui FABOZZI, a cavallo delle elezioni comunali sostenute dal dan, incontrò GUIDA Luigi e FERRARO Nicola presso l’abitazione di quest’ultimo. A seguito di tale summit, fu decisa la strategia criminale da utilizzare per manipolare le gare d’appalto al fine di favorirne l’aggiudicazione alle imprese di riferimento della criminalità organizzata. Con l’elezìone a Sindaco del FABOZZI raticamente si inaugura per il gruppo BIDOGNETTI la stagione del controllo degli appalti “a monte” nel Comune di Vìlla Literno; modalità da preferirsi, a quella, più rischiosa e meno remunerativa, delle estorsioni “a valle” delle imprese vincitori delle pubbliche gare.  Proprio attraverso le indagini tecniche coordinate da questo ufficio e condotte dai Carabinieri, ulteriormente corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia cha hanno vissuto in prima persona le vicende oggetto di investigazione, quali IOVINE Massimo, DI CATERINO Emilio, GUIDA Luigi, DIANA Francesco, Z1ELLO Gaetano, CARRINO Anna e da ultimo DIANA Tammaro, Si è fatta luce su gravi episodi connessi a violazioni  sull’assegnazione di importanti appalti pubblici che avevano interessato quel territorio, nonché sul reimpiego di capitali illecitamente acquisiti da esponenti dell’organizzazione criminale nella realizzazione di beni immobili.
In particolare,  gli imprenditori destinatari della misura cautelare, accordandosi con gli esponenti apicali del clan “dei casalesi’, ricevevano dal clan un appoggio costante per l’assegnazione delle gare di appalto e di commesse pubbliche, con meccanismi dì alterazione delle gare e quindi di un consequenziale sostegno finalizzato alla loro affermazione imprenditoriale.  Il grave ed inquietante spaccato criminale che ha interessato negli ultimi anni l’Amministrazione comunale di Villa Literno, e più in generale l’arca che da Casal di Principe raggiunge il mare, passando appunto per Villa Literno per raggiungere Castelvoltumo, è stato dettagliatamente ricostruito in questa indagine che costituisce una ideale seconda puntata di quella denominata Normandia II che portò all’arresto di Nicola FERRARO, dandosi conto in maniera puntuale anche di successivi aggiustamenti, conferme cd evoluzioni di quell’iniziale patto fra le tre gambe del tavolino costituite da FABOZZI (la politica), GUIDA (la camorra) e FERRARO (l’impresa).
Dalle indagini è emerso, in modo chiaro, che l’interesse prevalente del sindaco
- oggi consigliere regionale - siano stati gli affari commessi all’esercizio ed alla strumentalizzazione della carica pubblica. Sono i soldi il motore dell’accordo con GUIDA. ma, ancora di più, sono i soldi a muovere un accordo stabile con il killer IOVFNE Massimo per il tramite di un altro indagato CAIAZZO Vincenzo, detto Stefano, futuro suocero di IOVINE Massimo e del fratello di un altro recente collaboratore di giustizia, DIANA Tammaro; ed ha destato sorpresa la ricostruzione compiuta dai collaboratori di giustizia dell’accordo politico, criminale ed economico fra un Sindaco ed il capo Zona del paese, noto sul territorio per essere un temibile killer, proprio negli anni (2003-2008) in cui era impegnato nella sanguinosa faida di camorra che ha visto contrapposte le fazioni di Francesco Bidognetti e Francesco Schiavone nel comprensorio di Villa Literno.  La saldatura che nella fattispecie in esame si è realizzata tra ceto politico e amministrativo locale e imprenditoria criminale produce distorsioni profonde a tutti i livelli, dal governo del territorio alle direzioni dello sviluppo e dell’occupazione, ma soprattutto sostiene, da un lato, il consolidamento sul mercato legale dell’imprenditoria criminale, e, dall’altro, il rafforzamento di un ceto politico e amministrativo affaristico, clientelare, e, esso stesso, malavitoso, capace di giungere ancora una volta tino a sedere in consiglio regionale, nell’istituzione che più di tutte gestisce finanziamenti per appalti e concessioni pubbliche.
L’indagine ha altresì consentito di individuare nello specifico alcuni imprenditori di riferimento della camorra casalese. Uno di essi è stato identificato in GAROFALO Raffaele cl.’73 di San Marcellino, imparentato con un noto esponente del dan Bidognetti, MACCARIELLO Raffaele ed in rapporti diretti con CARRINO Aima.

Altri sono stati identificati in MALINCONICO cl 52 d Ailano, nei fratelli Mastrominico  Pasquale cl 51  e Giuseppe cl 58 di San Cipriano d’Aversa, (destinatario di ordinanza di custodia cautelare per concorso esteio in associazione  mafiosa in relazione al gruppo comandato da IOVINE Antonio, detto o ‘ninno, di cui si sono rivelati  la longa manus nell’assegnazione di appalti pubblici grazie alla loro contiguità al Clan. Si tratta di imprenditori di rilievo nazionale, come hanno svelato indagini anche di altn uffici, e soprattutto in grado di muoversi sull’intero territorio della regione, come dimostrato dall’aggiudicazione in fàvore di Mastrominico  di un importante appalto del Comune di Frignano. Circostanza, questa, posta in relazione ad altre emergenze investigative dalle quali è risultato che i MASTROMINICO sono stati individuati come imprenditori di riferimento del clan IOVINE sul territorio di San Cipriano grazie al rapporto di stretta collaborazione che si era instaurato fra il boss MARTINELL1 EnriCo cl. 64  oggi detenuto in regime di 41 bis - ed il Sindaco di San Cipriano d’Aversa, suo omonimo del ‘71. In particolare il rapporto fra il boss Martinelli Ennco e l’omonimo Sindaco di San Cipriano d’Aversa è risultato dagli accertamenti compiuti dai carabinieri a seguito di una perquisizione in un covo individuato durante le ricerche dì Antonio IOVINE e di Martinelli Enrico, durante la quale fu rinvenuta una vecchia macchina da scrivere che riportava impresse le tracce di una corrispondenza fra i due Martinelli; fra le lettere, una riportava la direttiva del boss al Sindaco di assegnare l’appalto per la ristrutturazione del cimitero di San Cipriano d’Aversa ai Mastrominico, ricordandogli l’impegno elettorale del clan in suo sostegno.  Sono stati poi contestati i reati di corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso a FABOZZ1 Enrico, CAIAZZO Nicola (consigliere comunale dal 2003) e CAIAZZO Vincenzo detto Stefano (suocero di IOVINE Massimo e socio in affari del Sindaco FABOZZI Enrico). Inoltre MALINCONICO Giovanni e FABOZZI Enrico rispondono del reato di corruzione per le utilità versate dall’imprenditore al Sindaco dopo l’attribuzione in suo favore di un importante appalto di circa 14 milioni di curo.
Infine va evidenziato che il Gruppo Guardia di Finanza di Aversa sta completando l’esecuzione del sequestro di beni, società e conti colTenti riconducibili ad alcuni indagati, per un valore di circa 10 milioni di euro. 
Napoli, 15 novembre2011
IL PROCURATORE AGGIUNTO  
Federico Cafiero  de Raho