Ha rischiato 12 anni di detenzione , ma i suoi colleghi del tribunale di Roma ne hanno commiato soltanto 4 con l’aggiunta di sei mesi . Si conclude così il primo grado per il giudice di pace Antonio Leone posto in stato di detenzione lo scorso 29 ottobre 2010, dopo che il giudice De Benedictis era stato già coinvolto nella inchiesta del traffico d’armi. Antonio Leone era stato indagato nell'ambito delle indagini sul traffico di armi della procura sammaritana che ha portato al fermo di Giuseppe De Benedictis, gip in servizio presso il tribunale di Bari, ai domiciliari con l'accusa di detenzione illegale di armi dopo una perquisizione nella sua abitazione a Molfetta nel corso della quale fu trovata trovata una pistola detenuta illegalmente e proveniente da Caserta. Leone era stato anche indagato dalla Procura di Roma nel 2009 perchè coinvolto nell'inchiesta "Crash ghost" sui falsi incidenti stradali liquidati come se fossero veri grazie alla complicità di medici, tecnici di radiologia, avvocati specializzati nelle pratiche di rimborso con le compagnie assicurative. E proprio dall'operazione "Crash ghost" erano partite le indagini sul traffico di armi che sono ancora in corso. La sentenza è stata letta in aula venrdì scorso davanti al suo difensore il professor Camilo Irace , ma la notizia è stata in ogni caso resa pubblica, in mattinata nei corridoi del palazzo di giustizia con brusii mentre si aspetava l’udienza del processo a carico di Michele Santonastaso , ma anche conferme che venivano proprio dagli avvocati che avevano avuto a che fare con il tribunale della città capitolina. Il processo riguarda anche le armi che sono state ritrovate in casa dell’ex moglie posta ingiustamente in stato di detenzione. Ma per Antonio leone pende ancora l’inchiesta crash ghost sempre presso il tribunale di Roma.