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martedì 12 luglio 2011

OPERAZIONE “MACCHIA D’OLIO” LA GUIARDIA DI FINANZA ARRESTA 10 PERSONE MA CI SONO ANCVHE MISURE INTERDITTIVE

In data 12 luglio 2011, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, hanno dato l’avvio ad una vasta operazione di polizia denominata “Macchia d’olio” scattata alle prime luci dell’alba in contemporanea nelle Regioni Campania, Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Calabria, Sicilia, Puglia, che ha disvelato una colossale frode fiscale internazionale nel commercio dell’olio lubrificante.

Oltre 130 finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, unitamente a numerosi colleghi delle Regioni sopra indicate, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore (SA), hanno eseguito un’ordinanza applicativa della custodia cautelare nei confronti di 10 persone (6 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) e della misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriali e di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche o imprese nei confronti di 2 persone, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando internazionale di oli minerali nonché al falso, frode in commercio, vendita di prodotti petroliferi con segni mendaci ed emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti per un valore di circa 30 milioni di euro.

Sono state, inoltre, sottoposte a sequestro preventivo le quote sociali ed i beni aziendali di ben 17 delle 40 imprese coinvolte, operanti principalmente nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi e del trasporto merci su strada, nonché i beni nonché beni e disponibilità finanziarie della consorteria criminale, come di seguito meglio specificato, il tutto per un valore complessivo di oltre cinquanta milioni di euro.

I provvedimenti di sequestro preventivo non hanno riguardato solo le società responsabili del trasporto e della vendita in contrabbando dell’olio lubrificante, ma anche quelle società responsabili di aver acquistato l’olio lubrificante di illecita provenienza (per lo più depositi fiscali e commerciali).

L’odierna operazione costituisce il punto di arrivo di un’articolata attività investigativa, diretta da questa Autorità Giudiziaria e protrattasi per oltre due anno, volta a monitorare un ingente e sospetto flusso di prodotti petroliferi di provenienza comunitaria, in particolare di origine slovacca, spagnola, belga, rumena, francese ed ungherese verso una serie di società acquirenti italiane.
Di qui l’avvio di una capillare attività di controllo del territorio, supportata dai contenuti delle numerose conversazioni telefoniche intercettate, dai riscontri di volta in volta acquisiti attraverso servizi di appostamento e pedinamento occulti, l’installazione ed il monitoraggio di localizzatori di posizione “gps” e culminata in una fitta serie di sequestri di merce di contrabbando pari ad oltre 228.000 litri di olio lubrificante, che ha consentito di disvelare l’esistenza di un aggregato criminale stabilmente dedito alla commercializzazione, in totale evasione d’imposta, di enormi quantitativi di olio base , destinato alla produzione e commercializzazione di olio lubrificante.

La consistenza e la qualità del materiale probatorio acquisito nel corso delle investigazioni ha permesso di dimostrare, nell’attuazione del programma delinquenziale, che a ciascuno dei sodali era assegnato un compito chiaramente individuato, espressione dell’esistenza di una precisa ripartizione dei ruoli e delle competenze. In particolare, sulla base di un accordo solido e duraturo, era stata stabilita:

 la comune fonte di approvvigionamento, individuata nei depositi esteri, fornitori della materia prima importata (in tutti i casi costituita da “olio base”);

 la partecipazione ricorrente dei medesimi mediatori con i referenti delle aziende estere (anch’essi sempre gli stessi, nei rapporti con gli intermediari locali, a loro volta in contatto con clienti nazionali abituali);

 la scelta di vettori selezionati, disponibili ad assicurare i trasporti in modo continuativo, preceduti dalla formazione di documenti di viaggio ideologicamente falsi e destinati ad essere distrutti all’atto della consegna.

In particolare, sono state ricostruite decine di vicende criminose, quali:

 il contrabbando internazionale di olio base da destinare illecitamente alla produzione e commercializzazione di olio lubrificante, attuato mediante l’utilizzo di falsa documentazione accompagnatoria e fiscale e la necessaria connivenza di:

 società o depositi fiscali esteri disposti a cedere migliaia di litri di olio a prezzi estremamente bassi ed in evasione d’imposta;

 società estere, di comodo, disposte a sostituirsi “solo cartolarmente” alle prime, nelle operazioni di vendita dell’olio lubrificante;







 società italiane di comodo (fittizie o dismesse) disposte ad accettare “solo cartolarmente” l’acquisto del prodotto oleoso;

 soggetti italiani, realmente destinatari dell’olio lubrificante, responsabili del trasporto del prodotto e della successiva distrazione illecita dello stesso, in completa evasione di imposta (imposta di consumo ed Iva);

 le fittizie esportazioni di oli lubrificanti verso società estere inesistenti a fronte dell’illecita destinazione in Italia del prodotto in contrabbando;

 l’emissione, da parte di “cartiere”, di documenti di accompagnamento falsamente attestanti la cessione di olio lubrificante base ad imposta assolta a società compiacenti, al fine di assumersi formalmente il debito d’imposta, di fatto mai versata, nonché di scortare, durante il trasporto, prodotto in “sospensione d’imposta” di provenienza estera, mediante la “sostituzione ed eliminazione” del documento estero;

 l’immissione in consumo di olio lubrificante non conforme alle specifiche tecniche per la gradazione SAE, riportate sulle rispettive etichette delle confezioni;

 l’acquisto di olio lubrificante base dall’estero, in esenzione di imposta di consumo, documentalmente mascherato come “vegetale”, prodotto non soggetto all’imposta di consumo, quindi importato come prodotto diverso dagli oli minerali eludendo così l’imposta gravante. In particolare, tale attività illecita, è stata posta in essere mediante l’introduzione sul territorio nazionale di prodotto petrolifero, proveniente dalla Spagna, scortato da documentazione apparentemente regolare, sulla quale era riportato quale indicazione del prodotto la dicitura “motosega”, ma che in realtà trattavasi di “Olio Base SN”, che veniva successivamente immesso in consumo, in evasione d’imposta.

Coinvolti complessivamente in tali attività illecite n. 19 depositi di prodotti petroliferi di cui n. 11 con sede in Italia e n. 8 con sede all’estero; n. 8 società di trasporto merci su strada con sede in Italia e n. 1 con sede all’estero; n. 6 società “cartiere” italiane e n. 4 estere.

L’ingentissimo danno economico cagionato all’Erario si desume dall’entità dei sequestri operati dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, pari ad oltre 228 mila litri di prodotto petrolifero ed un accertato consumato in frode pari a circa 22,3 milioni di litri nell’arco di soli quattro anni. Le imposte evase, in ragione delle quantità dei derivati petroliferi commercializzati in contrabbando, sono state quantificate in oltre 20.000.000 milioni di euro (accise ed i.v.a.).
Le Fiamme Gialle hanno anche ricostruito il florido patrimonio illecitamente accumulato dagli associati e, parallelamente alle operazioni di cattura e di perquisizione locale e domiciliare svolte su scala nazionale, hanno eseguito anche:

• n. 1 decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Nocera Inferiore relativo a 5 depositi di oli lubrificanti e 17 automezzi direttamente utilizzati per la commissione dei traffici illeciti;

• n. 1 ordinanza applicativa di misure cautelari reali relativa al sequestro preventivo per equivalente dei beni personali dei principali indagati;

• n. 6 provvedimenti di sequestro preventivo emessi d’urgenza dal P.M. relativi a beni di rilevante valore commerciale e comunque di valore assolutamente sproporzionato ai redditi dichiarati al Fisco che gli indagati hanno acquistato nel corso degli ultimi anni. In tali casi, infatti, allo scopo di ostacolare l’accertamento della provenienza delittuosa del denaro, i beni acquistati sono stati intestati ai coniugi o a prestanome, tutti denunciati per riciclaggio, non essendo titolari di redditi autonomi.

Questi i dati di sintesi della vasta operazione tuttora in corso:

 60 soggetti denunciati, di cui 10 colpiti da ordinanza di custodia cautelare e 2 da misura cautelare interdittiva;

 40 persone giuridiche coinvolte, di cui nr. 14 imprese comunitarie;

 16 perquisizioni locali e domiciliari;

 07 decreti di sequestro preventivo relativi a nr.:

 5 depositi di oli lubrificanti;

 38 automezzi;

 1 imbarcazione da diporto;

 110 conti correnti;

 quote societarie relative a 10 persone giuridiche;

 3 terreni;

 6 unità immobiliari, di cui quote di un complesso alberghiero di Positano,

per un valore di stima di oltre 50 milioni di euro.