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sabato 25 giugno 2011

POLIZIA DI STATO – LA SQUADRA MOBILE DI CASERTA ESEGUE DECRETO DI FERMO, EMESSO DALLA D.D.A. DI NAPOLI PER TENTATA ESTORSIONE AGGRAVATA, NEI CONFRONTI DI UN ALTRO ESATTORE DEL CLAN MENDITTI DI RECALE.

Nel solco delle attività investigative di contrasto alla criminalità organizzata, nella serata di ieri, la Squadra Mobile di Caserta ha eseguito nei confronti di CASERTANO Domenico, nato a Caserta il 14.06.1987, res. in San Prisco (CE), un decreto di fermo, emesso dalla Procura Distrettuale di Napoli per tentata estorsione, aggravata ex art. 7 L. 203/91, in danno di un imprenditore di S. Tammaro (CE) impegnato con la sua ditta nella realizzazione di un fabbricato destinato a civili abitazioni in San Prisco (CE). Il provvedimento si inserisce nel contesto delle indagini condotte dalla Squadra Mobile che, nei giorni scorsi, avevano portato all’arresto in flagranza di reato per tentata estorsione, aggravata dalla metodologia mafiosa, di un altro emissario del clan MENDITTI, TREPICCIONE Giuseppe, nato a Casagiove (CE) il 10.06.1973, res. a Caserta. Le indagini, infatti, hanno permesso di accertare che la vittima era stato ripetutamente contattata, prima dal CASERTANO e successivamente dal TREPICCIONE, i quali gli avevano intimato perentoriamente di “mettersi a posto con i MENDITTI di Recale”.

Peraltro, secondo quanto accertato dagli investigatori, l’imprenditore aveva subito le richieste estorsive ancora prima di avviare il cantiere di San Prisco, ed era stato pedinato e seguito per diversi giorni, per poi essere contattato dagli estortori sia presso un deposito di sua proprietà che un altro cantiere in Santa Maria C. V. (CE).

I poliziotti, impeganti in un costante monitoraggio dei cantieri edili del comprensorio casertano, nel corso di servizi di appostamento e pedinamento avevano notato gli emissari del clan di Recale contattare ripetutamente l’imprenditore e, nella circostanza dell’arresto del TREPICCIONE, avevano potuto ascoltare direttamente le intimidazioni rivolte alla vittima.

Il CARBONE ed il TREPICCIONE, pur annoverando lievi precedenti penali, risultano contigui al clan dei MENDITTI di Recale (CE), alleato al temuto sodalizio camorrista dei BELFORTE alias i Mazzacane di Marcianise (CE). Nei loro confronti è stata contestata l’aggravante del ricorso alla metodologia mafiosa, commessa al fine di agevolare il suddetto clan MENDITTI.