Caserta – ( di Ferdinando Terlizzi ) L’O.U.A., l’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, ha organizzato una manifestazione di protesta per giovedì 23 giugno a Napoli, ( Sala Arengario - Nuovo Palazzo di Giustizia – Centro Direzionale ore 10,30 ), per protestare contro la obbligatorietà della Media Conciliazione e la privatizzazione e rottamazione della giustizia. Alla manifestazione prenderanno parte anche alcune delegazioni degli organismi degli avvocati della Provincia di Caserta. La vicenda è annosa e controversa e non tutti sono d’accordo a boicottare la Media Conciliazione.
A Caserta esistono 6 camere di conciliazione, ma una sola funziona già a pieno ritmo è la FORUM del Dr. Mario Aglione, con lussuosa struttura al Corso Trieste, con un “front-office” attrezzatissimo e con conciliatori specializzati nei rami più disparati, le altre, di emanazione di organismi vari come l’Ordine degli Avvocati, l’Ordine dei Dottori Commercialisti, la Camera di Commercio, alcuni promotori finanziari di grosse Banche con sede a Corso Trieste etc. etc., non decollano ancora ma sono già pronte per “conciliare”… questo per dire che l’argomento interessa a molti e qui a Caserta non è una Cenerentola. .
“Secondo l’esecutivo dell’Avvocatura, - è iscritto in un documento diffuso l’altro giorno - come più volte denunciato, il decreto legislativo 28/2010 favorisce i poteri forti e calpesta i diritti dei deboli e dei cittadini comuni; che, la obbligatorietà della media conciliazione è viziata per eccesso di potere e per violazione degli artt. 3,24,76,77 e 97 della Costituzione e contrasta, inoltre, con l’art. 47 della Corte dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Inoltre, nel documento si evidenzia che sarebbe opportuno attendere le varie decisioni, come quella adottata dal TAR del Lazio, il quale ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale per evidente presenza di profili di incostituzionalità nella legge andata in vigore a marzo scorso sollecitato da varie associazioni di categoria e da alcuni consigli dell’Ordine.
In particolare, per questa vicenda, alcuni consigli dell’Ordine degli Avvocati, sono sotto inchiesta dal Garante della Concorrenza, perché avrebbero vietato, con apposite delibere, l’iscrizione ai propri organismi di conciliazione, a professionisti pur abilitati ma senza il titolo di avvocati.
In effetti, con l’entrata in funzione della Media Conciliazione, per ora limitata ai soli casi di danni reali, risarcimento per diffamazione a mezzo stampa, imperizia medica e danno sanitario, anatocismo bancario ( l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione per le liti condominiali e per gli incidenti stradali è stata rinviata di un anno ) gli avvocati lamentano che la normativa limita l’accesso alla giustizia, comportando, nel contempo, notevoli costi non giustificati, senza la necessaria assistenza dell’avvocato.
Gli avvocati inoltre lamentano il fatto che la normativa consente al Conciliatore ( che spesso non è avvocato né laureato in legge ) di formulare una proposta senza il consenso delle parti che può avere effetti pregiudizievoli per la parte vittoriosa in giudizio anche con il pagamento di una sostanziosa penale. Che la normativa non prevede criteri legali per la individuazione della competenza territoriale con possibilità di invitare il cittadino a conciliare anche a 1000 km. di distanza.
L’O.U.A. poi lamenta il fatto che: “E’ in atto un processo di privatizzazione selvaggia della giustizia civile, che favorisce, tra l’altro, speculazioni, conflitti d’interesse, camere di conciliazione fantasma, con caduta di etica mancanza di controllo e di rigore”. “Oggi in Italia sono più 400 le società di capitale abilitate a svolgere un ruolo nella conciliazione, che non possono assicurare ( secondo il parere delle lobby dell’organismo dell’avvocatura, che ha interessi enormi e che perde una “leadership” economica e monopolistica ) i requisiti di trasparenza, indipendenza, e terzietà previsti inderogabilmente dalla legge”.
Che, unitamente alla privatizzazione della giustizia civile – lamentano ancora gli avvocati – è in atto un progetto di vera e propria rottamazione del carico delle pendenze della giustizia civile programmata con la presentazione di un disegno di legge che affida a soggetti ausiliari e non selezionati, fissa la perenzione del giudizio di appello e in cassazione con termini perentori, fissati a carico del difensore, per confermare la volontà del cliente di proseguire la fase giudiziale, stabilisce, inoltre, la possibilità dell’emanazione di una sentenza con motivazione breve e parziale e con un termine perentorio assegnato ai difensori per chiederne la integrale motivazione previo pagamento di un ulteriore contributo”-
Il tutto violerebbe i diritti dei cittadini a ricevere giustizia e il connesso diritto di difesa che costituisce, inoltre, un maldestro tentativo per risolvere il problema dell’arretrato e la probabile ricaduta sul processo penale. Per tutto questo l’organismo unitario dell’avvocatura ha proclamato per il 23 giugno l’astensione dalle udienze civili, amministrative, contabili e tributarie e da ogni attività giudiziaria.