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venerdì 3 giugno 2011

COINVOLTI PREFETTI, SINDACI, CONSIGLIERI REGIONALI, DEPUTATI E NUMEROSI IMPRENDITORI

Fissata per  sabato 4 giugno innanzi al gip Paola Russo di Napoli l’udienza preliminare per l’operazione “ Normandia”


Napoli - ( di Ferdinando Terlizzi ) – E’ stata fissata per domani, sabato 4 giugno, innanzi al Gip del Tribunale di Napoli, dottoressa Paola Russo, della 25° sezione, l’udienza preliminare per la cosiddetta operazione “Normadia”. Come si ricorderà, nel luglio scorso, su richiesta del coordinatore della DDA Dr. Federico Cafiero De Raho, venne eseguita una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice Vincenzo Alabiso della 13° Sezione del GIP, per 17 personaggi della malavita appartenenti al clan dei casalesi.

Per i 78 imputati ( tra i quali Nicola Schiavone figlio di Sandokan e Antonio Iovine, che saranno ascoltati in video conferenza essendo al 41 bis a Nuoro e L’Aquila) le accuse ipotizzano turbativa d’asta, associazione a delinquere di stampo mafioso, truffa ed altri gravi reati. Sono impegnati alla difesa 58 avvocati, oltre a quelli che si costituiranno per le 30 parti offese ( Prefettura di Caserta, Regione Campania, i Comuni di Caserta, Casal di Principe, Frignano, Piana di Monte Verna, Pietramelara , S. Potito Sannita ).

Nelle – 892 pagine dell’OCC emessa dal Gip Vincenzo Alabiso della 8° Sez. di Napoli sono trascritte numerose intercettazioni ambientali che hanno fatto scattare l’accusa anche per pubblici ufficiali e funzionari amministrativi. Moltissime intercettazioni provengono da un lavoro di intellighenzia investigativa con microspie piazzate all’interno delle auto degli imputati appartenenti ai clan.

In particolare viene contestato ai camorristi ( esclusi i funzionari e pubblici ufficiali ) il delitto di cui all'art. 416 bis, cod. pen., e l’ordinanza di custodia cautelare recita testualmente: “per avere partecipato, nella consapevolezza della rilevanza causale del proprio apporto, ad una associazione di tipo mafioso denominata clan dei Casalesi, promossa, diretta ed organizzata, da Francesco SCHIAVONE di Nicola, da Nicola SCHIAVONE di Francesco, da Giuseppe MISSO e da Antonio IOVINE che, operando prioritariamente sull’intera area della provincia di Caserta, ma anche altrove, si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, per la realizzazione dei seguenti scopi: il controllo delle attività economiche, anche attraverso la gestione monopolistica di interi settori imprenditoriali e commerciali; il rilascio di concessioni e di autorizzazioni amministrative; l'acquisizione di appalti e servizi pubblici; l'illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini (ostacolando il libero esercizio del voto, procurando voti a candidati indicati dall’organizzazione in occasione di consultazioni elettorali) e, per tale tramite, il condizionamento della composizione e delle attività degli organismi politici rappresentativi locali.

Ed inoltre il condizionamento delle attività delle amministrazioni pubbliche; il reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali, immobiliari, finanziarie e commerciali degli ingenti capitali derivanti dalle attività delittuose, sistematicamente esercitate (estorsioni in danno di imprese affidatarie di pubblici e privati appalti e di esercenti attività commerciali ed altro); assicurare impunità agli affiliati attraverso il controllo, realizzato anche con la corruzione, di organismi istituzionali;l’affermazione del controllo egemonico sul territorio, realizzata anche attraverso la contrapposizione armata con organizzazioni criminali rivali e la repressione violenta dei contrasti interni; il conseguimento, infine, per sé e per gli altri affiliati di profitti e vantaggi ingiusti.

In particolare ognuno partecipava all’associazione svolgendo le seguenti funzioni: SCHIAVONE Nicola, cl. ’79 e IOVINE Antonio, con funzioni rispettivamente di reggente del gruppo SCHIAVONE, il primo, e capo clan del gruppo IOVINE, il secondo; SCHIAVONE Nicola, cl. ’78, quale preposto del gruppo SCHIAVONE alla gestione degli affari del clan nel settore degli appalti pubblici, banditi nei comuni di influenza dell’organizzazione, come meglio descritto nei capi che seguono; DELLA VOLPE Vincenzo quale preposto del gruppo IOVINE alla gestione degli affari del clan nel settore degli appalti pubblici, banditi nei comuni di influenza dell’organizzazione, come meglio descritto nei capi che seguono; D’ALESSIO Raffaele, D’ANIELLO Michele, DE LUCA Giuseppe, GAROFALO Pasquale, DE LUCA Oreste, IOVINE Francesco, MERCADANTE Luigi cl’77, BUSIELLO Salvatore, SCHIAVONE Luigi, CATERINO Giacomo, CATERINO Paolo, DI SARNO Emilio, PICCOLO PAPA Giuseppe quali imprenditori e comunque coadiutori di SCHIAVONE Nicola cl. ’78 e DELLA VOLPE Vincenzo nella gestione sistematica di un settore cruciale per l’organizzazione delle attività tipiche delle associazioni mafiose SCHIAVONE e IOVINE, ossia nel controllo degli appalti e nella gestione delle attività necessarie per le turbative dei pubblici incanti, nonché per le attività ad esse connesse, con conseguente fruizione da parte del clan di uno strumento di sostentamento stabile e di apparente provenienza lecita; SCHIAVONE Mario e FERRARO Sebastiano quali ulteriori esponenti apicali del gruppo SCHIAVONE, con compiti di supporto a SCHIAVONE Nicola, cl. ’78 e di raccordo tra quest’ultimo, suo cugino Nicola SCHIAVONE cl. ’79 e gli altri esponenti del clan, anche latitanti.

Ecco gli avvocati del Foro di S. Maria C.V. impegnati nel processo: Vittorio Gainquinto, Guglielmo Ventrone, Alessandro Diana, Fabrizio Iorio, Giovanni Cantelli, Alessandro Barbieri, Paolo Caterino, Giuseppe Stellato, Filippo Trofino, Gabriele Piatto, Roberto Garofalo, Giuseppe Garofalo, Raffaele Mascia, Sergio Maria Ferritto, Emilio Martino, Luigi Monaco, Gennaro Iannotti, Mario Griffo, Alfonso Baldascino e Mirella Baldascino,