Nel contesto delle indagini condotte sulla efferata aggressione subita nella serata del 2 aprile scorso da un minore di diciassette anni di Caserta, ridotto in fin di vita a calci e pugni da un branco di giovani, per avere reagito ad un apprezzamento rivolto da uno di essi alla sua ragazza, nel primo pomeriggio, la Squadra Mobile di Caserta ha eseguito la misura cautelare restrittiva del collocamento in comunità, emessa per tentato omicidio aggravato dall’Ufficio Gip presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli su richiesta della Procura per i Minori, nei confronti di un diciassettenne, C. P., originario di Recale (CE), che aveva partecipato alle violenze. Come si ricorderà, la vittima, brutalmente e lungamente malmenata, aveva riportato lesioni tanto gravi, in particolare addominali, che gli avevano causato la rottura della milza, costringendo i sanitari dell’Ospedale di Caserta ad un intervento chirurgico d’urgenza per la sua asportazione. Le tempestive indagini avviate dalla Squadra Mobile consentivano la immediata individuazione di 3 ventenni di Recale (CE) che avevano partecipato al pestaggio i quali, pochi giorni dopo, venivano sottoposti ad un provvedimento di fermo del pubblico ministero emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria C. V. (CE), a cui seguiva, dopo alcune settimane, la emisssione da parte dell’Ufficio Gip presso il Tribunale di Santa Maria C. V. (CE) su richiesta della Procura, di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di altri 2 giovani, anch’essi di Recale (CE) coinvolti nella selvaggia aggressione. In seguito, le ininterrotte e minuziose indagini dei poliziotti hanno consentito la individuazione del minore arrestato oggi tra i componenti del branco, il quale, anche secondo le dichiarazioni di alcuni testimoni, aveva ripetutamente colpito la vittima mentre era riversa sul selciato della centralissima via di Caserta dove si era verificato l’episodio. Anche nei confronti del minore arrestato oggi, i magistrati della Procura e dell’Ufficio Gip del Tribunale per i Minorenni di Napoli, come per gli altri indagati già arrestati, hanno contestato il reato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi, per le inaudita violenza perpetrata nei confronti della vittima che veniva ripetutamente e lungamente colpita al capo ed al torace, anche dopo essere crollata in terra a causa delle prime brutali percosse e nonostante le urla e la presenza di numerosi testimoni, uno dei quali, titolare del bar ove era fermo il “branco”, intervenuto per soccorrere il malcapitato, veniva sua volta colpito al volto con un pugno.