Cesa
Il Pubblico Ministero aveva chiesto per lui una condanna a 10 anni di carcere, mentre il Gup del Tribunale di Napoli lo ha assolto. Si è conclusa con questo verdetto la vicenda giudiziaria che ha riguardato Giovanni Monte, 35 anni di Cesa, coinvolto nella operazione “Piazza Pulita”. Monte, militare in servizio presso la Brigata Garibaldi di Caserta, era stato tratto in arresto insieme ad altre 28 persone, per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti. Ieri pomeriggio è giunta l’attesa sentenza, resa dalla 19esima sezione dell’Ufficio Gup del Tribunale di Napoli, dott.ssa Alessandra Ferrigno, all’esito del giudizio abbreviato. Monte, difeso dall’avvocato Enzo Guida, venne tratto in arresto perché accusato di spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver favorito il clan camorristico operante nella zona di Maddaloni, facente capo a Farina Antonio e a Martino Nicola. Dopo alcuni giorni di detenzione, sulla base degli elementi difensivi offerti, Monte venne scarcerato.
L'ordinanza “Piazza Pulita” nasceva da una indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che portò nel mese di febbraio del 2010 all'arresto di 28 persone per il reato di Associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con l’aggravante di avere agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare l’organizzazione di stampo camorristico Farina-Martino operante a Maddaloni e comuni limitrofi e per numerose imputazioni di spaccio di spaccio di sostanze con l’aggravante mafioso. Tali indagini, supportate da servizi tecnici, consentivano di acquisire elementi di reità nei confronti di personaggi della criminalità organizzata che dimostravano la esistenza in Maddaloni di una diffusa e capillare organizzazione che, avvalendosi del metodo mafioso, era dedita al traffico di ingenti quantitativi di stupefacenti.
Già nel corso dell'interrogatorio, sia dinanzi al Gip sia dinanzi al Pm, Monte negò qualsiasi coinvolgimento, precisando di non aver mai effettuato acquisti di droga ai fini di spaccio. La difesa del giovane aveva anche prodotto una corposa documentazione, tesa a dimostrare la condotta corretta del militare, impegnato in passato in delicate operazioni di pace, come quella in Iraq.
Poi la scelta di definire il processo con il rito abbreviato, con la pesante richiesta di condanna avanzata dal Pm Luigi Landolfi ad una condanna a 10 anni di carcere.
Ieri è giunta la sentenza che ha assolto il giovane militare con formula piena.