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martedì 19 aprile 2011

PRESENTATO DAL PROCURATORE CORRADO LEMBO E DAL GIORNALISTA FRANCO TONTOLI IL LIBRO DI GEO NOCCHETTI “SALDI DI FINE EMOZIONI” – PRESENTE IL QUESTORE GUIDO NICOLO’ LONGO –

Nella Saletta della libreria Feltrinelli


Caserta – ( di Ferdinando Terlizzi ) E’ stata un’ora di emozioni, di riflessioni, di ricordi, di rimpianti, la presentazione del libro di Geo Nocchetti, “Saldi di fine emozioni”. A proporlo ad una èlite di appassionati ( oltre al questore Guido Nicolò Longo, c’era il noto amministrativista Prof. Ciro Centore, il sottoscritto, che è stato collega di redazione nel “Diario di Caserta”, negli anni 70 con l’autore ), è stato il collega Franco Tontoli, ( anche lui faceva parte della redazione del “Diario di Caserta”), con la sua rituale forbita eloquenza ( infarcita di aneddotica e di “fattarielli”) ha tratteggiato un profilo di Geo Nocchetti, esaltandone le doti di giornalista e di scrittore.

Anche se ha potuto beneficiare di una “spinta”… aggiungo io, in quanto è il nipote di Massimo Caprara, ( due figli di Massimo sono inviati speciali del “Corriere della Sera”) fondatore, appunto, del “Diario di Caserta”, giornalista, scrittore, politico del PCI, segretario di Palmiro Togliatti, autore di un best seller degli anni ’60 “Anonima Dc”, dove si denunciavano le ruberie dei governi dell’epoca, Geo Nocchetti, ha dimostrato, con la sua attività di giornalista della Rai Tv e specialmente con questa fatica letteraria, le sue abili doti di scrittore.

Bellissime, sentite, emozionanti, coinvolgenti, riflessive, che hanno avviluppato gli astanti, le parole di Corrado Lembo, Procuratore della Repubblica di S. Maria C.V.: “Io non sono facile dare del tu. Lo faccio soltanto con le persone alle quali riconosco di avere in comune le basi culturali ed i riferimenti morali. A Geo ho dato il tu”.

Ma la cosa più emozionante per me è stata la frase che Geo ha voluto vergare con la sua dedica al libro che ho comprato: “A Ferdinando, nel ricordo di tempi dei quali abbiamo, credo, entrambi nostalgia”. Sfido io caro Geo, nel 1978 avevo 40 anni e la vita… era appena cominciata. Oggi a 74 anni compiuti… con qualche capello bianco… se avessi saputo dove sarei andato a parare negli anni successivi… mi sarei subito trasferito in Svezia.

Ma parliamo del romanzo ( definito da qualcuno un tentativo filosofico, e da altri addirittura un ritratto autobiografico ). Ecco la trama. Gino è un avvocato di raro talento che però non ha raggiunto, e forse nemmeno perseguito, il vero successo professionale: lo guida, all’apparenza, un nichilistico cupio dissolvi che lo porta a dissipare capacità e occasioni. Ha smarrito l’idea terrena di giustizia e usa il sesso come un’arma: “entomologo femminile”, etologo del- ‘umanità, soprattutto quella di confine, tratta con o stesso distaccato disprezzo i peccatori che si comportano da virtuosi, i virtuosi che vivono da peccatori, i peccati trasformati in reati e viceversa, in una società che ha messo al centro del contratto sociale l’ipocrisia fino a farne la propria forma di governo: l’”ipocridemocrazia”. Finché un giorno una donna gli annuncia con messaggi anonimi che presto si incontreranno, e che quest’incontro cambierà la sua vita. Ma prima dovrà affrontare un viaggio al termine della notte attraverso “terre di mezzo” abitate da persone apparentemente comuni o importanti, stimate in pubblico, miserabili e pericolose nel privato. Gino finirà per smascherarli nella loro reale essenza di mostri a volte sanguinari, sempre spietati e aridi, perfetti esponenti di quella società regolata dall’ipocridemocrazia; ma metterà a repentaglio la sua vita e pagherà un prezzo altissimo prima di arrivare da dove è partito, alla “verità bambina”. Seguendo la scansione narrativa di un thriller cupo e visionario, il romanzo si snoda attraverso personaggi e situazioni marcati da un’atavica deformità antropologica o morale: Mirva, la ninfomane spietata ma politicamente corretta; Elena, l’ex moglie amorale e cinica; l’inquietante capo camorra Don Conese; l’agghiacciante sottosegretario Lesi e il suo pupazzo Mitri, capopartito cialtrone; Severo, il magistrato traditore e Fenzi, il magistrato esemplare; il complotto affidato all’esercito degli ”Inesistenti” in una lotta tra Male e Bene oramai non più riconoscibili con certezza; fino alla donna misteriosa che, quando si svelerà, condurrà Gino al bivio tra la catastrofe e un’ambigua catarsi.



Geo Nocchetti nasce a Campobasso il 22 aprile 1959. A ventidue anni si laurea con lode in Giurisprudenza all’Università “Federico Il” di Napoli e, contemporaneamente, diventa giornalista professionista e poi avvocato. Comincia a lavorare come inviato speciale del «Diario di Napoli», poi collabora con «Il Mattino» e infine approda alla RAI, nel 1983 a Potenza e a partire dal 1988 a Napoli, dove è inviato speciale e vice caporedattore. Si occupa di criminalità organizzata e di cronaca giudiziaria e nera, ma attualmente segue anche la cultura e gli spettacoli. Lavora, sia in Italia che all’estero, per trasmissioni come «Samarcanda», «Piacere Raiuno», «Uno Mattina», «Italie» e «Serata Tgl». Dal 1988 al 1996 è il corrispondente del settimanale «Famiglia Cristiana», dal 1996 al 2002 è inviato per «La cronaca in diretta», trasmissione per la quale realizza oltre 900 dirette. Dal 2000 al 2002 effettua servizi e collegamenti per la trasmissione “Porta a Porta». Dal 2008 è editorialista del «Corriere del Mezzogiorno», l’edizione campana del «Corriere della Sera». Ha pubblicato due biografie: Il sognatore (RaiEri, 2004) su Peppino di Capri e Napoli solo andata... Il mio lungo viaggio (Sperling & Kupfer, 2005) su Mario Merola.