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mercoledì 16 febbraio 2011

BANCAROTTA FRAUDOLENTA - LA GUARDIUA DI FINANZA METTE IL SIGILLO SULLA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI AVERSA

A conclusione dl un’articolata indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere- Sezione criminalità economica e finanziaria, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza Caserta ha eseguito in data odierna quattro ordinanze applicative di misure cautelari personali nei confronti dei rappresentanti apicali degli organi sociali della Banca di Credito Cooperative di Aversa c precisamente:

- Giuliano Enrico Presidente del C.d.A- arresti domiciliari.

- Bortone Cesario vice Presidente e Consigliere- arresti domiciliari

- Arbore Vincenzo Direttore - arresti domiciliari

— D’Agostino Domenico n.q. di componente del collegio sindacale-divieto di esercitare la professione di dottore commercialista

L’operazione giunge a conclusione di complesse indagini all’esito delle quali risulta accertata, a carico dei componenti degli organismi sociali della Banca di Credito Cooperative di Aversa, la distrazione e dissipazione di circa 11 milioni di euro in un arco temporale di soli due anni., conseguenza di una gestione a dir poco avventata, frutto di eccessivi sconfinamenti conseguenti ad affidamenti non garantiti, di prassi anormale in ordine all’ammissione a soci, di arbitraria gestione dei fondi, di elusione della normativa anti riciclaggio, di vaglio assolutamente inadeguato della capacita di rimborso della clientela , condotte che hanno provocato l’erosione di tutto il patrimonio della banca, determinandone la declaratoria dello stato di insolvenza, dichiarata con sentenza del Tribunale di S.M. Capua Vetere il 18 settembre 2009

L’indagine penale trae origine dagli esiti dell’attività ispettiva della Banca

d’Italia che aveva portato alla luce una serfie di gravi irregolarità, che spaziano dall’arbitraria gestione dei. fondi ad una indiscriminate politica degli. impieghi con grave deterioramento della qualita dell’attiv0. Scno state analizzate tutte le operazioni avallate dall’istituto `di credito in favore di importanti gruppi imprenditoriali quali il Gruppo Lamboglia, Castriota Scanderberg Luigi, Gruppo Fontana, Gruppo Testa, Pietra Marina s.r.l., aventi ad oggetto atti dispositivi e di affidamento effettuati in violazione dei piu elementari canoni di prudenza e ragionevolezza.

Un’avventatezza delle scelte gestionali, ispirata da motivazioni economiche di mero tornaconto personale. ed in quanto tale incompatibili con gli interessi della banca, era d’altro canto già stata evidenziata durante la gestione provvisoria cui l’istituto veniva sottoposto con decreto della Banca d’Italia ai sensi dell’art. 76 del Testo Unico Bancario, gestione che alcuna efficacia deterrente aveva sortito, perdurando le illecite operazioni attuate in violazione delle più elementari regole di prudenza e moltiplicandosi le posizioni di sofferenza, si da determinare la repentina ed irrimediabile decozione della BCC. Le indagini hanno dimostrato che era invalsa la prassi di. presentare i soggetti che dovevano beneficiare di aperture di credito a vario titolo (scopertura in conto, - anticipo su fatture) come soci, di far loro sottoscrivere azioni di importo irrisorio e di far ratificare prestiti o affidamenti che, in realtà, erano già stati accordati sulla base della presentazione del consigliere il quale rappresentava in sede assembleare

L’affidando si pensi che il Presidente Giuliano Enrico rappresentava 98 soci. per un totale di quote ammontanti ad € 687.000. In concreto la banca funzionava come uno strumento per acquisire clientela e potere e, rispetto a questo obiettivo, non aveva alcuna importanza la verifica della solvibilità dei nuovi soci. era nota l’assenza di qualsiasi garanzia per la restituzione delle somme affidate.