Ciao Peppe, ho saputo che hai combattuto fino alla fine e non ce l’hai fatta.
Nessuno sa l’amicizia ultra trentennale che mi lega perché ti conosco da molto tempo. Appena diciottenne, oggi ho superato gli anta, tu con la tua borsa, ti recavi quando eri ancora procuratore nello studio dell’avvocato Valerio Gaglione al quinto piano del Palazzo Farina in Piazza Vanvitelli per svolgere la tua attività . Quante battute quando salivamo nell’ascensore, perché abitavo sullo stesso pianerottolo. Quanti caffè offerti a casa mia insieme a mia madre quando eri ancora signorino prima di aprire la porta dello studio dove ogni sera insieme ad Enzo Petrella, Rolando Vitelli, Ennio Romano vi apprestavate a svolgere la vostra professione. Già perché siete nati giuridicamente in quel palazzo , che guarda caso è stato il palazzo dove è nato il più grande europeista del XX secolo . Te ne sei andato perché hai accusato un male incurabile, ma lasci gli amici che guarderai dall’alto così come guarderai la tua famiglia .
Ciao Peppe ed osserva tuo fratello Franco