Si voleva far passare il Consiglio del 25 novembre, convocato d’urgenza, per qualcosa di inutile, ma le mie insistenze nel porre all’attenzione del Civico Consesso la questione della vicenda giudiziaria che contrappone il Comune di Santa Maria e la Curia di Capua per il mancato pagamento dei canoni non versati, da anni, per l’enfiteusi di palazzo Melzi e per altre ragioni, hanno dato il loro frutto. Il Consiglio ha deliberato, infatti, all’unanimità dei presenti , (ben pochi da parte della maggioranza che voleva far passare sotto silenzio ritardi ed omissioni della passate amministrazioni nel trattare un delicato argomento), di manifestare la volontà di affrancare il bene, attualmente detenuto dal comune di Santa Maria attraverso l’Istituto dell’enfiteusi, appena sarà determinato, in sede di giudizio,il canone annuo rivalutato e versare e, quindi, le 15 annualità previste dalla Legge al fine di affrancare ed acquisire il palazzo Melzi al patrimonio comunale. La minoranza, con questa iniziativa, ha dimostrato di voler tutelare gli interessi della città, mettendo a nudo la superficialità dei comportamenti di quest’Amministrazione nel trattare una vicenda che avrebbe potuto determinare , in casi estremi, la perdita del palazzo che da 200 anni è nella disponibilità del comune. Nella stessa seduta è balzato palesemente all’attenzione di tutti che la mia mozione nella quale si richiedeva l’annullamento della delibera di Giunta n.205/2010, nella quale si approvavano gli indirizzi per la redazione del nuovo PUC, era ben fondata. Infatti è stato accertato che l’unico Organo competente a dettare tali indirizzi urbanistici è il Consiglio Comunale e non la Giunta; quindi la delibera è inefficace. Si è tentato di minimizzare la questione adducendo la giustificazione che quelli approvati in Giunta erano solo dei principi generali che avrebbero dovuto essere seguiti dagli estensori del piano urbanistico. Ma tutto ciò contrasta con le roboanti affermazioni del Sindaco che aveva,più volte, osannato al lavoro della sua Amministrazione ed aveva dato il via a procedimenti in contrasto con il dettato della Legge ed aveva presentato alle associazioni, in pompa magna, quegli indirizzi, definiti dal Prof. Forte meno che inutili. E’ una cosa squallida dover assistere a continui tentativi di delegittimazione del mio operato nella lotta che sto conducendo contro un’Amministrazione che dimostra sempre di più di non avere le carte in regola per ben amministrare una città che aveva bisogno di rinascere e di rialzarsi da un baratro in cui è precipitata. Non avrei mai assunto questi atteggiamenti di netta contrapposizione se si fosse palesata una possibilità di dialogo con questa amministrazione che ha sbugiardato tutti gli impegni assunti con il Popolo ed ha continuamente ribaltato la maggioranza che la sostiene. Non sono io a buttare fango sulla Città,come ha detto il Sindaco ieri in Consiglio evidentemente stizzito dalle continue figuracce, sono questi amministratori incapaci, incompetenti nell’amministrare la Cosa Pubblica e portatori di interessi che non coincidono con quelli della città che mi hanno determinato ad assumere questo atteggiamento così intransigente, dato che non si vede alcuno spiraglio di ravvedimento e di cambiamento nell’amministrare la Città. Si continua, invece, ad assistere a lotte intestine che preludono a nuovi cambiamenti nell’assetto della Giunta e che determinano una cattiva amministrazione della città e poca attenzione ai suoi reali problemi.
Gaetano Rauso