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venerdì 19 novembre 2010

SANTA MARIA CAPUA VETERE - E.MONACO - CONTROLLIAMO LO STIR E QUELLO CHE ARRIVA

Alcune brevi considerazioni si impongono a margine del consiglio comunale dedicato all’emergenza rifiuti. E’ chiaro che il problema non si pone solo nei termini del diniego a ricevere i rifiuti dai comuni del napoletano. La provincia di Caserta è deficitaria nell’anello di chiusura del ciclo dei rifiuti, non avendo un proprio termovalorizzatore, ovvero tecnologia a esso comparabile; ciò che ci pone nella necessità di corrispondere, nei limiti delle compatibilità, alle esigenze della provincia di Napoli, visto che noi ivi smaltiamo il risultato ultimo del trattamento dei nostri rifiuti.


Così posto il problema, le criticità mi paiono altre: anzitutto, il tema principe dei controlli. Non solo i controlli su cosa viene trattato nell’impianto STIR, ma anche e forse soprattutto su quanto viene avviato direttamente in discarica. Ciò perché la nostra area territoriale vive già una criticità permanente, visto che insistono su di essa, oltre ai danni irreparabili provocati specie dalla delinquenza organizzata col commercio clandestino dei rifiuti, numerosi impianti e discariche. Poi, il monitoraggio costante dei dati epidemiologici: abbiamo il diritto di sapere se e quante affezioni siano state indotte, o aggravate, dall’allocazione dei suddetti impianti e discariche e dotare i cittadini di presidi sanitari, cui rivolgersi per ottenere risposte immediate e di qualità. Certo, possono aiutare le centraline di rilevazione. Ma domando: in questi anni, quante volte ci è stato detto quale fosse l’esito delle indagini e quali misure possiamo adottare per salvaguardare la salute nostra e dei nostri figli?

Non bisogna alimentare gli allarmismi; neanche, però, tirare a campare, quasi che il problema non esista!

Da ultimo, la politica si deve attivare perché il problema del ciclo dei rifiuti in provincia non si pensi di risolvere gravando il tutto sullo stesso spicchio di territorio. Anche se fatto con i miraggi di guadagni per gli enti locali interessati. Se è vero che a San Tammaro, comune partecipante all’Unione dei Comuni di Terra di Lavoro, dovrà essere allocato anche l’impianto per il trattamento dei percolati, dobbiamo pretendere che se ne discuta e se ne valutino gli effetti. Come Maruzzella, anche questo impianto non è fatto che non ci interessi. Ce lo abbiamo sotto casa. Abbiamo l’obbligo, come cittadini e come amministratori, di opporre tutte le resistenze possibili.

Se può servire, sarò il primo ad affiancare il Sindaco in una battaglia come questa. Chi se ne frega di cosa pensino i partiti! Qui c’è in ballo un bene non negoziabile: la salute.

Dunque, abbasso le partigianerie. Avviamo subito un tavolo di concertazione anche con le associazioni sul territorio, che hanno sensibilità, competenze e volontà di impegnarsi su questo tema e pretendiamo che mai più si facciano scelte tanto impegnative per un territorio già martirizzato, senza che noi neanche si sia avvisati. Almeno questo ci è dovuto.

Avv. Enrico Monaco – consigliere comunale PD