VEDERE PER CREDERE CLICCA QUI

Pagine

venerdì 8 ottobre 2010

Marano di Napoli Accusati di rapina in una banca a Bologna, dopo 7 mesi di arresti domiciliari il giovane Mario De Felice è stato scarcerato.

La vicenda risale al mese di marzo scorso quando finirono in manette tre napoletani (di cui due arrivati in trasferta per mettere a segno il colpo): Francesco Sagliano, 29enne residente a Bologna (con precedenti per rissa e spaccio di stupefacenti), Antonio Navatta 28 anni (con precedenti specifici) e Mario De Felice di 21 anni.  L'altro giorno dinanzi al Gup del Tribunale di Bologna si è tenuto il processo, definito con la scarcerazione del De Felice. Questi, difeso dall'avvocato Enzo Guida, ha patteggiato la pena con la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione, con la pena sospesa, in quanto minore di anni 21 al momento del fatto. Poiché ha beneficiato della pena sospesa il giudice ha disposto anche l'immediata scarcerazione.
L'altro coimputato NAvatta invece è stato condannato a 3 anni di reclusione a seguito di giudizio abbreviato, mentre SAgliano è stato rinviato a giudizio. I tre rispondevano di concorso in rapina aggravata da violenza ai danni delle sede dell'Unicredit in via Andrea Costa, appena fuori le mura del capoluogo emiliano. Il Navatta e il De Felice, sono stati gli autori materiali del colpo, avvalendosi della complicità del terzo che fungeva da palo. I due entrati all'interno dell'istituto di credito, senza armi, ebbero a strattonare le due impiegate che si trovavano dietro allo sportello, riuscendo a portare via la somma di  600 euro dalla cassa, senza riuscire a sottrarre il contante contenuto nelle casseforti della banca e del bancomat essendo, entrambe, ad apertura temporanea. Dopo il colpo, però, due impiegati bancari rincorsero i tre rapinatori, all'uscita dell'istituto di credito di Bologna in cui lavorano, permettendo il loro arresto da parte della polizia.
In questo modo si concluse la rapina, con il recupero della somma e l'arresto dei 3 soggetti. Sia il De Felice che il Navatta ammisero le loro colpe mentre Sagliano negò un qualsiasi suo coinvolgimento.