Domani mattina rassegnerò le dimissioni da rappresentante cittadino in seno all’Unione dei Comuni. E’ un atto doveroso di dignità, che mi aspetterei, ma non ci credo tanto, anche da coloro che si arrogano adesso, senza averne avuto i numeri dai cittadini, il diritto, ma è piuttosto l’arbitrio, di governare la Città. So che è poca cosa, ma non ho altro da cui dimettermi: sono passati mesi da quando lanciai l’allarme in consiglio comunale per un chiarimento politico e fui l’unico a lasciare già allora tutti gli incarichi di commissione. Non mi piaceva allora e non approvo adesso la presunta furbizia politica di Giudicianni. Evidentemente non ha ancora elaborato la sindrome da “liberto”, che in politica lo accompagna: ha impiegato tre anni, a suo dire, per liberarsi dalla morsa di Di Muro e Stellato e in pochi giorni si è sottomesso a Romano e Garofalo. Fino al punto di passare anche sul corpo dell’ass. Maio, cui aveva assicurato un posto nella nuova giunta, spingendolo ad abbandonare i suoi vecchi compagni di partito. Ma siccome la sua opinione vale molto, ha dovuto rinunciare anche a Maio per far posto agli scudieri di Romano, dei quali neanche intendo parlare, limitandomi a ribadire, che per come sono arrivati agli assessorati, fanno bene a entrare nella casa comunale dalla porta posteriore. La nostra sarà un’opposizione senza sconti: aspetto di vedere quali siano i punti del programma che stanno così a cuore al Sindaco da avergli fatto perdere ogni senso della vergogna e del pudore politico! Qualche idea l’abbiamo, ma aspettiamo che si materializzi. Intanto per il PUC registro che la dr.ssa Buondonno, che ne era l’ispiratrice nella parte progettuale, ha sconfessato Giudicianni presso gli organi regionali e provinciali del PD, ribadendo che ella giammai prenderebbe parte a un’amministrazione di destra, ancor più per le condizioni in cui è maturata quella sammaritana. In questo caso le sono dovute le mie scuse per quanto da me dato alla stampa in buona fede, confidando che almeno per le cose che scrive Giudicianni fosse attendibile.
Insomma, un consiglio darei al “primo” cittadino: faccia come vuole, ma per una volta si emancipi e scriva una pagina con il suo nome e cognome. Meglio se sotto una dichiarazione di dimissioni.
Nelle more intendo pubblicare, di volta in volta, quello che di lui hanno scritto e dichiarato i suoi odierni compagni di cordata.
Avv. Enrico Monaco – cons. comunale PD