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giovedì 23 settembre 2010

IL PRESIDENTE DELL'UNIGRACO RAFFAELE MARCELLO " ISTAURIAMO UN TAVOLO DI CONFRONTO PER UN COSTANTE MONITORAGGIO

Presidente Marcello, il prossimo 29 ottobre a Fiuggi si terrà un convegno organizzato dall’UNAGRACO dal titolo “Il ruolo delle valide ragioni economiche tra abuso del diritto e antieconomicità delle scelte imprenditoriali”: ci spiega perché la scelta è caduta proprio su questo argomento?
Innanzitutto, va detto che il convegno del prossimo 29 ottobre nella città laziale rientra nei programmi di formazione dell’UNAGRACO. Nelle scorse settimane abbiamo inquadrato quelle che possono essere le tematiche più delicate per la categoria in questo periodo storico, per affrontarne i limiti e cercare di risolvere i problemi. Dopo questo primo passo, abbiamo stabilito che le priorità riguardano il peso del fisco e il rapporto tra economia e diritto. Affronteremo, dunque, tutti questi argomenti, ma certo non posso negare che al centro di tutto ci sarà il delicato tema dell’abuso del diritto. Le prerogative sono molto chiare e non è un caso che sia stato scelto proprio quel titolo per l’incontro”.
Cosa c’è che non va?
Ultimamente, troppo spesso i controlli dell’amministrazione finanziaria sono tesi a sostenere che quando una prestazione è antieconomica non vale la pena di porla in essere. Questo però entra in conflitto con quella che è la performance di un’azienda, che può anche non avere pretese sul breve o sul medio periodo. In sintesi, non è possibile che un imprenditore non possa investire guardando molto più in là del proprio naso. Non ci sembra logico né corretto che il capo di un’azienda non possa più programmare un profitto. Se poi pensiamo che questo ragionamento vale anche per i professionisti, capiamo bene che c’è un paradosso grave e che deve essere risolto quanto prima”.
Insomma, va bene la verifica, però l’UNAGRACO chiede che si tenga conto anche di quella che è la realtà e la struttura di appartenenza.
Esattamente. In alcune circostanze, infatti, lo statuto del contribuente viene disatteso dall’amministrazione finanziaria, che non tiene conto appunto di quella che è la realtà economica e, come giustamente detto, la struttura di appartenenza”.
Cosa chiede il sindacato di categoria?
Sono tre i punti sulla nostra agenda: rispetto dello statuto del contribuente, apertura di un tavolo di confronto e un costante monitoraggio. Per il primo non c’è bisogno di troppe parole, ci sono delle norme da seguire e sarebbe assurdo se ciò non accadesse. Il confronto? E’ un auspicio e una speranza, col dialogo si potrebbero trovare le giuste soluzioni senza allungare eccessivamente i tempi. Infine, il monitoraggio: la nostra convinzione è che serva un’azione più costante”.
Si preannuncia un periodo intenso, l’UNAGRACO si sente solo nel contesto sindacale italiano?
Non soffriamo di questi problemi. La nostra priorità è quella di portare avanti un’attività forte sulle tematiche già elencate, poi è ovvio che sarebbe splendido avere la massima unità da parte delle varie sigle sindacali su temi che non riguardano soltanto i dottori commercialisti e gli esperti contabili. Se è una chimera? No, c’è la possibilità di trovare punti in comune con gli altri”.
Dunque, si riparte il 29 ottobre dal Lazio: perché questa scelta?
Abbiamo federazioni locali molto attive in questa regione, da qualche settimana c’è un nuovo coordinatore regionale e poi c’è un discorso itinerante che stiamo portando avanti e che riguarda i nostri programmi di formazione. Il progetto è ampio, ambizioso e fatto di strategie che potrebbero rivelarsi innovative, il nostro compito è svilupparle nel miglior modo possibile”.
L’incontro pomeridiano a Fiuggi darà diritto a crediti formativi validi per la formazione professionale continua dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e dei consulenti del lavoro: chi interverrà?
Il programma prevede una breve cerimonia di apertura con i saluti delle autorità, poi la parola verrà data agli ospiti, tutti rappresentanti della categoria. Abbiamo cercato di mettere insieme le varie anime dei commercialisti, ci saranno i vertici della Regione Lazio e poi il professor Moretti, che essendo consigliere del CNDCEC ci darà la sua testimonianza a livello nazionale. Dopo il mio intervento e un breve break, parola ai diversi relatori, che illustreranno la situazione soprattutto a livello regionale. Ma il Lazio è un termometro ottimale della “temperatura” italiana”.
Spostiamoci nel campo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Nelle scorse settimane ha scritto che il professionista deve avere un tempo adeguato a svolgere incarichi di controllo: quali sono le motivazioni?
Il mio pensiero è noto, non è possibile che un professionista svolga un numero di incarichi illimitato. Bisogna mettere dei paletti. Un recente confronto ha lasciato spazio a diverse riflessioni, non ultimo il timore diffuso che un sindaco che ricopre molte cariche possa non prestare la necessaria attenzione ai conti di ogni singola società. Le linee di pensiero, in questo caso, sono due: c’è chi si professa contrario a qualsiasi limitazione e chi ritiene che l’introduzione di un limite agli incarichi assumibili da ciascun professionista sia necessario al fine di assicurare il corretto svolgimento delle funzioni di controllo”.
Le stesse statistiche fornite dal Consiglio Nazionale hanno evidenziato la necessità di introdurre dei paletti organizzativi.
In quell’occasione è stato fatto l’esempio di un professionista che ricopre cinquanta incarichi: è vero, rappresenta un’eccezione, ma risulta evidente che l’assenza di un limite quantitativo dettato da norme di corretto comportamento può generare situazioni patologiche che, tra l’altro, possono screditare l’intera categoria. Dunque, va introdotto un limite per la natura pubblicistica dell’incarico. È pertanto condivisibile la proposta formulata da molti colleghi, secondo cui l’elemento fondamentale che giustifica l’introduzione di un limite agli incarichi di sindaco di società è rappresentato dalla natura pubblicistica dell’incarico. L’organo di controllo di una società, infatti, deve vigilare sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile e sul suo concreto funzionamento. Tale funzione deve essere svolta non solo nell’interesse dei soci, ma anche nell’interesse di tutti gli altri stakeholders. Per tale motivo l’incarico di sindaco di una società non può essere assimilato a qualsiasi altro incarico professionale”.
Presidente Marcello, in definitiva, può dirsi soddisfatto del lavoro svolto finora alla guida dell’UNAGRACO?
Il nostro sindacato continua ad avere come obiettivo quello di tutelare la categoria e lavorare al meglio per migliorarla e migliorare le condizioni dei professionisti. Il giudizio arriva dalla “base”, ma di certo il nostro impegno è totale e stiamo rispettando tutte le promesse fatte. Nel nostro statuto, d’altronde, è scritto che l’Unione si erge a struttura che consenta ai dottori commercialisti e agli esperti contabili di esprimersi sulle problematiche culturali, professionali e di categoria, e che si propone di promuovere lo studio e la risoluzione di temi o problemi oggetto della professione o di categoria. E ancora, che abbiamo il fine di organizzare, coordinare, promuovere e potenziare le attività sul piano nazionale, quali l’attività di formazione professionale a favore dei commercialisti e degli esperti contabili e le attività di tutela della figura professionale, così come previsto dai singoli statuti delle Unioni locali aderenti e nel rispetto dell’autonomia delle Unioni stesse. Insomma, il convegno di Fiuggi rispetta tutte queste prerogative, comprese quelle per la difesa e la tutela dei diritti e degli interessi dei professionisti”.
Quali sono i prossimi impegni?
Abbiamo già calendarizzato gli eventi: il prossimo sarà il Congresso UNAGRACO, previsto per il 26 novembre a Campobasso”.