S. Maria C.V. – ( di Ferdinando Terlizzi ) E’ giunto al giro di boa ( 8° Modulo ) il corso di perfezionamento e di formazione per magistrati tributari che si sta svolgendo presso la Scuola di Formazione Forense di S. Maria C,.V. sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Giustizia Tributaria, della Seconda Università degli Studi di Napoli, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di S. Maria C.V. e dell’Ordine dei dottori Commercialisti della Provincia di Caserta. L’altro giorno, col solito fair play il Dr. Pasquale Menditto, coordinatore del corso ha porto i saluti del Presidente dell’Ordine dei Commercialisti Dr. Pietro Raucci ed ha presentato i due relatori di turno: Il Dr. Raffaele Ceniccola, Sostituto Procuratore Generale della Corte di Cassazione e Componente del CSM Tributario, nonché presidente del Comitato Scientifico e la dottoressa Mariaida Persico, Consigliere della Suprema Corte di Cassazione, nonché V. Presidente della Commissione Provinciale di Napoli.
Il tema: “Il ricorso, la costituzione in giudizio, la sentenza”, è risultato assai interessante per gli oltre 100 discenti - ( avvocati, commercialisti, giudici tributari, ufficiali delle Forze dell’Ordine ) che seguono con attenzione, impegno, professionalità e passione tutti gli oratori che si alternano sul podio dell’Aula.
In apertura di lezione il Dr. Cenniccola, prima di lasciare la parola al consigliere Persico ha annunciato che, in base ad un D.M. di prossima emanazione si bandirà un concorso per circa 500 nuovi posti di giudici tributari, con nuovi criteri di assegnazione dei punteggi e tenendo ben presente i Master validi per il concorso. E’ stata poi la volta di Mariaida Persico la quale ha esordito col dichiarare che – come è noto – i pilastri del processo Tributario sono gli stessi del processo che regolano il diritto civile. Il legislatore è spesso impegnato ad armonizzare ed uniformare i due processi.
E’ chiaro che, qualora si dovesse verificare “un buco” nella normativa tributarista prevarranno le norme civilistiche. Ha poi parlato delle parti in causa, spiegando le norme di come inizia il processo tributario, a chi spetta la titolarità dell’azione, la capacità di stare in giudizio ( fallito, minore, infermo, interdetto ); la capacità legale, come viene introdotto il ricorso e qual è l’iter che deve compiere. Ha citato numerose massime sia della Suprema Corte di Cassazione che della Corte Costituzionale ( due entità che la Persico ha definito di “diritto vivente” che danno un indirizzo alla giurisprudenza di merito). La pregevole oratrice è poi passata ad illustrare le notificazioni nei diversi domicili, la presunzione legale, le inammissibilità, la capacità di stare in giudizio senza il legale e di contro, l’obbligatorietà per certe altre controversie, la nullità per la mancanza della sottoscrizione del ricorso, ( sia l’originale che la copia debbono essere sottoscritti in originale prima della notifica ), la decorrenza dei termini, la riammissione in termini. La Dott.ssa Persico ha citato spesso lo Statuto del Contribuente ( uno strumento a tutela del cittadino ) ed ha illustrato i diversi modi di notificare il ricorso, il deposito in segreteria, la decorrenza dei termini e sulla contumacia… ( non mi sento di aderire al criterio espresso in ultimo dalla Cassazione su questo argomento ha detto la Persico ) mentre il Dr. Menditto, interrompendo, ha spiegato che il ricorso tributario si vince nel diritto.
E’ chiaro che, qualora si dovesse verificare “un buco” nella normativa tributarista prevarranno le norme civilistiche. Ha poi parlato delle parti in causa, spiegando le norme di come inizia il processo tributario, a chi spetta la titolarità dell’azione, la capacità di stare in giudizio ( fallito, minore, infermo, interdetto ); la capacità legale, come viene introdotto il ricorso e qual è l’iter che deve compiere. Ha citato numerose massime sia della Suprema Corte di Cassazione che della Corte Costituzionale ( due entità che la Persico ha definito di “diritto vivente” che danno un indirizzo alla giurisprudenza di merito). La pregevole oratrice è poi passata ad illustrare le notificazioni nei diversi domicili, la presunzione legale, le inammissibilità, la capacità di stare in giudizio senza il legale e di contro, l’obbligatorietà per certe altre controversie, la nullità per la mancanza della sottoscrizione del ricorso, ( sia l’originale che la copia debbono essere sottoscritti in originale prima della notifica ), la decorrenza dei termini, la riammissione in termini. La Dott.ssa Persico ha citato spesso lo Statuto del Contribuente ( uno strumento a tutela del cittadino ) ed ha illustrato i diversi modi di notificare il ricorso, il deposito in segreteria, la decorrenza dei termini e sulla contumacia… ( non mi sento di aderire al criterio espresso in ultimo dalla Cassazione su questo argomento ha detto la Persico ) mentre il Dr. Menditto, interrompendo, ha spiegato che il ricorso tributario si vince nel diritto.
Sull’argomento della sentenza ha preso poi la parola il Presidente Raffaele Cenniccola, il quale ha esordito dicendo che il punto debole di tutto il processo tributario è rappresentato dal terzo grado in quanto la Corte di Cassazione è oberata di ricorsi e i tempi sono lunghi a causa dei filtri dei sistemi. Oggi si tenta a velocizzare il processo tributario ma ci sono molte critiche sulla qualità delle sentenze ed è per questo che ai vertici si sta tentando di migliorare la professionalità dei giudici tributari. Velocità e qualità, purtroppo spesso non vanno d’accordo. A questo bisogna aggiungere ( ma ognuno fa il proprio mestiere ) che molti avvocati scrivono troppo, sono ripetitivi ed hanno molta fantasia. Il riferimento è tuttavia sempre il codice di procedura civile e molte norme sono trasbordate nel rito tributario ( artt. 276 e 360 C.p.C. ). Ha richiamato poi l’attenzione dei presenti sulla importanza della motivazione della sentenza ( incartata nell’art. 111 della Costituzione… ogni provvedimento deve essere motivato ) e spesso l’estensore è proprio attraverso la motivazione che può magari accorgersi di aver sbagliato la decisione. L’illustre oratore ha citato alcuni esempi delle cosiddette “sentenze-suicide”, le quali nel dispositivo ti danno ragione poi nella motivazione finale ti danno torto o viceversa. Buona norma - per tutti – giudici compresi – ha detto il Presidente Ceniccola è redigere le sentenze secondo il criterio del “breve, succinto e compendioso”, e valutare poi i vizi di motivazione per l’impugnativa illustrando le questioni preliminari, le eccezioni di invalidità ( il buon senso deve orientare nelle questioni pregiudiziali ), la legittimazione attiva e passiva, la decadenza e la prescrizione, la carenza di interessi, il merito in senso stretto, il criterio di priorità logico-giuridico, il contrasto tra dispositivo e motivazione, la nullità per mancanza di sottoscrizione e tuttavia, non tutte le sentenze sono appellabili. Il Presidente ha svelato, insomma, tutti i segreti per redigere una sentenza ma ha anche molto criticato alcuni suoi colleghi che fanno troppo uso del “copia e incolla”. L’uso del computer – ha concluso l’alto magistrato - sta creando una serie di preoccupazioni”.