Casal di Principe. Richiesta di ergastolo a Francesco Schiavone di Nicola, ma assoluzione per il cugino, ma dopo Spartacus sono poca cosa . La Dda di Napoli e per esso il pubblico ministero Dottor Ferrigno ne è più che convinto Michele Fontana originario di Casapesenna, cognato di Antonio Salzillo detto Capocchione nipote di Antonio Bardellino, morì perché così era stato deciso dai due Schiavone La ricostruzione accusatoria è stata eseguita in aula davanti alla prima corte di assise del tribuanle di Santa Maria Capua Vetere durante l'udienza e nei mesi scorsi anche dal collaboratore di giustizia Antonio Abbate nel corso dell’esame che ha sostenuto le accuse al pm della Dda. Secondo magistrati la morte di Fontana fu eseguita da esponenti da picciotti afferenti al territorio di Falciano del Massico perché il Fontana gestiva una cava in quelle zone .La sentenza di morte partì proprio da Casal di Principe, da parte di Schiavone di Nicola e e di Luigi . Un omicidio che, secondo l’accusa, si inserisce nella guerra di camorra contro i parenti Antonio Bardellino di San Cipriano d’Aversa dopo la sua morte avvenuta in Brasile nel maggio del 1988 ucciso da Mario Iovine detto Marittiello deceduto poi nel 1991 in Portogallo. Francesco schiavone di Nicola , fu accusato di essere il mandante dell’omicidio Fontana avvenuto il 7 aprile del 1992 a Falciano del Massico. Stessa contestazione anche per francesco Schiavone di Luigi . La ricostruzione operata dagli inquirenti fu quella che nel corso di una riunione i due avrebbero ordinato l’uccisione di Fontana, cognato di Antonio Salzillo, nipote di Bardellino. La vittima, quel giorno da Casapesenna, stava raggiungendo la sua cava di Falciano del Massico. Avvicinato da due persone a bordo di una Alfa 164 lo colpirono a morte. L’auto venne ritrovata incendiata : la parola adesso passa alla difesa .