NAPOLI – Contrabbandavano olio falso, anche grazie a false fatturazioni, creando un danno all’Erario di circa 12 milioni di euro. Un giro di affari che si aggirava intorno ai 16 milioni di litri, quello gestito dall’organizzazione criminale, con contatti col clan Sarno, smantellata nella maxi operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli, che ha interessato, oltre la Campania, altre regioni (Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Sicilia). L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, ha disvelato una colossale frode fiscale internazionale nel commercio del gasolio e dell’olio lubrificante. Sono state eseguite 57 ordinanze cautelari (13 in carcere e 44 agli arresti domiciliari) per i reati di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di olii, falso e ricettazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e per una persona quello di associazione di stampo mafioso. Nell’ambito dell’operazione sono state sottoposte a sequestro le quote sociali e i beni aziendali di 16 società coinvolte operanti nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi del trasporto merci su strada, per un valore complessivo che supera i 50 milioni di euro. I provvedimenti di sequestro preventivo hanno riguardato, oltre le società responsabili del trasporto e della vendita in contrabbando del gasolio, anche quelle società che si erano rifornite di gasolio dall’organizzazione, e 8 distributori stradali, che pure avevano acquistato il prodotto illecito. A muovere i fili dietro l’enorme frode, uno dei clan più potenti di Napoli: il gruppo camorristico dei Sarno, attivo a Ponticelli e Napoli. E’ stato infatti accertato che il clan si occupava non solo dell’organizzazione, ma anche del lato finanziario, fornendo il denaro sufficiente per svolgere le operazioni. Tre delle persone coinvolte, Pasquale Cozzolino, Mario Cozzolino ed un terzo uomo attualmente irreperibile, risultano proprio elementi di spicco del clan Sarno. Complessivamente le Fiamme Gialle hanno sequestrato, oltre alle 16 aziende, anche 25 autocisterne, 6 automezzi, 30mila litri di prodotti petroliferi, 26 cisterne, oltre 1 milione e 300mila litri di olio lubrificante, 113mila euro in contanti e 550 azioni Eni.