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lunedì 8 febbraio 2010

FURTO A VECCIA - LA CORTE DI APPELLO ORDINA DI ELARGIRE 200 MILA EURO A TITOLO DI PROVVISIONALE, POI SI ENTRERA' NEL MERITO . COMUNE RESPONSABILE DEL FURTO


SANTA MARIA CAPUA VETERE. Vi sono comunque  responsabilità dell’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere  se dal sottosuolo entrano ignoti malviventi per svaligiare negozi e gioiellerie. Lo ha stabilito la quarta sezione civile della corte di Appello di Napoli  con un ordinanza che ha stabilito che il titolare della gioielleria Veccia ha subito comunque un danno.  Il ricorso era stato presentato dall’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere dopo che l’imprenditore aveva in ogni caso vinto il primo grado assistito dall’avvocato Giovanni Actis. I giudici napoletani hanno liquidato una provvisionale di 200 mila euro che il comune dovrà elargire al titolare per il furto consumatosi il 9 febbraio 2007  , aspettando poi, la quantificazione globale del danno ricevuto. Una doccia fredda per il comune che nonostante abbia presentato appello davanti al tribunale di Napoli sperava che la sentenza di primo grado favorevole al titolare della Gioelleria fosse ribaltata , ma non è stato così. Quindi un altro round a favore del titolare che per adesso potrebbe anche incassare il quantum ordinato dai giudici . Alla gioielleria Veccia in Corso Garibaldi  la «banda del buco» la ripulì  in pieno giorno nella stessa zona dove negli ultimi dieci anni si erano registrate diverse incursioni dal sottosuolo. Nel tratto tra la fine di corso Garibaldi, piazza Mazzini, via Mazzocchi, via Gallozzi, via Cappabianca e piazza Falcone e Borsellino, bande di rapinatori-speleologi, più volte e in diversi periodi di tempo hanno cercato di  tentare colpi milionari sbucando dal sottosuolo. Le Poste centrali (di fronte al Palazzo di Giustizia), gli istituti di credito Unipol, Banca di Sconto e Conti Correnti e Banca Popolare di Napoli; le gioiellerie Iannicelli e Veccia  sono stati gli obiettivi scelti dalla banda. Il 9 febbraio 2007  l’ennesimo colpo alla gioielleria Veccia. I banditi entrarono  in azione tra le due e le tre del pomeriggio penetrando nel sottosuolo da un tombino di una strada laterale. Gioielli di ogni genere, orologi, accessori, anelli, brillanti venivano riposti in cassaforte dai coniugi Veccia soltanto alla chiusura serale.