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sabato 2 gennaio 2010

L’inchiesta sulla mozzarella – Santa Maria Capua Vetere fissa l’udienza preliminare, a Napoli c’è solo una chiusura indagini.

C'è una opposizione al decreto di archiviazione davanti al tribunale dei ministri di roma per l'ex ministro della salute Livia Turco.

Il 2 febbraio 2010 è fissata l'udienza di Santa Maria Capua Vetere.

Caserta . Tredici istanze presentate alle procure della regione Campania e in particolare quella di Santa Maria Capua Vetere e Napoli, due inchieste partite dalle denuncie di allevatori di cui una giunta davanti al gup del tribunale competente che è stata fissata per il 2 febbraio 2010, due ordinanze di custodia cautelare di cui una emessa dalla Dda di Napoli e l’altra dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere . Queste sono alcune delle cifre che nasconde il più grande business illecito della mozzarella dopata o alla diossina denunciata a furor di popolo dall’associazione LAB (LEGA ALLEVATORI BUFALINI ). Ma c’è un altro aspetto, dal lato, ancora, del vantaggio patrimoniale ingiusto arrecato agli allevatori non appartenenti al controllo camorristico, di cui il Ministro Turco era a conoscenza. Ma c’è anche, perché pende ancora davanti al tribunale dei ministri della repubblica una opposizione alla richiesta di archiviazione formulata dalla Lab di cui l’onorevole ed avvocato Carlo Taormina ha stilato qualche giorno fa in ordine al difetto di elementi atti a comprovare l’intenzione dell’On. Turco di “avvantaggiare imprese che importano latte dai paesi dell’est europeo ovvero che provvedono alla macellazione delle bestie infette”. Si perché tutto cio è accaduto proprio durante la gestione governativa precedente dove addirittura vi sono circostanze che le forze dell’ordine conoscevano e continuano a conoscere perché vivono in simbiosi con il Ministro della Sanità.



Ci si riferisce anche alla colossale operazione che passa per l’acquisto di latte di bufala dalla Romania e dalla Bulgaria che il cartello degli allevatori e dei caseifici camorristici illecitamente pratica e al quale è funzionale l’indiscriminato abbattimento delle bufale della provincia di Caserta circa 15mila , giacché obiettivo finale è quello di occupare l’intero mercato dopo aver messo in ginocchio gli allevatori non aderenti al cartello camorristico attraverso la pratica dei prezzi talmente bassi da non poter essere contrastati da questi ultimi. Non solo questa importazione di latte di bufala da Bulgaria e Romania serve ad eliminare la bufala mediterranea come specie protetta, ma si consuma anche un’altra illiceità che è quella di disidratare il latte nei Paesi di origine per poi reidratarlo in Campania vendendolo come latte di bufala mediterranea a prezzi, come detto, non concorrenzialmente contrastabili.



Non è comprensibile come questa consapevolezza della quale è portatore da tempo anche l’ultimo maresciallo di Castelvolturno e della quale sono portatori i NAS, non faccia parte del patrimonio informativo di un Ministro della Repubblica e soprattutto del Ministro della Sanità fino al 2007 . Secondo gli allevatori la On. Turco non ha il coraggio e il senso civico, di aver sempre ignorato la notorietà dei fatti che si vanno qui riportando. Si tratta, invece, di fatti assolutamente noti e che intanto fanno individuare ulteriori ragioni di vantaggio patrimoniale collegati all’abuso d’ufficio consumato dall’On. Turco, delle quali, così come il fenomeno della importazione, la stessa era a conoscenza.



È opportuno, infine, valutare, per completezza, l’assoluta indifferenza di un Ministro della Repubblica per la tutela di una specie protetta per legge come è per la bufala mediterranea, alla quale è legato uno dei più importanti settori del made in Italy qual è il mercato mondiale della mozzarella campana. Non soltanto, dunque, un abuso d’ufficio attraverso il quale si è punita una categoria o meglio una parte degli allevatori che ha il torto di non piegarsi alla camorra ma anche un pregiudizio per un comparto della economia nazionale.