Una luce, una toga , un lavoro teatrale che nel giorno della memoria , ha fatto rivivere ancora una volta il suo pensiero, quel rispetto che oramai lo ha accompagnato, fin da quando era giovane nel suo cammino professionale. Alfonso Martucci è stato ricordato nel giorno dello shoa, con un opera teatrale il cui soggetto è stato scritto ed interpretato prima da lui , ma magistralmente ieri sera al Teatro Garibaldi da autorevoli esponenti del diritto, quali appunto il presidente della camera penale di Santa Maria Capua Vetere amico e compagno di vecchie battaglie giudiziarie il professore Camillo Irace, l’avvocato Andrea pugliese amico d’infanzia e il professor Gennaro Stanislao. Il tutto contornato da un gruppo di giovani emergenti della Fabbrica Woitilya che con sprazzi di monologhi, duetti di prosa ed infine canzoni e balletti, sulle note di una vecchia canzone di zucchero “ rispetto” , ha dato quel tocco di umiltà ad un grande lavoro di cui ne è stato il regista Patrizio Ranieri Ciu . Un processo , questa la trama, portato in teatro dove vi era un giudice Gennaro Stanislao , l’accusa Andrea Pugliese, la difesa Camillo Irace e una giuria di giovani , alla memoria della shoa dove alla fine, il messaggio incontrovertibile,veniva poi svelato davanti ad un platea dove fra gli invitati vi erano personaggi di spicco fra cui il presidente del tribunale Andrea della Selva, il presidente dell’ordine degli avvocati Elio Sticco e il presidente della sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Alberto Pacelli, ma la presenza veniva onorata anche nobile donne ed avvocati che conoscevano l’avvocato Alfonso Martucci che è stato il professionista a cui tutta l’avvocatura sammaritana gli ruotato attorno. Una bella serata di cultura dove un teatro Garibaldi era pieno all’inverosimile in ogni ordine e posto .