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mercoledì 16 dicembre 2009

MAZZETTE A NAPOLI - LA GUARDIA DI FINANZA DOI NPOALI ARRESTA DUE FUNZIONARI DELL'ISPETTORATO DEL LAVORO

Custodivano un tesoro inestimabile, libretti postali al aportatore , denaro in contante .Dall’ispettorato del lavoro ricevevano lo stipendio, dalle aziende che avrebbero dovuto controllare le “mazzette” per chiudere un occhio. Concussione, corruzione, falsità in atti pubblici, omissione di atti d’ufficio e minaccia: queste le accuse nei confronti di due funzionari della di Napoli, ora agli arresti domiciliari dopo un blitz della nelle loro abitazioni. I due ispettori, entrambi residenti a Napoli, sono Nunzio Petrone di 51 anni e Michele Aliberti, di 58. I due ricevevano tangenti dalle aziende che andavano a ispezionare per “addomesticare” le loro relazioni. Nell’ambito dell’inchiesta sono stati perquisiti anche gli studi di tre consulenti del lavoro, ora indagati. Almeno 30, secondo la Gdf, le attività ispettive “fantasma” effettuate dai due. Alcuni mesi fa a Petrone erano stati sequestrati beni mobili e immobili per 1 milione e 100mila euro, dopo che i controlli delle fiamme gialle avevano fatto emergere una disponibilità patrimoniale e finanziaria sproporzionata rispetto al reddito ufficiale del funzionario. L’indagine è scattata in occasione di un controllo eseguito da Nunzio Petrone in una società, la Fire Controll, già sottoposta per altre ragioni a intercettazioni telefoniche nell’ambito di un’inchiesta su alcune gare d’appalto del Comune di Napoli, del Consiglio regionale e della Asl Napoli 1. Dalle intercettazioni erano emerse irregolarità sulla conduzione dell’ispezione: i successivi controlli, estesi anche ai colleghi di Petrone, hanno fatto accertare, secondo la procura, vari episodi di “vera e propria persecuzione” commessi ai danni di imprenditori e lavoratori. Nelle abitazioni degli indagati sono stati trovati diversi fascicoli relativi ad ispezioni mai registrate nell’archivio della , quindi totalmente sconosciuti alla struttura pubblica. Secondo l’accusa, Petrone e Aliberti - dopo aver ricevuto la promessa o la materiale erogazione di una mazzetta - sostituivano i verbali autentici con altri, poi depositati ufficialmente, dai quali non risultavano le violazioni di legge effettivamente riscontrate.