Arrestati tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Napoli 4 con l’accusa di falsificare i controlli. Sono Alessandro Brignola di Caserta, Carlo Cataldo , Ciro Capuano e Michele Scoignamiglio di Ercolano. Nella mattinata odierna, all'esito di indagini coordinate dalia Procura della Repubblica di Napoli - Sezione reati contro la Pubblica Amministrazione - i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare {due in carcere e due agli arresti domiciliari) disposte dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli net confronti di tre funzionar! dell'Agenzia delle Entrate - in servizio, all'epoca dei fatti, presso l'Ufficio locale di Napoli 4 - e di un sovrintendente della Polizia di Stato, ora >,n pensione, che prestava servizio presso la Sezione di P.G- di questo Ufficio.
A tre degli indagati viene contestato il reato di associazione per deìinquere. A questi ultimi e ad altri indagati, a seconda dei vari episodi criminosi, vengono poi contestati i reati di concussione, corruzione e falso ideologico, peculato, rivelazione di segreti d'ufficio e accesso abusivo a sistema informatico.
I provvedimenti cautelari costituiscono la fase conclusiva di articolate indagini - svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli delia Guardia di Finanza, sotto la direzione della Sezione reati contro la Pubblica Amministrazione di questa Procura della Repubblica -scaturite da un esposto-denuncia, presentato da un commercialista napoletano, i! quale aveva segnalato una richiesta di denaro formulata da due dipendenti dell'Agenzia delle Entrate per concludere, senza alcun rilievo, il controllo fiscale nei confronti di un suo cliente
L'attività investigativa svolta dai finanzieri, volta ad acquisire elementi di riscontro a quanto esposto dai professionista, aveva consentito dì operare - in data 20.03.06 - l'arresto in flagranza, per il reato dì concussione, dei due funzionar! dell'Agenzia delle Entrate Cataldo Carlo e Brignola Francesco, sorpresi nell'atto di ricevere la somma dì 5 mila euro in contanti. Contestualmente erano state effettuate numerose perquisizioni (personali e domiciliari;, estese anche agli uffici dei funzionari pubblici, che avevano permesso di sequestrare tra l'altro, circa 16.000 euro in contanti, preziosi, materiale informatico e telefoni cellulari di elevato valore.
Le successive investigazioni consentivano di accertare - attraverso l'esame di copiosa documentazione, l'assunzione di notizie da persone informate sui fatti, l'esecuzione di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché l'effettuazione di accertamenti bancari -ulteriori fatti illeciti riferibili ai predetti pubblici ufficiali in precedenza arrestati, commessi in concorso con toro colleghi.
Le risultanze complessive delle indagini svolte dimostravano l'esistenza di uno spregiudicato sodalizio criminale, costituito da funzionar! dell'Agenzia delle Entrate in servizio presso l'Ufficio locale dì Napoli 4, che, violando i propri doveri, ricevevano somme di denaro dai contribuenti da loro stessi selezionati e sottoposti a controlli fiscali
Particolarmente significativa, quanto allarmante, era la condotta di uno dei funzionar! nei cui confronti in data odierna è stata eseguita la misura cautelare. Si tratta, in particolare, dei diretto collaboratore del direttore pro tempore dell'Ufficio Napoli 4 II funzionario in questione, in più occasioni, provvedeva a "selezionare" i contribuenti ritenuti potenzialmente più "remunerativi*, nei cui confronti, poi, i due funzionati sopra citati, Cataido e Sngnoia, avviavano i controlli a carattere fiscale.
li "modus operandi' posto in essere dai funzionar! infedeli, accertato dai finanzieri del Nucleo di PT di Napoli, si articolava, in sintesi, come segue:
individuazione dei contribuente da controllare;
avvio dell'ispezione fiscale;
decisione delia somma di denaro da richiedere al contribuente;
promessa di archiviazione definitiva del controllo;
riscossione della tangente.
Tutto ciò era consentito - secondo la ricostruzione accusate-ria- anche dal consapevole comportamento omissivo del dirigente dell'Ufficio che, addirittura, aiutava i funzionali arrestati ad eludere le indagini, occultando la documentazione che avrebbe dimostrato il coinvolgimelo dei predetti in relazione ad altri episodi di concussione. Nei confronti del predetto il G.l.P. ha disposto l'interrogatorio di garanzia previsto da! codice di procedura penale per l'eventuale applicazione della misura interdittiva delia sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio per il reato di Qui aii'art. 378 c.p. (favoreggiamento personale).
In tale contesto, va sottolineato che l'attività investigativa è risultata particolarmente difficile a causa dell'evidente reticenza mostrata dagli imprenditori o dai commercialisti vittime dei pubblici funzionar!, timorosi di possibili conseguenze per loro pregiudizievoli.
Del resto, come le intercettazioni telefoniche hanno ampiamente dimostrato, BRIGNOLA e CATALDO erano consapevoli che, dopo il loro arresto, si era dato ulteriore impulso alle indagini e, proprio per conoscerne gli esiti, si CATALDO più volte interpellava un suo conoscente, individuato poi nel sovrintendente di PS, all'epoca dei fatti in forza alla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Napoli Quest'ultimo, infatti, effettuava diversi tentativi di accesso al sistema informatico del registro delle notizie di reato, non riuscendo ad ottenere le informazioni richiestegli, essendo stata disposta, per tempo, la secretazione degli atti.
Si segnala infine che, dall'esame dei controlli fiscali eseguiti da BRIGNOLA e CATALDO nel periodo dall'1 02,2005 ai 20.3.2006, è emerso che su 172 "controlli" ben 121 si concludevano con esito negativo, ovvero senza nessun rilievo, ed i capillari accertamenti bancan effettuati dagli investigatoti nei confronti dei predetti permettevano di rilevare l'esistenza di numerosi versamenti in contanti proprio in corrispondenza dei controlii.