Nel corso della serata di ieri 2 dicembre, la Squadra Mobile di Caserta ha eseguito un decreto di fermo emesso dalla direzione distrettuale di napoli, per concorso in associazione di tipo mafioso, nei confronti di:
1. Gabriele Brusciano , detto massimo, nato a napoli il 22/09/1978 , pregiudicato.
Allo stesso viene contestata la partecipazione al clan dei casalesi fazione bidognetti ed in particolare alla frangia facente capo a setola giuseppe.
Le indagini condotte dalla squadra mobile di caserta, infatti, hanno consentito di svelare il ruolo fiduciario svolto da brusciano nell’ambito del gruppo stragista sin dall’inizio delle latitanza di setola e dall’avvio della strategia terrostica da questi attuata nella seconda meta’ del 2008.
Gabriele Brusciano , infatti, aveva fornito un fondamentale supporto logistico al gruppo di fuoco, provvedendo ad individuare alcuni dei covi dove setola giuseppe e gli altri latitanti – letizia giovanni, cirillo alessandro e spagnuolo oreste – avevano trovato rifugio, a procurare autovetture e moto utilizzate in alcune loro azioni omicidiarie e stragiste, procurando il munizionamento per le armi impiegate - ad esempio i proiettili cal. 7x62 rinvenuti sui luoghi delle stragi del 18 agosto e del 19 settembre 2008 esplosi dai micidiali mitragliatori kalashnikov imbracciati dai killers e da setola giuseppe - .
Il ruolo fiduciario svolto da brusciano e’ confermato sopratutto dalla circostanza che egli faceva da autista o staffetta nei vari spostamenti di setola, in alcuni casi era l’unico a conoscere l’ubicazione dei covi – e provvedeva a mantenere i contatti tra i vari componenti del gruppo di fuoco e gli affiliati del clan bidognetti attraverso i “pizzinni” in cui erano riportati gli “ordini” di setola giuseppe.
L’affidabilita’ di Gabriele Brusciano , insospettabile imprenditore - socio insieme al fratello luigi di un’avviata impresa “la sider legno s. p. a. con sede a napoli – titolare di un porto di armi – e’ dimostrata dalla circostanza che la sua affiliazione al clan dei casalesi ed alla frangia setola - da cui percepiva un regolare “stipendio” - era stata mantenuta segreta da quest’ultimo anche nei confronti dei componenti del gruppo di fuoco che, come testimoniato dal collaboratore di giustizia spagnuolo oreste, erano convinti che l’uomo si limitasse a fornire piccoli ed occasionali favori al clan.
Giuseppe Setola come emerso dalle indagini della squadra mobile di caserta, per garantirsi la liberta’ durante il lungo periodo di latitanza – tra l’aprile del 2008, data della sua evasione, ed il gennaio 2009, allorche’ veniva arrestato a mignano montelungo – aveva fatto affidamento su due insospettabili: appunto brusciano gabriele e santoro salvatore, detto “salvaturiello”, nato ad aversa il 29-12-1987, incensurato, arrestato dalla stessa squadra mobile di caserta il 24 ottobre 2008 in esecuzione di fermo emesso dalla d. d. a. di napoli per associazione di stampo mafioso in relazione al suo favoreggiamento della latitanza di setola che aveva ospitato in una abitazione nelle disponibilita’ della sua famiglia.
Brusciano era gia’ stato arrestato per 416 bis in esecuzione di un provvedimento di fermo della d. d. a. di napoli nell’ottobre del 2008, ma il tribunale del riesame aveva annullato la successiva ordinanza si custodia cautelare in carcere emessa dall’ufficio gip in sede di convalida, ritenendo insufficienti gli elementi indiziari raccolti a suo carico.
Gli investigatori della polizia, recentemente, hanno fornito ulteriori decisivi elementi che hanno portato alla emissione del nuovo provvedimento restrittivo, in particolare sono stati individuati alcuni veicoli utilizzati dal gruppo di fuoco che erano stati forniti da brusciano che ne aveva la disponibilita’ attraverso delle “teste di legno”.
In particolare sono state ricostruite le vicende di una moto che brusciano aveva acquistato tramite un prestanome e che era stata utilizzata in alcuni raid omicidiari e che era stata poi sequestrata in uno dei covi dove furono arrestati il 30 settembre 2008 i latitanti, braccio armato del gruppo, spagnuolo oreste, letizia giovanni e cirillo alessandro.
Tali decisive risultanze investigative sono state suffragate dalle dichiarazioni di alcuni importanti collaboratori di giustizia che hanno rivelato la storica contiguita’ al clan bidognetti di alcuni componenti della famiglia brusciano e del loro ruolo nel riciclaggio dei proventi delle attivita’ illecite del clan che venivano investiti nella costituzione di imprese fittizie attraverso le quali venivano realizzate truffe che procuravano ulteriori ingenti guadagni alla organizzazione camorrista. giustizia
Anche nei confronti di brusciano gabriele e’ stata contestata l’aggravante di avere commesso il fatto con finalita’ di terrorismo, per l’uso indiscriminato della violenza praticato dal gruppo setola al fine incutere terrore e panico nella collettivita’ e riaffermare prepotentemente la propria criminale auttorita’ sul territorio.