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lunedì 9 novembre 2009

OPERAZIONE EUROSPIN - I SOLDI SERVIVANO A COMPRARE I CONSIGLEIRI COMUNALI DI S.MARIA CV



Nelle prime ore della mattinata odierna, in Napoli e Casal di Principe, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre persone coinvolte in una vicenda delittuosa che ha visto un imprenditore laziale costretto a versare cospicue somme di denaro per la costruzione della struttura del centro commerciale “EUROSPIN” di Santa Maria Capua Vetere.
Destinatari dei provvedimenti sono:
- un geometra in servizio presso il Settore Urbanistica della Regione Campania e un fiancheggiatore del clan dei Casalesi, accusati in concorso di “millantato credito” e “tentata estorsione aggravata dal metodo camorristico”;
- il titolare di una nota ditta di traslochi con sede in Castelvolturno indagato per “riciclaggio di assegni”.
L’indagine ha preso avvio dalla denuncia sporta da un imprenditore titolare di una ditta con sede in Pomezia (RM), operante nel settore della costruzione di strutture prefabbricate ad uso commerciale, il quale, dopo aver acquistato un terreno nei pressi dell’uscita autostradale di Santa Maria Capua Vetere, nell’anno 2006 aveva presentato una domanda di permesso a costruire per l’edificazione di un fabbricato da destinare alla catena commerciale EUROSPIN.
L’attività investigativa, condotta mediante indagini tecniche e riscontri documentali, ha consentito di accertare che:
- il geometra, MIGLIORE Rosario , in servizio presso il Settore Urbanistica della Regione Campania (Ufficio preposto alla prima istruzione delle pratiche relative alla costruzione di strutture da adibire alla grande distribuzione), agendo in concorso con il fiancheggiatore del clan dei casalesi, GAGLIARDI Ignazio, si faceva consegnare dall’imprenditore 50.000 Euro (suddivisi in diversi assegni), millantando che la somma era necessaria a “comprare” alcuni consiglieri comunali di Santa Maria Capua Vetere per agevolare il rilascio della concessione edilizia; inoltre, a costruzione iniziata, i due tentavano di farsi dare dall’imprenditore altri 80.000 Euro, motivando tale successiva richiesta di denaro con la necessità che l’imprenditore si “mettesse a posto” con il clan dei Casalesi;
- il titolare della ditta LA PRECISA traslochi, SCARPATI Antonio, riciclava tre degli assegni (dell’importo complessivo di Euro 25.000) cosnegnati dalla vittima ai suoi estorsori, versandoli in favore di prestanomi al fine di ostacolare il collegamento dei titoli di credito, strumentalizzando la propria attività commerciale.
La vicenda, dunque, sviluppatasi in un contesto caratterizzato da forte pressione mafiosa sul territorio, ha evidenziato che il geometra ed il fiancheggiatore del clan, con particolare maestria criminale, hanno avuto gioco facile nel rappresentare all’imprenditore di trovarsi in un ambiente caratterizzato da una penetrante doppia intimidazione, innanzitutto quella della pubblica amministrazione (l’imprenditore rivelava al pubblico ministero che egli era al corrente che in certe zone occorre pagare prima i funzionari pubblici e poi la camorra!), e quella tipicamente mafiosa, ove la condizione di assoggettamento e di omertà promananti dal sodalizio camorristico pervade tutto l’andamento economico lecito ed illecito della zona.
I due indagati hanno così indotto la vittima dapprima a pagare 50.000 Euro per “oliare i meccanismi” per un agevole rilascio della pratica edilizia (il Gip definisce il fenomeno come “traffico di influenze illecite”); successivamente, quando l’imprenditore si era reso conto che nonostante il pagamento l’iter burocratico della stessa non era nemmeno stata avviato e con l’ausilio di suoi tecnici di fiducia era riuscito ad ottenere il permesso di costruire, gli hanno rappresentato che il fattore condizionante dell’intera operazione era la camorra, cui gli stessi indagati avevano dovuto versare, a loro dire, la somma di 50.000 Euro inizialmente corrisposta dall’imprenditore, tanto che si procedeva ad una ulteriore richiesta di 80.000 Euro, necessari per non subire ritorsioni sul cantiere.
A questo punto l’imprenditore si rivolgeva ai carabinieri presentando denuncia.
Va infine evidenziato che LA PRECISA Traslochi ha sede in Castelvolturno ed in data 14 ottobre 2008 nei suoi locali fu trovato un arsenale a disposizione del gruppo di fuoco di Giuseppe SETOLA.