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mercoledì 25 novembre 2009

GUERRA DI CAMORRA: ECCO IL RESOCONTO DI UNA GIORNATA DI SEQUESTRI

Napoli - La Direzione investigativa antimafia di Napoli ha eseguito tre provvedimenti di sequestro emessi dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a capo di 19 imprenditori del Casertano considerati prestanome di tre clan, i Casalesi fazione Bidognetti, il gruppo che fa capo a Michele Zagaria sempre dentro i Casalesi, e i Belforte. L’operazione, denominata ’Faraonè, ha posto i sigilli a beni immobili e finanziari per un valore complessivo di 120milioni di euro, di cui 2 milioni in contanti o titoli al portatore. In particolare, per i Belforte è stato colpito l’imprenditore immobiliare Salvatore Tartaglione, incensurato, ma dagli inquirenti considerato il principale referente degli interessi economici, dato che per conto del clan effettua investimenti anche attraverso la partecipazione d’aste giudiziarie per acquisire immobili a prezzi di mercato inferiori.

Una villa faraonica Sua è la villa di oltre 4mila metri quadrati in località Vaccheria a Caserta, una villa dotata anche di piscina, in uno dei punti più panoramici, accanto al borgo settecentesco di San Leucio. Tartaglione, grazie ai suoi rapporti con il clan, non ha mai subito rallentamenti nelle attività edili o azioni estorsive. Le indagini patrimoniali della Dia hanno mostrato che a lui e ai suoi familiari il clan Belforte ha fittiziamente intestato beni per impedirne sequestri e confische. Sigilli sono stati posti, oltre alla sua villa, acquistata proprio ad un’asta pubblica, anche, ad 80 immobili, tra cui interi fabbricati del "Parco Irene 2" a Capodrise. Al gruppo Bidognetti, i beni sottratti erano legati a Luigi Tamburrino, cugino di Raffaele Bidognetti, grosso imprenditore con concessionarie di auto e moto, in particolare titolare della prima concessionaria di moto Honda in Campania per volume d’affari e numero di veicoli venduti. Oltre a quelli di Tamburrino, sequestro beni anche per Antonio Santamaria.